Palazzo D’Aumale:un baglio vista mare ricco di cultura


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Sul lungomare di Terrasini si trova l’ottocentesco edificio dall’affascinante storia dettata da colui che segnò in modo indelebile la struttura socio economica di quel territorio. Il baglio fu infatti di proprietà di Henry D’Orleans duca d’Aumale, figlio di Luigi Filippo re di Francia e di Maria Amelia di Borbone, che in quel tempo avviò una florida attività produttiva e commerciale che ebbe risonanza a livello europeo.

Henry D’Orleans, appassionato viticultore e già proprietario della tenuta dello Zucco, dove si producevano vini di altissima qualità e molto apprezzati in Francia, acquistò il baglio, ancora oggi chiamato “Palazzo d’Aumale”, dalle caratteristiche tipologiche delle strutture agricolo-commerciali del periodo Borbonico.

 

Il palazzo era utilizzato come magazzino di stoccaggio e abitato durante il periodo di carico dei velieri. Un viadotto portava il mosto che si trovava negli invasi sotto il pavimento, a mare, per essere poi trasportato dai velieri. Oggi Palazzo d’Aumale è diventato un Museo multidisciplinare che conserva la sua vocazione primaria di struttura vitivinicola e nel quale un restauro scrupoloso, ha mantenuto intatta la sua struttura architettonica. I numerosi reperti archeologici ed etno antropologici recuperati sul territorio testimoniano lo sviluppo di culture e tradizioni locali che si sono succedute. In tutto ciò la natura riveste un ruolo primario poiché l’evoluzione dell’ambiente è strettamente connessa all’attività umana. Da qui si è sviluppato un percorso che rappresenta l’evoluzione legata al territorio, all’ambiente, alla natura e all’uomo. Infatti all’interno del “Museo Naturale e Mostra Permanente del Carretto Siciliano” è stato realizzato un percorso che documenta la storia culturale e naturale dell’Isola. Nella sezione naturalistica vi sono delle collezioni entomologiche che rappresentano circa 1500 esemplari, raccolgono insetti che comprendono l’intera entomofauna siciliana ma anche numerosi insetti esotici. Le collezioni ornitologiche contano quasi 10.000 uccelli che rappresentano buona parte dell’ ornitofauna europea. A queste si aggiungono una più piccola raccolta di specie esotiche ed una collezione di uova e nidi di uccelli. Sono inoltre presenti una discreta raccolta di mammiferi e di rettili, quest’ultimi conservati per la maggior parte in alcool. Di grande importanza sono inoltre una vasta raccolta malacologia, che custodisce meravigliose conchiglie provenienti dai mari e dagli oceani di tutto il mondo e la presenza di una ricca biblioteca specialistica nel settore delle scienze naturali che conserva anche pregiati testi antichi. La moderna impostazione ha fatto si che le collezioni non siano avulse dal territorio circostante, permettendo di valorizzare, nella sua interezza, il patrimonio culturale e ambientale, fornendo un corretto e completo messaggio per le generazioni future. I reperti archeologici acquisiti dal Museo sono provenienti soprattutto dai fondali antistanti le attuali spiagge e dalle zone portuali del territorio comunale di Terrasini, testimoniano l’intensa frequentazione della costa da parte di imbarcazioni, per lo più da trasporto, da oltre due millenni e dunque la vocazione prettamente marina di questo territorio, che dal mare trasse benessere per il suo sviluppo economico e culturale. Nella sede del Museo si trovano reperti costituiti soprattutto da anfore, che fanno parte del carico di due navi romane, una risalente al I secolo d.C. e l’altra alla metà del III secolo a.C.. I ritrovamenti subacquei sono attualmente esposti e contestualizzati nella ricostruzione di una sezione del Kyrenia, la nave greca da trasporto naufragata a nord di Cipro. La ricostruzione di una tipica nave oneraria dei tempi, oltre a creare un’ambientazione idonea in cui collocare i reperti di archeologia subacquea, è stata, inoltre, effettuata a scopo esplicativo della tecnica costruttiva “frame first” e dei sistemi di stivaggio delle anfore. Oltre ai reperti di provenienza sottomarina, la raccolta archeologica del Museo comprende materiali rinvenuti in varie località site nell’entroterra o nelle immediate vicinanze di Terrasini. Straordinari sono i reperti raccolti su Monte d’Oro (Montelepre) e a Cozzo Palombaro. Il materiale rinvenuto è attribuita al Paleolitico superiore, mentre l’insieme delle tipologie ceramiche recuperate, riconducono ad un orizzonte cronologico compreso fra la prima età del Bronzo e la media età del Bronzo. Un indizio di frequentazione umana già in epoca più antica è però rappresentato dal rinvenimento del bicchiere campaniforme, vero fossile guida per l’età eneolitica, la cui presenza è attestata in Sicilia tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C. Dunque, tutto ciò fa si che la sede mussale sia già di per sé all’avanguardia e soprattutto fuori dai canonici e noiosi schemi.



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