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A caccia di pepsina con l’innovativo PEP test

A caccia di pepsina con l’innovativo PEP test
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Incontrare il Dr. Roberto Colombo di Synlab Italia è sempre un’occasione per ricevere preziosi consigli per la nostra salute e conoscere, in modo comprensibile e corretto, metodi diagnostici innovativi.

Dr. Colombo, in tema di metodiche diagnostiche, quali novità si sente di suggerire?

Sicuramente una metodica rapida, innovativa e assolutamente non invasiva per poter diagnosticare, in tempi brevi e con certezza, una malattia da reflusso gastroesofageo: il PEP test.

Prima di spiegarci l’importanza di questo nuovo test, può dirci cosa s’intende per malattia da reflusso gastroesofageo?

E’ un disturbo purtroppo molto diffuso, con un aumento sensibile in soggetti intorno ai 35-45 anni. E’ dovuto al reflusso del contenuto dello stomaco, soprattutto acido e bile, nell’esofago. La conseguenza è l’infiammazione dell’esofago stesso, con disturbi e sintomi fastidiosi che alla lunga possono diventare davvero importanti. Mi spiego più semplicemente. Il cibo arriva allo stomaco attraverso l’esofago. Tra i due organi c’è una valvola che si apre per far passare il cibo e si chiude per costringerlo nello stomaco. A volte accade che, se la valvola non funziona, il cibo torni indietro, mescolandosi all’acido che è presente normalmente nello stomaco. E’ proprio questa presenza di acido, che l’esofago non sopporta, a favorire un’irritazione causando il fastidioso reflusso, spesso accompagnato da dolore.

Quali sono le cause principali del disturbo?

Possono essere diverse. La lentezza dello svuotamento gastrico, per esempio, ma anche uno stile di vita errato, comportamenti alimentari scorretti, il fumo, lo stress…

Le conseguenze?

Variano a seconda della frequenza con cui avviene il disturbo. Se gli episodi sono rari il reflusso rimane un semplice fenomeno, se si ripetono frequentemente possono trasformarsi in una vera e propria malattia.

Quali altri sintomi, oltre a quelli classici, devono servire come campanello d’allarme?

Oltre ai classici disturbi come pirosi retrosternale, cioè bruciore al petto, o rigurgito o eruttazioni, possono verificarsi sintomi cardiorespiratori o ancora i meno frequenti disfagia (difficoltà nel deglutire), ipersalivazione, dolore epigastrico, gonfiore e difficoltà digestive.

Se accusiamo questi sintomi cosa dobbiamo fare?

Rivolgiamoci al nostro medico di base che di certo conosce la nostra storia clinica e ci consiglierà la strada migliore da percorrere. Solitamente gli approcci diagnostici iniziali sono:

IPP test, un periodo di terapia con inibitori di pompa protonica

Endoscopia, fondamentale nell’identificazione di esofagiti, ulcere, stenosi e cancro, poco sensibile nel caso di reflusso (si può avere oltre il 50% di negatività.)

pH metria nelle 24 ore, una tecnica non fastidiosa ma molto lunga.

Esiste però, come ci ha detto in apertura d’intervista, un test innovativo.

Esatto. Il PEP test, una metodica come ho detto nuova, rapida e non invasiva. E’ un esame che viene eseguito sulla saliva prelevata con un apposito kit. Lo scopo del PEP test è quello di evidenziare la presenza di pepsina, l’enzima contenuto nel succo gastrico e responsabile della digestione delle proteine, che è in grado di creare danni al tessuto esofageo e alla laringe durante il reflusso. E’ un test indipendente dal pH.

In cosa consiste?

Il paziente viene dotato di un kit per la raccolta della saliva. E’ molto importante eseguire correttamente l’esame prelevando la saliva al mattino a digiuno, prima di assumere farmaci e prima di lavarsi i denti, oppure durante la fase acuta del disturbo. Come ho detto è un test davvero semplice, utilizzato anche in età pediatrica, E’ in grado di rilevare in breve tempo la componente dannosa nel liquido di reflusso. Davvero una grande conquista e un aiuto significativo per noi medici e per i nostri pazienti.

In conclusione però vorrei suggerire alcune raccomandazioni: Una vita più regolata, una sana alimentazione, un po’ di movimento fisico, smettere di fumare e affrontare, nel limite del possibile, i problemi quotidiani con più calma, potranno diventare un’ottima prevenzione anche per questo disturbo.

Emanuela Biancardi

redazione

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