Un’amica da proteggere.. una settimana mondiale dedicata alla tartaruga marina


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Papà, raccontami di quando tu e i tuoi amici salvaste la tartaruga!”. Quante volte ho sentito ripetere questo ritornello da mia figlia, imbracata nel seggiolone dell’auto bloccata nel traffico, smaniosa di attenzioni e di storie da ascoltare. E con lei chissà quanti altri bambini, tutti i giorni avanzano ai genitori le medesime richieste e provano la stessa tenerezza per questo bizzarro e simpatico abitante del mare. Ma anche il più competente e appassionato conoscitore delle tartarughe dovrebbe far ricorso a una fantasia spiccata per esaudire le incessanti richieste dei nostri piccoli. A parte l’emozione e la suspense che caratterizzano ogni storia di salvataggio, è impossibile dimenticare quando anni fa, in Capitaneria, io e i miei colleghi ci mobilitavamo con una colletta per acquistare una bacinella, non una qualsiasi ma la più grande sul mercato; un enorme catino che a fatica si riusciva a fare entrare nel vecchio mezzo di servizio se non abbassando completamente il sedile dei passeggeri. Largo e profondo, quel contenitore avrebbe ospitato la tartaruga ferita che la motovedetta stava riportando a terra, dopo averla tratta in salvo. A seguire, il via vai dei marinai che si alternavano a intervalli regolari per raggiungere l’estremità dell’imboccatura portuale, riempire i secchi con acqua pulita e riportarli nel cortile della capitaneria, dove nella sua piscina casuale la tartaruga aspettava di idratarsi per continuare a sopravvivere. Quel cortile che a volte diventava un’improvvisata sala operatoria, grazie alla collaborazione spontanea del veterinario locale che, nei casi più delicati, era chiamato a rimuovere dalla bocca dell’anfibio il grosso amo inavvertitamente ingerito.

Oggi purtroppo le tartarughe – come tante altre creature marine – sono una specie a forte rischio di estinzione, minacciate dall’elevato grado di antropizzazione delle coste e del mare. Si stima che in tutto il Mediterraneo ogni anno più di 130.000 tartarughe siano catturate accidentalmente negli attrezzi da pesca, di cui oltre 40.000 non riescono a sopravvivere. A sostenerlo è stato un recente studio coordinato dal Wwf Italia con cui viene dimostrato che le attività umane, e in particolare la pesca accidentale, rappresentano la principale causa di morte per questi animali marini, con un aumento di almeno 2-3 volte rispetto alla mortalità per cause naturali. Soltanto in Italia – spiega lo studio – la pesca casuale colpisce più di 20.000 esemplari all’anno. A queste vanno aggiunte migliaia di tartarughe che ingoiano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse o quelle urtate dalle imbarcazioni, senza contare i piccoli appena nati che finiscono sulle strade disorientati dalle luci artificiali oppure i nidi distrutti dalle scavatrici impiegate per la pulizia delle spiagge e da una smoderata attività turistica. E pensare che la tartaruga marina è un rettile antichissimo che nuota sul nostro Pianeta da 150 milioni di anni. In particolare, delle 7 specie che vivono nei mari di tutto il mondo, le acque italiane sono interessate dalla presenza di tre specie di tartarughe marine: la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), questa un vero gigante del mare che può superare i 2 metri di lunghezza e i 600 kg di peso, segnalate sporadicamente, e la tartaruga caretta (Caretta caretta) presente con una popolazione più consistente e con zone di nidificazione accertate lungo le coste dell’Italia meridionale e insulare, concentrate per la maggior parte in Calabria e Sicilia.  Recentemente, per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere ulteriormente la conoscenza di questi bellissimi animali, in occasione della giornata mondiale degli oceani, il Wwf ha presentato “Turtle Week”, la settimana delle tartarughe marine. Mostre, laboratori, monitoraggio delle spiagge, incontri speciali nei porti e nei lidi, sono state solo alcune delle iniziative che proseguiranno tutta l’estate, andate in campo dal nord al sud Italia, per celebrare uno fra i simboli dell’ambiente marino. Presso i centri di recupero – insieme al personale delle Capitanerie di Porto – si sono dati appuntamento esperti e volontari, per spiegare al pubblico quelle accortezze minime da usare per preservare uno dei tesori viventi più preziosi del mare. Dalle mostre tematiche nei porti di Acciaroli, Casalvelino, Agropoli e Camerota, alla grande festa presso il porto di Grignano in provincia di Trieste, dove sono stati organizzati interessanti laboratori ludici per i più piccoli. L’evento clou è stata la festa organizzata nel porto di Molfetta, dove per un pubblico accorso numeroso è stata allestita una mostra didattica con indicazioni utili per il turismo e per il consumo sostenibile e soprattutto sono stati liberati 4 splendidi esemplari di caretta, curati nei centri di recupero.

 

La turtle week – ha spiegato il responsabile nazionale del progetto tartarughe del WWf, Paolo Casale – ha portato all’attenzione del pubblico un’attività che il network tartarughe compie ogni giorno dell’anno, in collaborazione con le Capitanerie di Porto, i pescatori, le istituzioni locali e gli istituti di ricerca. Bastano pochi gesti e un po’di attenzione – ha sottolineato il responsabile – per salvare centinaia di tartarughe, e la partecipazione sempre più sentita di pescatori e operatori del mare dimostra che è una sfida che si può vincere”.

Le tartarughe non bisogna dimenticarlo, sono specie particolarmente tutelate sia dalla normativa internazionale che dalla legislazione italiana: in particolare la Convenzione di Berna, che considera la tartaruga come “Specie di fauna rigorosamente protette” e la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (normativa CITES), recepita dall’Italia con legge n.150/92 e modificata dal decreto legislativo n.275 del 2001. In special modo la Legge 175/99, che ratifica l’atto finale della Convenzione di Barcellona e prevede l’istituzione di Aree Speciali Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) e l’elaborazione di un piano d’azione per la conservazione delle tartarughe marine nell’ambito dell’adozione del Piano d’Azione del Mediterraneo (MAP);

Su queste importanti premesse la Direzione per la Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente, ha sostenuto iniziative di coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nella conservazione di queste specie, finalizzate alla stesura di specifici documenti tecnici e di indirizzo quali le “Linee Guida per il recupero, soccorso, affidamento e gestione delle tartarughe marine ai fini della riabilitazione e per la manipolazione e rilascio a scopi scientifici” e di un documento d’indirizzo per la conservazione delle popolazioni in natura, che fanno dell’Italia uno dei paesi più importanti per la conservazione delle tartarughe marine. Da molti anni le aree marine protette efficacemente gestite sono considerate i migliori strumenti per preservare la biodiversità e tutelare l’ambiente. Attività di salvaguardia sono svolte presso i centri specializzati che si concretizzano attraverso il recupero e la cura degli esemplari feriti, la ricerca e protezione dei nidi, l’informazione ai pescatori sui modi per ridurre la mortalità delle tartarughe catturate accidentalmente, e non ultimo favorendo gli studi sulla biologia e sugli aspetti di conservazione.

Tutto ciò è possibile grazie all’aiuto di molti volontari che ogni anno con passione e dedizione contribuiscono al lavoro svolto lungo le coste italiane. In alcuni punti, dove le attività sono particolarmente impegnative, vengono organizzati degli specifici campi operativi. Tra questi il Centro Tartarughe di Lampedusa, l’Oasi di Torre Salsa a Siculiana (AG) e Palizzi in Calabria, dove  le spiagge sono costantemente monitorate per individuare eventuali nidi e dove sono svolte importanti attività di informazione.

La Tartaruga aveva chiesto a Giove: Vojo una casa piccola, in maniera che c’entri solo quarche amica vera, che sia sincera e me ne dia le prove – recita una bella poesia di Trilussa – Te lo prometto e basta la parola: – rispose Giove – ma sarai costretta a vive in una casa così stretta che c’entrerai tu sola

Tutti gli abitanti del mare hanno bisogno di amici fidati e coscienziosi che, ne siamo certi, in futuro saranno sempre più numerosi.

di Marco Di Milla

C° 1^ Cl. –  Guardia Costiera – Capitanerie di Porto



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