Liberiamo San Francesco del Prato


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Tutta Parma, e non solo, si stringe intorno al progetto di restauro di San Francesco del Prato, accompagnato da una raccolta fondi e da un ricco programma di eventi volti a sostenere la rinascita di quello che è già un simbolo della “Capitale Italiana della Cultura” per il 2020.

 

Ad oggi raccolti 3,5 milioni di euro da Fondazione Cariparma, Crédit Agricole Italia, Famiglia Chiesi, Barilla, Faac e altri soggetti. I lavori possono contare sulle iniziative riunite sotto il motto “Liberiamo San Francesco del Prato”, promosse e coordinate da un comitato creato ad hoc per riaprire la chiesa al culto, ma anche ad eventi musicali, accademici e culturali.  Visite guidate in quota (da luglio 2019 in poi) tra i raggi del rosone e i decori della formelle, un crowdfunding che premia i sostenitori più generosi con un francescano cofanetto in materiale riciclato, numerato uno ad uno, contenente  le sezioni in ferro delle inferriate (la chiesa fu anche prigione), tagliate accuratamente in corrispondenza dello snodo. Il cofanetto diventa così il simbolo di questa rinascita dopo 200 anni di carcere.

E poi l’omaggio della Fondazione Teatro Regio e del Festival Verdi con la prima e l’allestimento nel cantiere di Luisa Miller per la regia di Lev Dodin (settembre e ottobre 2019) sono solo alcune delle attività e degli appuntamenti che rendono l’intera operazione qualcosa di più un semplice recupero architettonico. E sarà l’occasione per restituire il “gigante assopito” alla comunità francescana, che venne cacciata durante la soppressione napoleonica ottocentesca.

Se il mondo del calcio partecipa con l’esposizione dello striscione “Insieme per San Francesco” durante la partita Parma-Milano del 20 aprile 2019, anche i rondoni – per offrire una casa ai quali verranno salvate le buche pontaie presenti nella struttura – hanno voluto dire la loro, contribuendo alla connotazione green  dell’intervento.



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