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UNA CERTA INQUIETUDINE NATURALE

UNA CERTA INQUIETUDINE NATURALE
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Il 22 gennaio 2015 ore 17:00, verrà presentato  il libro  “Una certa inquietudine naturale. Sculture ellenistiche fra senso significato” in  L.go di Torre Argentina, 11 – Roma

 

inquietudineNaturalis quidam dolor: una certa inquietudine naturale o forse, più crudamente, un certo innato dolore. È ciò che Cicerone percepisce in Servio Sulpicio Galba, uno dei protagonisti di questo libro. Il suo dolore, quello delle donne e degli uomini della sua epoca, trasfigurato nella finzione dell’arte, viene descritto in queste pagine. Dove trovarlo? Negli sguardi intensi dei ritratti; nel ripiegamento carnale dei panneggi; nella nudità sfrontata dei corpi maschili: dèi, eroi o uomini che siano. È un dolore che poco dipende dalla buona o dalla cattiva sorte: cade dal cielo come una pioggia, non distingue il servo dal padrone, ma non è senza speranza. Si procura, come le statue che rivivono in queste pagine, redenzioni tutte terrene: la fuga, il nascondimento, l’interruzione e la rinuncia; la violenza, inflitta e subita; l’uccisione e l’amplesso. Al netto della distanza di secoli, questo libro è uno specchio: esso mostra un percorso di persistenza attuale. E come specchio funziona: per ricercare, per contemplare, per stupirsi. Per il godimento, per la cura. Per disfarsi di ciò che esso contiene: il dolore, la Gorgone.

Gli autori

Marcello Barbanera è professore di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università La Sapienza di Roma. Si è specializzato a Roma in Storia dell’arte antica. Ha trascorso soggiorni di studio a Parigi con Alain Schnapp (La Sorbonne 1997), è stato borsista a Berlino con Adolf H. Borbein (Alexander von Humboldt Stiftung, Freie Universität 1998 e 2005) e a New York (The Italian Academy, Columbia University 1999). Visiting professor a Parigi (Ecole des Hautes Etudes 1997 e Institut d’Histoire de l’Art 2006), è stato nel 2008 «Kress Lecturer» per l’Archaeological Institute of America, di cui è membro. E’ socio corrispondente dell’Istituto Archeologico Germanico. Fellow del Morphomata Kolleg di Colonia (2012-13).

La sua attività di ricerca è orientata verso la storia dell’archeologia, la scultura greca, la metodologia della storia dell’arte, la storia del collezionismo,  l’archeologia della Magna Grecia, la museografia, la ricezione dell’antico e la definizione di arte nella società greca. Tra le sue pubblicazioni: Il Guerriero di Agrigento (1995), Il Museo dell’Arte classica (1995); L’Archeologia degli Italiani (1998); Ranuccio Bianchi Bandinelli. Biografia ed epistolario di un grande archeologo (2003); Original und Kopie (2006);  Collezione di antichità di Palazzo Lancellotti ai Coronari. Archeologia, Architettura, Restauro (2008); Relitti riletti. Trasformazione delle rovine e identità culturale (2009); Memoria. Cultura e Costruzione del ricordo nelle società del Mediterraneo e del Vicino oriente antico (2010), [con M.L. Caldelli, L.M. Michetti, P. Matthiae]; Originale e copia nell’arte antica (2011); Il Museo impossibile. Storie archeologiche: istituzioni, uomini, idee, Roma 2012; The Envy of Daedalus. Essay on the artist as murderer, München 2013; Metamorfosi delle rovine (2013).

Filippo Coarelli è professore emerito di Storia romana e di Antichità greche e romane presso l’Università degli Studi di Perugia. È stato redattore, dalla sua fondazione (1967), della rivista Dialoghi di Archeologia, creata e diretta da Ranuccio Bianchi Bandinelli. Tra il 1968 e il 1973 è stato ispettore archeologo presso la Ripartizione Antichità e Belle Arti del comune di Roma e, in seguito, assistente presso l’università di Siena e poi presso l’università di Perugia. Dal 1978 dirige gli scavi della colonia latina di Fregellae, presso Isoletta d’Arce (Frosinone). Dal 2003 è direttore scientifico degli scavi al Santuario di Diana a Nemi, in collaborazione con Giuseppina Ghini della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio. Dal 2006 è direttore scientifico degli scavi di Villa San Silvestro di Cascia (PG). Membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Europea, della British Academy, della Société des Antiquaires de France, corrispondente straniero dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres dell’Institut de France e socio ordinario dell’Istituto di Studi Etruschi, nel 2003 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana (Carlo Azeglio Ciampi) della Medaglia d’oro ai Benemeriti della cultura e dell’arte.

Tra le sue pubblicazioni: Guida archeologica di Pompei (1976); Il foro romano (1986); I santuari del Lazio in età repubblicana (1987); Da Pergamo a Roma: i Galati nella città degli Attalidi (1995); La Colonna Traiana (1999); La Colonna di Marco Aurelio (2008); Storia dell’arte romana. Le origini di Roma (2011); Palatium. Il Palatino dalle origini all’impero (2012).

Alessandro Celani (1973) è dottore di ricerca in Storia antica. Autore di una monografia sul reimpiego dell’arte greca in Roma, Opere d’arte greche nella Roma di Augusto (Napoli 1998), ha scritto variamente di scultura antica. È stato borsista alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Attualmente insegna Storia e Storia dell’Arte nella sede italiana della University of Alberta in Cortona. Per i tipi di Aguaplano-Officina del Libro ha pubblicato il saggio Una certa inquietudine naturale. Sculture ellenistiche fra senso e significato (2013) e la raccolta di poesie e fotografie Una lingua in esilio (2014).

redazioneBonVivre

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