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Ispira subito una silenzio e una pace d’altri tempi. I suoi abitanti non superano il migliaio. Classificato tra i borghi medievali più belli d’Italia, sorge sul monte Petrarvella, a 391 metri sul mare. Il nome Paciano potrebbe derivare dal dio latino Giano (pax Iani). Le origini storiche sono poco note, se non misteriose. Di certo la struttura urbana è di origine duecentesca. Ma l’attuale borgo (Paciano Nuovo) sorge nel 1300, attorno all’area del precedente castello feudale, che verrà poi ricostruito dal celebrato condottiero Braccio da Montone, cui la cittadinanza si affidò nel secolo successivo.
La struttura urbana di base è impostata su uno schema a ventaglio, articolato su tre strade, a loro volta collegate da vicoli ortogonali. La cinta muraria di 600 metri – otto torri e tre grandi porte: Fiorentina, Perugina e Rastrella – risale al 1300, ma risente delle successive stratificazioni.
Tuffarsi nelle stradine interne, strette come corridoi e pavimentate di cotto, tra piazzette, viuzze e minuscoli slarghi, è come immergersi in un misterioso, intatto microcosmo. La ricognizione è tanto più avventurosa in quanto, al di là del suo palpabile clima di antica nobiltà, nessuno sa precisamente come e quando Paciano sia stata fondata.
Il Palazzo Comunale (XV secolo) sorge nella piazza principale, come fiero monumento dell’autorità civile e laica. Costruzione abilmente restaurata, dove si fondono antico e moderno, pietra e mattone, in una piacevole armonia strutturale e cromatica.
Da visitare il piccolo museo dedicato a San Giuseppe. La chiesa parrocchiale, esemplare per sobrietà, è del Seicento. Ma ecco palazzo Cennini (XIV secolo), a tre piani, ricco di affreschi del ‘500. Ecco la chiesa di San Giuseppe, in pietra trecentesca, che conserva una rara Madonna delle Grazie di Fiorenzo di Lorenzo. Presso la Confraternita del Santo Sacramento si può ammirare poi un affresco di Francesco di Castel della Pieve, maestro del Perugino. E nella chiesa del Salvatore o “del Ceraseto” l’affresco dell’altare centrale è di Gianbattista Caporali, che del Perugino fu allievo
Il 14 agosto gli abitanti si divertono con la Corsa dei Carretti. Sempre in estate si tengono i concerti del Trasimeno Blues. La gioiosa festa dell’olio è della prima decade di dicembre.
Rinomato piatto del borgo è il Torciglione, così chiamato per l’inconfondibile forma di serpente. Ingredienti: mandorle, uova, zucchero, frutta candita, pinoli, chicchi di caffè e alchermes.
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