Il diario del verme del pino


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Esce il nuovo graphic novel di Leila Marzocchi: cronache lievi e tragicomiche della vita di larve, allocchi, lumache… Nella foresta un misterioso, esilarante universo di animaletti che somigliano un po’ a noi. Una storia divertente e poetica, nella tradizione di classici come Krazy Kat e Pogo. Nel folto di un’antica foresta svetta un pino gigantesco. La sua corteccia è decorata dall’intervento di generazioni e generazioni di fedeli cronisti. Su questa corteccia si può leggere il diario del verme del pino: una cronaca quotidiana che si fa storia… Benvenuti nell’universo visivo e narrativo di Leila Marzocchi, che in questo graphic novel riprende “in chiaro” i personaggi di Niger, serie pubblicata con grande successo in Italia da Coconino Press e negli Stati Uniti da Fantagraphics. La narrazione si svolge attraverso un’elegante bicromia nero/arancio dove prevale il bianco della pagina, su cui il disegno si fa scrittura e la scrittura è curata come un disegno. Attraverso gli accenni di un illustre cronista (il Verme), siamo introdotti a partecipare a tragedie collettive (il genocidio di un’intera generazione di larve) e storie private (l’animoso contrasto fra due vecchi allocchi che fanno i conti col passare del tempo, senza solidarizzare). Siamo portati a simpatizzare per la “visione della realtà” onirica e illogica della Lumaca Sonnambula, o a sentirci rassicurati da quella burocratica e pedante della Mano di Fatima. Seguiamo il procedere delle indagini del Compare, investigatore per caso….

Il Bosco degli abeti incendiati, la Palude, i Termitai, le Rovine di Ponente sono i teatri di un mondo psichico e misterioso, dalle venature dark, raccontato dall’autrice con tono ironico, a volte affettuoso ma sempre pieno di humour.

Un’operetta sarcastica, esilarante e poetica che porta il graphic novel verso il fumetto delle origini, nella tradizione dei Funny Animals (le strisce di Krazy Kat, Felix, Pogo o lo stesso Mickey Mouse), senza stucchevoli manierismi o incanti fiabeschi. Il mondo è crudele, pare dirci Leila Marzocchi, e pure piuttosto enigmatico. Come nei racconti di Dino Buzzati o nelle strisce del Pogo di Walt Kelly, gli animali parlanti del bosco di Leila somigliano un po’ a noi. Ci raccontano vizi e virtù della condizione umana, in una storia delicata per un pubblico di tutte le età. “Sfruttando le possibilità che dà il fumetto di non essere solo antropomorfo, Leila sa come introdurci nel territorio nascosto, mutevole, vario, primario, naturale della Vita e nella sua infinita, crudele capacità di non fermarsi”. – Goffredo Fofi


 

L’AUTRICE

Nata a Bologna, Leila Marzocchi dal 1985 si occupa di illustrazione e fumetto. Stimolata dall’esperienza alla scuola Zio Feininger di Bologna e nel gruppo Valvoline, in Italia ha pubblicato sui quotidiani “Reporter”, “Il Manifesto”, “L’Unità” e su numerose riviste. Nel 1990 ha fondato, con altri autori, la rivista “Fuego”. In Francia ha collaborato con la rivista “Science & Vie Junior”, in Giappone con la rivista “Morning” (Kodansha) per la produzione di manga, e per l’editrice Shogakukan ha realizzato illustrazioni di fiabe per bambini. Tra i libri a fumetti ha pubblicato Bagolino Monogatari, (Centro Fumetto Andrea Pazienza), Il camioncino Rosso (Biber). Per la Coconino Press ha realizzato il graphic novel L’enigma, il primo volume del noir La ballata di Hambone (su testi di Igort) e la serie in corso di pubblicazione Niger. Ha vinto nel 2007 il prestigioso premio Lo Straniero. Il suo sito web è www.leilamarzocchi.it.

 



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