Il mediatore-counselor, il mediatore dell’amore

Nella normale concezione, il mediatore è colui che interviene in un rapporto cercando, attraverso il dialogo, di avvicinare le posizioni delle parti perchè si addivenga ad un accordo pacifico. È questo che avviene nella mediazione familiare, quando ci si trova a dover contemperare le esigenze dei coniugi, ma, soprattutto, a fa sì che la separazione avvenga nel modo più pacifico e nel rispetto reciproco.
Una figura più interessante è quella del mediatore-counselor, che ha un taglio più psicanalitico in quanto si trova a mediare tra un soggetto e il proprio vissuto, facendo in modo che vengano a cadere dei paletti difensivi che, esperienze passate, lo portano a porre in essere per sottrarsi a nuove esperienze dolorose.
Se l’affettività può essere definita una mediazione nel rapporto tra anime, così, l’incapacità a lasciarsi andare ad un sentimento deriva dalla paura di essere indifesi e di dover subire il reiterarsi di una sindrome abbandonica.
Compito del counselor è quello di aiutate a demolire quel fortino difensivo attraverso la “tecnica dell’abbraccio”. Da parte del soggetto non abituato a ricevere questo abbraccio sicuramente verrà opposta resistenza e respingerà qualcosa che lo spaventa, sebbene desideroso di riceverla. Egli potrebbe anche sentirsi immeritevole e cercare di capire cosa si nasconda dietro a quest’offerta. Con questi soggetti diventa importante, abbracciare, abbracciare e poi abbracciare ancora la loro anima perché capiscano che, non solo di questo abbraccio ne sono degni, ma che loro stessi devono imparare ad abbracciare la loro anima e il loro cuore, riconoscendone la bellezza.
Al di fuori dei ruoli tecnici, spostandoci su un piano puramente affettivo, se abbiamo a cuore persone di questo tipo dobbiamo solo investire noi stessi,  essere disposti a dare, senza chiedere. Dando, non chiedendo, mostreremo all’altro quanto sia bella la sua anima e degna d’amore.

Maria Palumbo

Avvocato del foro di Taranto