RoccoBarocco con “Nostalghia” contamina il futuro.


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Rocco Barocco Milano ©I 150 anni dell’Italia non sono solo il tricolore che pure apre la sfilata (la giacca napoleonica con alamari d’argento – il verde – la camicia di raso – il bianco – la gonna di chiffon – il rosso).

Nella nostra mente e nel nostro cuore recuperiamo ricordi, stili, tessuti del passato, la nostra italiana vocazione al bello e all’arte, insieme alla modernità consapevole che ormai la moda cerca il pezzo unico, l’edizione limitata, l’essere e non l’avere .

L’ottimismo è annunciato con il colore deciso: verde, fucsia, rosa, giallo, viola. Il ricordo e le radici dal tweed, i velluti, il pizzo, i tessuti damascati. La modernità dai decori di vernice spruzzata sui tessuti come consumati dal tempo, dai grafismi che richiamano il lavoro di Matisse: le forme appiattite, le linee controllate di quelle guaches decoupage che non a caso l’artista definiva “dipingere con le forbici “.

Ogni abito, cappotto, giacca può essere differente e unico ma tutto è estremamente sdrammatizzato, sobrio, non urlato .

I capi spalla sono guarniti di collettini vintage di visone, i piumini, unico capo “tecnico, sono riscaldati da dettagli di volpe. La preziosità che introduce i capi da cocktail o da sera è data da una sobria spruzzata d’argento, colore che sostituisce l’oro anche nelle varie versioni di giacche e abiti.


Originale e donante , che slancia la figura è la giacca /marsina allungata sul dietro da portare sulle gonne corte o lunghe di chiffon; un nuovo equilibrio è dato dalla casacca monomanica indossata su un pantalone anni 30, arricchito da un grande fiocco sul lato opposto .

Forti, a contrasto, gli accessori come le borse cocco, nere o argento, e le scarpe alte, di pizzo o camoscio, con cinturini multipli e il tacco decorato da un nastrino di velluto.

Nota di colore: la suola diventa uno stampato.

Passamanerie e catene a formare cinture che scivolano dal punto vita.

 

English version

The 150 years since the reunification of Italy are not only symbolised by the Italian three-coloured flag that opens the show with a Napoleonic jacket featuring a silver Austrian knot (the green), a satin shirt (the white) and a chiffon skirt (the red).

In our hearts and minds we find memories, styles, fabrics of the past, our Italian love of beauty and art, along with the modern awareness that today’s fashion is mostly about unique pieces, limited editions, the concept of being as opposed to having.

Strong colours such as green, fuchsia, pink, yellow and violet convey optimism. Memories and roots come from tweed, velvet, lace and damask fabrics. The decor is contemporary, with paint sprayed on worn fabrics, and so are the graphics that recall Matisse’s masterpieces with their flatten shapes and the controlled lines of those decoupaged guaches that the artist, not by chance, equated to “painting with scissors”.

Although each garment, coat, jacket may be different and unique, overall it is all extremely played down, sober, understated.

Outerwear and coats are trimmed with vintage mink collars; down jackets, as the only “technical” piece, are made warmer by fox fur details. Cocktail garments and evening outfits are embellished with sober silver spraying, where silver replaces gold also in the various versions of jackets and dresses.

The original, well-fitting and slandering jackets/tail coats are to be donned with long or short chiffon skirts; the single-sleeve tunic worn with 1930s-style trousers, enriched by a large bow on the opposite side, creates a new balance.

Strong contrasting accessories include the black or silver coco handbags, high-heeled shoes made of lace or suede, with multiple buckles and straps decorated with a velvet ribbon.

A touch of colour: soles are now printed.

Trimmings and chains form belts that slip on the waistline.

Musiche: Matteo Ceccarini

Regia: Sergio Salerni

 

Rocco Barocco Milano © Rocco Barocco Milano ©
Rocco Barocco Milano © Rocco Barocco Milano ©
Rocco Barocco Milano © Rocco Barocco Milano ©

I 150 anni dell’Italia non sono solo il tricolore che pure apre la sfilata (la giacca napoleonica con alamari d’argento – il verde – la camicia di raso – il bianco – la gonna di chiffon – il rosso).

Nella nostra mente e nel nostro cuore recuperiamo ricordi, stili, tessuti del passato, la nostra italiana vocazione al bello e all’arte, insieme alla modernità consapevole che ormai la moda cerca il pezzo unico, l’edizione limitata, l’essere e non l’avere .

L’ottimismo è annunciato con il colore deciso: verde, fucsia, rosa, giallo, viola. Il ricordo e le radici dal tweed, i velluti, il pizzo, i tessuti damascati. La modernità dai decori di vernice spruzzata sui tessuti come consumati dal tempo, dai grafismi che richiamano il lavoro di Matisse: le forme appiattite, le linee controllate di quelle guaches decoupage che non a caso l’artista definiva “dipingere con le forbici “.

Ogni abito, cappotto, giacca può essere differente e unico ma tutto è estremamente sdrammatizzato, sobrio, non urlato .

I capi spalla sono guarniti di collettini vintage di visone, i piumini, unico capo “tecnico, sono riscaldati da dettagli di volpe. La preziosità che introduce i capi da cocktail o da sera è data da una sobria spruzzata d’argento, colore che sostituisce l’oro anche nelle varie versioni di giacche e abiti.

Originale e donante , che slancia la figura è la giacca /marsina allungata sul dietro da portare sulle gonne corte o lunghe di chiffon; un nuovo equilibrio è dato dalla casacca monomanica indossata su un pantalone anni 30, arricchito da un grande fiocco sul lato opposto .

Forti, a contrasto, gli accessori come le borse cocco, nere o argento, e le scarpe alte, di pizzo o camoscio, con cinturini multipli e il tacco decorato da un nastrino di velluto.

Nota di colore: la suola diventa uno stampato.

Passamanerie e catene a formare cinture che scivolano dal punto vita.



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