Affetti veri e marchette. I nuovi mali dei nostri tempi


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abbraccioL’era dell’immagine si va ad aggiungere al sempre più crescente mondo delle convenienze. Una vera tragedia vissuta da troppi, soprattutto da chi ha avuto la drammatica opportunità di avere i mezzi idonei per i più appropriati paragoni. L’annullamento della classe media ha visto non solo l’abbattimento del proprio status di benessere ma ha visto l’annientamento dei valori più profondi. Le persone che fino a poco tempo fa godevano della stima  e dell’affetto di amici, conoscenti e parenti si sono viste improvvisamente surclassare a poco meno di un rotolo di carta igienica e dal “gran signore” sono finiti per essere solo dei “falliti” allontanati persino dagli affetti più cari.  Oggi non solo le persone vengono valutate con estrema superficialità esclusivamente per l’aspetto fisico che va a indicare la possibilità di avere quanto basta per la cura della persona e per il look accattivante ma chi ha dei problemi economici si vede isolato, allontanato e persino le persone più care mal sopportano la nuova condizione.  Mantenere un rapporto con chi è in uno stato di sofferenza economica non è per nulla redditizio, non si ottengono benefici di alcun tipo e per di più c’è il rischio di doversi sentire in obbligo a lanciare un salvagente a un vecchio amico, al padre, al fratello. Così si fa prima a evitare una telefonata di consolazione, si rinuncia a suonare il campanello per un abbraccio. Tutto questo rappresenta la vera povertà, il degrado più assoluto dell’essere umano capace di fare degli affetti solo squallide marchette.

Elenoire Pivot

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