Cala il numero degli aborti, una buona notizia? Si, se non fosse che….


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abortoIn Italia si effettuano meno interruzioni volontarie di gravidanza. Il dato secco sarebbe incoraggiante se non fosse che questo risultato è dovuto al fatto che abortire in Italia è diventato molto difficile, un percorso ad ostacoli poco conosciuto se non dalle donne che chiedono che questo diritto sia rispettato.

Ne hanno parlato ieri a Roma durante una conferenza stampa le rappresentanti di LAIGA la Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione della legge 194 che lancia una campagna PRO CHOICE e una raccolta firme da presentare alla giunta del Presidente Zingaretti. Presidente di quel Lazio che conta più del 90% di obiettori negli ospedali.

“una situazione paradossale” spiega la Presidente di LAIGA Silvana Agatone “per la quale siamo anche stati sanzionati dalla Corte Europea per la violazione della legge. In pratica tra obiettori e pensionamento dei vecchi medici strutturati nei nosocomi le donne sono costrette ad andare fuori Regione e non di rado fuori Italia per interrompere una gravidanza indesiderata, oppure a tenersi un figlio che non vogliono o non possono mantenere con conseguenze devastanti. Al Policlinico Umberto I è andato in pensione l’ultimo medico non obiettore, fatto di cui la Direzione era a conoscenza da otto mesi. Ora si sono impegnati ad assumere per un anno due medici con questo compito, ma sono state necessarie pressioni molto forti”.

“Non rispettare la legge 194 significa mettere a rischio la salute delle donne” prosegue Eisabetta Canitano, Ginecologa e Presidente dell’Associazione Vita di Donna Onlus “chiediamo solo il rispetto della legge affinché l’interruzione volontaria di gravidanza e la somministrazione di anticoncezionali non siano mai negati a chi li richiede. Per l’interruzione ‘terapeutica’ poi, quella oltre i 90 giorni di gestazione per motivi legati a malformazioni del feto o gravi rischi per la salute della madre non esistono percorsi protetti. Sappiamo che in presenza di una diagnosi ‘positiva’ per malattie del feto le donne non vengono assistite dagli ospedali cattolici e lasciate al loro destino. Le donne del Lazio ad esempio sono costrette a ricorrere a strutture private con costi altissimi. In Campania esiste solo una clinica privata convenzionata che effettua le interruzioni, vi affluiscono donne da tutta la regione e dal Lazio, vera Cenerentola di questo diritto”.

L’Italia del Sud si pone come vero fanalino di coda con una obiezione che arriva all’80,4% “Secondo i nostri calcoli i medici non obiettori in Italia sono solo uno sparuto 8,7% che non riesce assolutamente a rispondere alla richiesta” continua la dottoressa Agatone “il sommerso è altissimo. La legge stabilisce che tutti i reparti di Ostetricia e Ginecologia offrano l’IVG ma attualmente in Italia su 630 reparti censiti solo 403 sono operativi in questo senso (il 64% del totale)”.

LAIGA ha come scopo la tutela della salute delle donne e il rispetto della legge 194, vuole creare una mappa delle strutture sanitarie dove è possibile effettuare l’interruzione di gravidanza e creare una mappa dei medici NON obiettori, ma soprattutto effettuare una sorveglianza affinché la legge sia rispettata in tutte le ASL e la denuncia dove ciò non accada. Nel 2012 l’Associazione insieme alla IPPF (International Planned Parenthood Federation) ha presentato un ricorso contro il Governo Italiano per la mancata applicazione della legge, accolto dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali nel marzo di quest’anno.

Johann Rossi Mason



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