Guarda chi viene a cena: Giuseppe Garibaldi.


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Se qualche dubbio sull’Unità della nostra bella Italia resiste, sicuramente siamo tutti d’accordo nel dire che quello che unisce fortemente gli italiani è il piacere della buona tavola. Del Risorgimento si è detto moltissimo e tanto ancora si dirà in quest’anno di celebrazioni e pubblicazioni. C’è però un libro, edito da De Agostini, che riesce a dare un’interpretazione del tutto singolare del periodo e che propone gli eroi dell’Unità d’Italia in momenti di vita quotidiana, a tavola per esempio. “Qui mangiava Garibaldi” è, infatti, una guida enogastronomica – bellica del Risorgimento.

E’ possibile scoprire, di pagina in pagina, come venivano imbandite le tavole dove sedevano personaggi noti e meno noti dell’epoca, le osterie e trattorie che frequentavano (alcune ancora esistenti) o i prodotti, i vini e le ricette dei piatti che venivano serviti. Un modo originale per celebrare l’Unità d’Italia, idea realizzata a più mani dallo scrittore e giornalista Paolo Paci, dall’alimentarista e storico della gastronomia Giorgio Donegani, dallo scrittore Gianni Morelli, dal critico d’arte e appassionato di storia Roberto Mottadelli, dal giornalista Alessandro Milani e dallo sceneggiatore Pino Salerno. Un libro di storia risorgimentale sui generis dunque. Scopriremo un Garibaldi astemio, amante dei sapori semplici, tipici del territorio. Il suo piatto preferito era pane e pecorino con una porzione di fave fresche. Non disdegnava il baccalà (famosa la ricetta dello stoccafisso alla garibaldina), o le zuppe rustiche di legumi, o ancora il pesce crudo appena pescato e per dessert gallette da marinaio con uva passa. E che dire di Cavour per il quale la buona cucina era quasi una terapia. “Cattura più amici la mensa che la mente” ripeteva il Conte. Estimatore del Barolo, prodotto da lui stesso, e di zuppe, riso, cotolette, lessi, patate, fagioli, uva e caffè. Praticò anche l’arte culinaria con grande maestria. Il suo piatto preferito? E’ entrato nella storia della cucina come il “Pasticcio di riso alla moda Cavour”. Un piatto semplice ma davvero gustoso: riso con burro e parmigiano, condito con pomodoro saltato in padella e uova strapazzate,  infine passato al forno qualche minuto e irrorato, solo poco prima di servire, con sugo di arrosto ristretto. Scoprire oltre alla storia le abitudini a tavola di tanti personaggi del Risorgimento sarà un piacere e un arricchimento per la nostra cultura e la nostra tavola, ma anche un modo per conoscere itinerari che porteranno il lettore nei luoghi più famosi dell’epoca. Una guida curiosa dunque, per celebrare “golosamente” l’Unità d’Italia.

 

“Qui mangiava Garibaldi” a cura di Paolo Paci edito da De Agostini.

 

Emanuela Biancardi



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