La voce della ribellione


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Patty Smith Con la sua voce rabbiosa e sofferente e le sue liriche crude, Patti Smith è considerata nel mondo la sacerdotessa del rock femminile.

Sempre e da sempre in prima linea in nome delle grandi battaglie sociali e politiche con la sua presenza ma anche e soprattutto, con la sua musica.

Da ragazza madre che dormiva a Central Park strimpellando per pochi spiccioli la chitarra, nel giro di pochi anni, parliamo all’incirca del ’70, ha conquistato il giro dell’intellighenzia newyorkese: da Andy Warhol a Sam Shepard, da Lou Reed  a Bob Dylan.

Il suo primo disco “Horses”, targato 1973, è considerato uno dei capolavori del rock. Seguono un’infinità di album e di brani: “Twelve” con l’indimenticabile “Midnight Rider”, “Trampin” con la mai troppo attuale “Radio Bagdad”, e poi “Land”, Gung Ho”, “Peace and Noise”, “Going again” ed un’infinità di altri tutti da ascoltare e riascoltare.

Una donna ed un’artista che ha sempre comunicato con le sue opere  la convinzione che “arte, musica e attivismo politico possano essere fusi in un’unica voce, senza essere inserite in categorie”.

Le sue canzoni sono un urlo di dolore ma anche di fiducia nel mondo.

“Sono un’ottimista anche se non è facile – ha dichiarato in una recente intervista – oggi i governi, le aziende e le religioni sono troppo potenti rispetto alla gente. La comunità intellettuale deve continuare a risorgere, come l’Araba fenicie, dalle sue stesse ceneri, ed utilizzare il suo potere per protestare ovunque la libertà venga violentata”.

“Horses” il suo primo disco uscito  30 anni fa, alla fine della guerra nel Vietnam, oggi che, purtroppo, altre guerre si affacciano all’orizzonte ed una delle sue celeberrime frasi  “People Have The Power” sono più che mai attuali e ci invitano a credere nel futuro.

Anacronismo penserà qualcuno assuefatto al clima generale…No, Patti Smith non è mai anacronistica le sue opere sono sempre intense, dolorose ed attuali.

Il mondo ha ancora bisogno della voce ribelle di Patty Smith e delle sue opere: adorate da Gandhi a Madre Teresa di Calcutta, dai giovanissimi ai meno giovani. Le sue note strappano l’anima e sempre sempre arrivano al cuore.



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