Napoli Teatro festival: Sciaccaluga e Pagni al Teatro San Ferdinando


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Sindaco-del-rione-Sanita

Qualche giorno fa, nell’articolo “Le guide delle meraviglie”, di P. Civati, pubblicato su La Repubblica del 28/12/2004 leggevo: “Il bambino che amerà viaggiare comincerà a sei anni a guardare i mappamondi… Così l’infinito del mondo diventa famigliare e a portata di mano…”. Ieri sera, 8/6/2014, ero seduta nella platea del teatro San Ferdinando di Napoli, in attesa dell’inizio dello spettacolo teatrale “Il Sindaco del rione Sanità” di E. De Filipo, con la regia di Marco Sciaccaluga  e leggevo dalle note di regia: “Era- afferma il regista- il 19 aprile 1964. Avevo dieci anni. Quella sera mio padre mi diede il permesso di fare tardi per vedere una commedia in televisione. Mi disse con semplicità che avrei capito cosa fosse il teatro… Disse che così avrei fatto il mio primo viaggio a Napoli, aggiungendo che nelle mani di Eduardo, Napoli, diventava un’immagine del mondo. Quella commedia era il Sindaco del rione Sanità”. Accostamenti di parole, sentimenti e immaginazioni verginali dell’infanzia, subito avvertiti dalla sottoscritta come premonitori alla grandezza dell’opera a cui mi sarei accostata tra qualche minuto; infatti, appena si è alzato il sipario una scena quasi in penombra, scarna ed elegante, dove predominava l’elemento sedia, sparse e in fila,  lasciava intendere la serietà del momento e dell’argomento. Poche note musicali scandivano i tempi recitativi, denotandone l’azione  e i sentimenti che di volta in volta andavano sviluppandosi. Movimenti lenti, per sottolineare la necessità del silenzio fino all’entrata del protagonista Antonio Barracano: la scena si è illuminata e la padronanza attoriale ha conquistato il pubblico fin dalla prima mimica e poi battuta. Grande interpretazione di Eros Pagni del personaggio Barracano che, attraverso le parole di Eduardo e la regia di Sciaccaluga, è riuscito a donare allo spettatore la figura di un uomo combattuto tra gli eterni dualismi  socratici e  shakespeariani,  bene e male, ma, essenzialmente, legge e giustizia. Intenso il momento del primo dialogo tra il professore – magistralmente interpretato dall’attore Federico Vanni – e Barracano, quando quest’ultimo ha parlato dell’ignorante come vittima di un sistema a cui conviene consolidare l’ignoranza del popolo come formula di rendita per pochi. Surreale poi la scena della conta delle banconote – un ottimo Gennaro Piccirillo-; quella in cui Don Antonio sottolinea ad una moglie cosciente – una Maria Basile, in un ruolo un po’ castigato – la ragione del cane;  quella in cui Rafiluccio – un ottimo Orlando Cinque – specifica l’essere niente della povera gente e che insieme alla sua “femmina” richiamano la dolcezza d’immagine di Chaplin e Coogan ne “Il monello”; etc.. Superlativi, il quasi monologo di Don Antonio (Eros Pagni) del secondo atto quando racconta del suo odio per Gioacchino e termina con le parole “la legge è fatta bene, sono gli uomini che si mangiano fra di loro… come vi posso dire… ecco, è l’astuzia che si mangia l’ignoranza”, e alla fine del terzo atto, la sua morte in scena (fuori dal copione), con rantoli e perizia scenica. E per finire, la rabbia e l’angoscia, per aver incontrato il male nella codardia di ‘O Cuozzo/Rosario Giglio, del bravo Federico Vanni nei panni del professore che decide di cambiare il finale costruito da Don Antonio, per far sì, come dice egli stesso: “ Può darsi che da questa distruzione viene fuori un mondo come lo sognava il povero Don Antonio, meno rotondo ma un po’ più quadrato.” Al calare del sipario, ovazione del pubblico, che in piedi ha applaudito e richiesto più uscite della compagnia con acclamazione del protagonista Don Antonio/Eros Pagni; ma ci sentiamo di dire, anche della magistrale regia di Marco Sciaccaluga. “Il Sindaco del rione Sanità” ha rappresentato una regale apertura di spettacolo teatrale del Napoli Teatro Festival. Ad maiora.

Anna D’Ambra



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