Babelle o vere?


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Alte e magrissime, la loro è una bellezza vicina alla perfezione: sono le giovani modelle che, come ogni anno, da Gennaio iniziano a percorrere Milano in lungo ed in largo, book alla mano, nell’attesa di essere selezionate per una sfilata dell’attesissima Milano Fashion Week. La loro perfezione, tuttavia, è solo presunta: spesso troppo magre ed ossessionate dal loro corpo, le modelle che vediamo per strada sono solo ridimensionati riflessi di quelle che sfilano poi sulle passerelle, dopo ore di trucco e parrucco. Lei, Babelle, unica e perfetta lo è davvero. Roland Maas, un artista olandese che vive di contemporaneità e futurismo, l’ha creata nel 2002 e da allora il successo di questa creatura è cresciuto in maniera molto rapida. Ma chi è Babelle? Semplicemente una modella virtuale: sul sito www.babelle.nl ognuno di noi può ammirarne l’irreale avvenenza.

La cyber modella è bellissima, non è soggetta a dimagrimento eccessivo o a strani sbalzi di umore e dulcis in fundo ha sempre vent’anni. La cosa interessante è che la fama di Babelle ha cominciato ad estendersi anche al mondo reale: nel 2006 ha iniziato addirittura a rilasciare interviste e da qualche mese ha preso forma il concorso “vesti Babelle”, visionabile sul sito. Attraverso questa iniziativa, Maas offre la possibilità, a giovani designer emergenti ed a tutti coloro che credono di avere talento nella moda, di scaricare la perfetta figura di Babelle e di vestirla. Il più talentuoso viene stagionalmente menzionato sul sito e Babelle ne indossa gli abiti, mostrandoli al mondo.Nasce proprio su questa falsariga la collaborazione tra Maas e Romy Smits, giovane stilista autodidatta che sposa perfettamente la creatività e l’anticonformismo dell’artista olandese. Romy ha voluto Babelle per far sfilare la propria collezione, dando vita all’“animazione-sfilata” Sensual Sensory Reality, presentata a Londra lo scorso Settembre. La Smits ha scelto di seguire questa strada dopo aver deciso di non utilizzare più modelle in carne ed ossa: secondo il suo modo di vedere, le donne assomigliano sempre di più a bambole, come conseguenza della cura estrema del corpo e dell’uso senza misura della chirurgia plastica. Da qui, la scelta di una “bambola vera”. Una commistione tra reale e virtuale, questa, che non è nuova al mondo della moda. Su Italian Life, l’isola di Second Life che sponsorizza e presenta l’eccellenza made in Italy, molte bellissime modelle virtuali indossano abiti degli sponsor. E’ una tendenza iniziata già un paio di anni fa, con la stilista Sissy Pessoa e da allora proseguita con successo. Guardare una sfilata, in questo caso, non costa nulla e non servono inviti particolari. Ed in questa tendenza di cyber modelle poteva il Giappone rimanere indietro? Ovviamente no e la scorsa estate è stata presentata una modella – robot. Alta un metro e sessanta (una rivincita per le donne, per così dire, “normali”) è stata progettata e messa a punto in un istituto di robotica di Kobe e grazie alle sue sedici giunture mobili pare sia in grado di ricostruire alla perfezione il proverbiale “tocco di classe” femminile. Resta ancora da mettere a punto la pelle sintetica che completerà la modella automa: basterà poi un telefonino per farla muovere, anche a distanza. Case di moda e pubblicità sono avvertite.

 

 

Inquietante? Forse sì. Il parallelismo tra  mondo reale e mondo virtuale, con punte sempre più frequenti di prevaricazione da parte del secondo, è una tendenza contemporanea che sembra non risparmiare la moda.

Innegabile, tuttavia, quanto sia meraviglioso vedere bellissime donne in carne ed ossa sfilare con gli abiti dei grandi designers internazionali: nessuna realtà virtuale potrà mai sostituire la bellezza di uno show fatto di passione, tessuti meravigliosi, scenografie magnificenti ed umane sinuosità. Lo show della moda è una tangibilissima realtà: Kate Moss e compagne possono tirare un sospiro di sollievo.



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