Visitai l’Australia per la prima volta nel corso degli anni ’80, poi tornai altre tre o quattro volte, ma è uno di quei Paesi che mi sono rimasti nel cuore.
Come sempre mi recai per lavoro a Sydney, per una bella trattativa di una certa importanza; mi fecero alloggiare in un bell’albergo che si affacciava sulla baia, poco distante dall’originale teatro dell’Opera. Adoro la baia di Sydney!
Ogni mattina un Dirigente dell’Azienda con cui stavo trattando mi passava a prendere con la macchina e andavamo nella fabbrica fuori città, la sera, tornando, ci fermavamo in una bottiglieria, di sua proprietà con due soci, pure colleghi, qui si mescevano i vari vini e liquori. Penso che tutti i proventi del locale se li bevessero in consumazioni!
Quando arrivai, portai come omaggio una bottiglia di whisky di malto, in Australia ancora sconosciuta, e una bottiglia di grappa italiana, fu una festa.
Arrivammo al fine settimana: il venerdì l’amico m’invitò a passarlo a casa sua, a Wollongong NSW che distava un’ottantina di chilometri da Sydney. L’amico abitava in una bella villetta sul mare, la famiglia era composta da marito e moglie, un maschio che era a militare e la figlia piccola di 9 anni. Mi diedero la camera da letto del figlio, che si affacciava sulla scogliera.
Il mattino successivo, alle 8, quando mi stavo ancora crogiolandomi a letto, arrivò la piccola, 9 anni, che m’impose d’alzarmi subito perché dovevo prepararle la colazione: “lo ha detto la mamma!”
Le chiesi dov’erano i genitori e mi rispose che erano a far “jogging” e che sarebbero tornati entro due ore. Obbedii alla sua mamma e ci recammo in cucina dove preparai la colazione secondo le istruzioni della piccola dittatrice, fui fortunato, m’invitò a consumare la mia insieme con lei!
Naturalmente, dovetti anche sorbirmi i cartoni animati, per fortuna erano quelli che mi piacevano.
Quando arrivarono i genitori, andammo a pescare con la canna lancio sulla piccola spiaggia sotto casa, ma non prendemmo nulla.
Dopopranzo, mi portarono sulle alture che si ergevano dietro casa, una specie di massiccio, ricoperto di alti alberi, zona abbastanza selvaggia che loro chiamano “bush”, è normale che giocai con il nome del Presidente degli Stati Uniti e scoprii anche che la parola indicava anche il cespuglio inguinale delle signore….
Dalla cima, c’era uno splendido panorama, poi, scendendo, giungemmo in un terreno verde, pianeggiante, in cui vivevano dei canguri abituati a prendere il cibo dalle mani degli uomini.
Non avevo mai visto dei canguri in libertà e già vederli saltellare era uno spettacolo. Offrimmo loro del pane spezzettato, lo prendevano gentilmente dalle mani e si lasciavano accarezzare la testa guardandoti con gli occhi intelligenti, riuscii anche a infilare una mano nel marsupio di una femmina, mi lasciò fare, era molto morbido, senza pelo, dovevo stare attento perché se si arrabbiava mi avrebbe preso a calci, che sono pericolosi.
Tornammo sulla costa e ci dirigemmo verso sud, c’era un magnifico porto naturale con molte imbarcazioni da pesca, mi venne spiegato che in quella zona l’industria della pesca era stata fondata da alcune famiglie di emigranti italiani.
A casa, la piccola volle offrirmi una tazza di thè nella casa della bambola in giardino; riuscii persino a entrarci, strisciando per terra, ma la riempivo tutta, la prendemmo seduti sull’erba…
Il giorno successivo, la domenica, di nuovo la cerimonia della colazione e TV, la piccola mi consolò dicendomi che le piaceva di più di quella preparata dalla mamma!
Nel pomeriggio ci recammo in una splendida zona boschiva di eucalipti, scendemmo dalla macchina ed entrammo nel folto, cercando di non fare troppo rumore. Cominciammo a camminare guardando verso l’alto, nelle forcelle dei rami alti si vedevano questi mucchi pelosi che erano i koala.
A un tratto, sbucando tra due cespugli, mi trovai in fronte un koala maschio in piedi, alto come un bambino, stava facendo la pipì, come noi uomini, dirigendo il getto con le mani, nello stesso modo nostro!
Lo guardai con stupore e ammirazione, lui alzò gli occhi e il nostro sguardo s’incrociò, si girò lentamente mostrandomi le spalle, era pudore?
Arrivarono gli amici facendo rumore e il piccolo uomo si arrampicò sull’albero e scomparve tra le foglie.
La settimana successiva, a Sydney, dove mi fermai per il fine settimana, successe un fatto divertente: avevo saputo che in settimana era arrivata una concorrente/amica, lei non sapeva che ero in Australia, un cliente e amico comune le fissò un appuntamento per le 19.00 al molo del ferry per Manly Beach, dicendole che sarebbero andati a cena e che ci sarebbe stata anche una persona importante di cui non poteva fare il nome. Le disse anche che se non lo incontrava sul molo, di prendere pure il traghetto che lui sarebbe stato all’arrivo.
Lei puntuale era al molo, nascosto nell’ombra c’ero anch’io, lei si guardava intorno ma non vide nessuno, all’ora della partenza salì sul traghetto e si accomodò. Riuscii a salire senza farmi vedere e andai a sedermi dietro la mia amica. Premetto che eravamo molto in confidenza e che ci conoscevamo da qualche anno, durante le fiere all’estero eravamo sempre vicini a passeggiare o a cena.
Dopo un poco di navigazione, avvicinai la testa alla sua nuca e le baciai il collo, saltò in piedi pronta a mollarmi un ceffone ma, quando mi riconobbe, lo schiaffo si tramutò in un abbraccio.
Le spiegai lo scherzo e passammo insieme una bella serata e la cena, basata sul pesce, era ottima. Ribadisco che per me le ostriche della baia di Sydney sono le migliori del mondo.
L’indomani, decidemmo di prenderci un giorno di ferie: risalimmo il fiume Parramatta in battello godendoci lo splendido panorama delle rive e sbarcammo nell’omonima cittadina, dove ci recammo in un centro commerciale che conoscevo, dove ci fermammo a pranzare e ci dedicammo a qualche acquisto. La tuta ginnica che comprai quasi trent’anni fa, l’uso tutt’ora ed è come nuova. Ottimo materiale.
Il giorno dopo, salutai la mia amica e le nostre strade si divisero, ci saremmo ritrovati in Germania.
Ritornando alla mia amica, eravamo molto vicini perché una volta la salvai dalla corte insistente di un funzionario dello Stato italiano. Eravamo a Pechino nello stesso albergo, in alloggi contigui, una sera a cena lei mi disse che era nei pasticci: un funzionario aveva interpretato la sua gentilezza per un invito e aveva detto che si sarebbe presentato da lei alle 22. Lei non era riuscita a dirgli di no, era una persona importante e aveva paura, non sapeva come risolvere il problema. Mi fece un poco di pena, capivo cosa doveva provare una bella ragazza con certi uomini: le promisi che avrei risolto il problema per lei.
Alle 21,30, entrai in pigiama in camera sua, alle 22, puntuale, arrivò il mandrillo, con un mazzo di fiori e profumato come una donna di strada; apersi la porta e gli chiesi perché bussava alla porta della mia fidanzata a quell’ora di notte. Ero più grosso di lui, si scusò dicendo che aveva sbagliato camera, ma mi lasciò i fiori per scusarsi.
Sandro Emanuelli








