“Adrenalinica” performance e stile


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Foto: ©RaquelBaranowChissà perché la mia “Direttora” da qualche giorno mi chiede con insistenza un pezzo sull’abbigliamento consigliato per fare jogging o footing o running in estate o in inverno in door o out. Come se l’argomento avesse qualcosa a che fare con l’atteggiamento esistenziale di un “bon vivant”.

Ma forse pensandoci bene la richiesta non è così peregrina, scaricare tensioni e stress con una sana e più o meno atletica corsa al parco o in palestra, su un ergonometrico tapin roulant, può  a buon motivo far parte dello “stile di vita”, di un  gentiluomo evergreen. Si può correre a tutte le età, anzi si deve, senza preconcetti e pregiudizi. E allora. Perché non chiedersi come affrontare questa “adrenalinica” performance, anche dal punto di vista dell’abbigliamento, oltre evidentemente, che dalla predisposizione psicologica. L’idea di addormentarsi pensando alla durata e al percorso che ci aspetta il giorno dopo, è eccitante e invariabilmente, a seconda delle modalità e/o delle condizioni metereologiche che ci aspettano,  prima di dormire formuleremo un ultimo pensiero sull’abbigliamento da scegliere.

 

Evidentemente in estate, le soluzioni sono semplici e scontate, il calzoncino che per gli specialisti è quello da atletica, con i classici “spacchi” laterali da maratoneta, è accompagnato da un altrettanto olimpica canottiera. Imbarazzanti e antiestetici mi sembrano i famigerati “ciclisti” elasticizzati, anche se molto pratici. L’amatore propenderà per un calzoncino a mezza coscia o un costume da bagno di quelli per intenderci con la mutandina di rete incorporata ed una t-shirt personalizzata e comunicativa, che lo rappresenti nell’incrociare altrettanto coraggiose Jogger, al parco o sul lungomare. I più arditi (ma soprattutto i più tonici si possono limitare ad indossare soltanto il pantaloncino, lasciando il busto scoperto, magari tagliato sotto i muscoli pettorali dalla fascia di un cardiofrequenzimetro, utile per i più attempati, e sottilmente sexy.

Ovviamente se la performance avviene in palestra la scelta dell’abbigliamento è, chissà perché, più frivola e accurata.

In ogni caso al di la di tutte le possibili varianti, nel vestirsi, l’unico punto fermo, sul quale non è lecito transigere, è la scelta delle scarpe. Su quello non si scherza, il 50% del vostro rendimento, dipenderà dalle scarpe, quindi è l’unico”capitolo” di spesa sul quale vale la pena fare il massimo sforzo consentito. Anche perché quasi sempre le scarpe running migliori, sono anche le più eleganti. Per cui uniamo l’utile al…disdicevole. Le scarpe dovranno essere leggere, con una tomaia che permetta al piede di respirare, ma soprattutto con un intersuola “caricata” con un ammortizzatore ad aria, che attutisce l’impatto sul terreno. Ormai ce ne sono di tutti i prezzi, e salvo casi eccezionali tutte più o meno adeguate. Ricordate soltanto che dopo una percorrenza di 800/1000 km, anche la scarpa più buona si “scarica”, e quindi andrà sostituita. Ma intanto correteli questi kilometri.

Fin qui tutto è chiaro, ma il problema si fa serio se il nostro quotidiano, sudato, sforzo avviene non già d’estate, che sembra comunque essere la stagione ideale per questo tipo di performance, ma d’inverno, in “esterni”, con temperature proibitive. Allora cambia tutto. L’abbigliamento diventerà più complicato e tecnico.

Intanto sudare a basse temperature, se anche è meno faticoso ed oppressivo, ci mette a rischio di incappare in un’”infreddatura”, con conseguenze catastrofiche per la vita atletica e sociale. Quindi sarà meglio coprirsi adeguatamente. L’industria moderna ci mette a disposizione una serie di nuove e funzionali soluzioni. Si va dal fusò lungo ed elasticizzato per quanto riguarda le gambe e moderni e caldi top di pile per la parte superiore, ad un abbigliamento più convenzionale, come tute di tutti i tipi in acetato e in tessuto tradizionale. Personalmente preferisco una vecchia tuta di felpa blu, senza scritte o griffe, comprata trent’anni fa negli Stati Uniti, introvabile da noi fin dagli anni cinquanta, che custodisco gelosamente. Ha l’elastico in fondo ai pantaloni che stringe la caviglia, e sia la vita che il cappuccio sono strizzati da un cordoncino anch’esso blu. E’ antiquata ma elegantissima ed un tantino snob. Portate un bel berretto di lana in tinta come De Niro nel film “Il cacciatore”, guanti anch’essi di lana e non dimenticate di stringervi la vita con un K-way di quelli che chiusi possono costituire un’ ottima borsetta per il telefonino, chiavi e qualche spiccio.

Buona corsa!

Walter Croce



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