Cinema: “Gli Uomini d’Oro”, tra “commedia e tragedia” il 7 novembre nelle sale italiane


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Diverse diramazioni, un’unica strada omogenea e conforme. Una incredibile ed avvincente Crime Story. Tre diversi punti di vista, di tre persone differenti immerse nelle loro situazioni personali, ognuno in cerca di realizzare i propri sogni.
Idealmente iniziando un film come i Soliti Ignoti di Monicelli e finendolo come Le Iene di Tarantino.

Torino, 1996. Luigi (Giampaolo Morelli), il Playboy amante del lusso, impiegato delle Poste alla guida del portavalori e a tre mesi dalla pensione, si vede già a gestire un locale balneare in Costarica insieme al suo amico Luciano. Quando il sogno si dissolve per l’approvazione da parte di Lamberto Dini – “uno che non l’ha eletto nessuno” – del prolungamento dell’età pensionabile di 10 anni, Luigi scopre di essere disposto a tutto pur di raggiungere il futuro tanto desiderato, anche rapinando il furgone stesso con la quale lavora, dovesse portare a grandi rinunce, come ad Anna, la seducente ragazza incontrata in una notte sfrenata. Un piano perfetto. Niente armi, niente sangue. Un colpo per la quale avrà bisogno del suo migliore amico, e sopratutto dell’ambiguo collega Alvise (Fabio De Luigi), il Cacciatore, suo accompagnatore nel furgone, ma che deve svolgere altri due lavori per mantenere moglie e figlia secondo un decoro borghese che non può permettersi. Sua è l’idea geniale della rapina, e quella di dividere il bottino in parti uguali. Nella banda anche un ex pugile, Nicola (Edoardo Leo) il Lupo, tutto muscoli e poche parole, legato a Gina, una donna troppo bella e troppo forte per lui, e a Boutique (Gian Marco Tognazzi), un couturier di alta moda dall’insospettabile doppia vita.
Tutto questo darà vita ad uno schema che dovrebbe cambiare ad ognuno la propria esistenza. Ma il crimine non è per tutti e per degli uomini qualunque, e la voglia di intascarsi per intero il bottino si rivelerà un gioco fin troppo pericoloso, con esiti tutti da scoprire…

Lo stile della pellicola è differente nell’espressività di ogni suo personaggio, ma formalmente uniforme nell’insieme globale che va unendo i vari attributi della storia. Il lavoro corale scenografico si vede, perché la tessitura di una trama complicata (e per certi versi improbabile) è ben confezionata, indovinando anche alcuni stratagemmi narrativi, come il continuo parallelo fra le vicende dei nostri antieroi e la storica rivalità fra tifosi della Juventus e del Torino, o la composizione regionale della “squadra del crimine”, che rispecchia l’immigrazione dal Sud ma anche il clima fra “terroni” e “polentoni”. Altra nota positiva la particolarmente azzeccata scelta delle colonne sonore nel film, partendo dalla “Lullaby” dei The Cure, fino ad “Alive and Kicking” dei Simple Minds.

Una bella novità nel panorama statico del cinema italiano, un film che rinegozia in continuazione l’equilibrio tra commedia italiana e tragedia (l’influenza e l’amore del regista per Tarantino si sente e si vede), ma che si fa seguire e trascinare molto volentieri.

Piergiorgio Pierantoni

GLI UOMINI D’ORO , in uscita nelle sale il 7 Novembre.
Regia: Vincenzo Alfieri
Attori: Fabio De Luigi, Edoardo Leo, Giampaolo Morelli, Giuseppe Ragone, Mariela Garriga, Matilde Gioli, Susy Laude, Gian Marco Tognazzi
Durata 110 min
Distribuzione: 01 Distribution
Sceneggiatura: Vincenzo Alfieri, Alessandro Aronadio, Renato Sannio, Giuseppe G. Stasi
Produzione: Italian International Film con Rai Cinema



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