Il tempo fugace di Isabella Pivot


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Un libretto piccolo, sottile. Titolo spot: “Non ho tempo”. Editore Effedì. Ma Isabella Rosa Pivot, giovane pubblicista di Aosta laureata in Scienze Politiche, ha proustianamente cercato e ritrovato il tempo di proporci questi “racconti brevi per trovarlo”. Formula svelta, minimalista, quasi tascabile. L’assunto è furbo: le lancette corrono, tra attese dispersive, pause di noia e ritagli smarriti. Tra un metrò e un incontro di affari, perché non recuperare o rimettere insieme i minuti dispersi, concentrandoli in questa lettura rapida e leggera? Tra novelle brevi, spesso poco più che sketch o situazioni. Frammenti informali, pezzetti di vita, dove la forma agile e la scrittura scanzonata non smette di sorprendere, qua e là concedendosi perfino ingegnosi giochetti di metrica e rime. La confezione pocket non esclude scenari e atmosfere tra Fellini e Paolo Conte di tedio provinciale e figure meschine. Pallide comparse di un mondo piccolo e chiuso, perse in una palude di totale irrilevanza morale. Il pungente pennino della Pivot non manca di infierire con smagata crudeltà su questo mondo di bettole tristi, scialbi bevitori, alcol inutile: “Fradicio com’era, non poteva che cercare puttane e poker”. 

E’ evidente come il perimetro di Aosta stia un po’ stretto alla sensuale inquietudine della giovane scrittrice: che del resto, proprio in queste pagine, aveva già dato prova di ampio respiro cosmopolita in una smagliante Lettera da Bruxelles, con un’ ingorda ricognizione del mondo eterogeneo e vagamente equivoco che ruota attorno agli uffici degli erocrati. Oggi, da questa maneggevole raccolta di testimonianze fugaci, scaturisce la conferma che la stroffa c’è. Se non avete tempo, trovatelo: vale la pena.

GLC



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