Al Colosseo si è tenuta la presentazione di “un capitano”


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Il 27 settembre,  giorno di uscita dell’autobiografia di Francesco Totti scritta con Paolo Condò, si è svolta la serata evento al Colosseo in cui ha partecipato l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Istituzione a cui l’autore e la Casa Editrice Rizzoli destineranno parte dei proventi della vendita del libro per l’attività di assistenza e ricerca.

Roma, Colosseo 27/09/2018
Presentazione del libro “Un Capitano” di Francesco Totti – Rizzoli
©Musacchio, Ianniello & Pasqualini

L’autobiografia del giocatore-icona più amato del calcio italiano

L’infanzia in via Vetulonia, i primi calci al pallone, la timidezza e la paura del buio, la vita di quartiere in una Roma che forse non esiste più. Gli amici che resteranno gli stessi per tutta la vita. Gli allenamenti a cui la mamma lo accompagnava in 126,
asciugandogli i capelli con i bocchettoni in inverno. L’esordio in Serie A a 16 anni in un pomeriggio di marzo del 1993 a Brescia, con i pantaloni della tuta che al momento di entrare in campo si impigliano nei tacchetti; il primo derby, il primo gol, il rischio
di essere ceduto alla Sampdoria prima ancora che la sua favola in giallorosso possa cominciare. E poi la gloria: caso più unico che raro di profeta in patria, venticinque anni con la stessa maglia, capitano per sempre, un palmarès che annovera un epico Scudetto, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane, oltre ovviamente al Mondiale 2006 conquistato da protagonista con la Nazionale.
E ancora il matrimonio da sogno con Ilary Blasi, la vita mondana attraversata sempre con leggerezza, con autoironia, con il sorriso grato di chi ha ricevuto in dono un talento straordinario e la possibilità di divertirsi facendo ciò che più ama: giocare
a pallone. Con l’espressione eternamente stupita del ragazzo che una città ha eletto a simbolo e condottiero, oggetto di un amore senza uguali. Fino al giorno del ritiro dal calcio giocato, e di un addio che ha emozionato non solo i tifosi romanisti
ma gli sportivi italiani tutti. Perché Francesco Totti è la Roma, ma è anche un pezzo della vita di ognuno di noi.

 



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