I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro


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Antonio Vivaldi è il più importante, influente e originale musicista italiano del periodo Barocco. Il violino ne ispira il genio, ricambiato con una scrittura luminosa, ricca di idee, colori e temperamento

La mostra I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro al Museo del Violino di Cremona, dal 5 maggio* al 1 agosto, a cura di Fausto Cacciatori, Deborah Pase e Federico Maria Sardelli, rilegge quest’epoca fulgida attraverso gli strumenti scelti e utilizzati dal “prete rosso” e dalle fanciulle dell’Ospedale della Pietà di Venezia.

L’antica Istituzione rivolta all’assistenza dell’infanzia abbandonata era, allora, anche un conservatorio di musica nel quale le giovani orfane talentuose venivano avviate al canto e allo studio dei vari strumenti musicali. Vivaldi vi operò dal 1703 al 1740, dapprima come Maestro di Violino e successivamente come Maestro di Concerti, occupandosi quindi anche della scelta e dell’acquisto degli strumenti musicali. In quel periodo l’Ospedale comprò più di cinquanta strumenti, molti dei quali fanno parte della collezione, che vanta alcuni pezzi di altissimo pregio storico, realizzati da celebri liutai, come i due violoncelli di Matteo Goffriller e un violino di Pietro Guarneri.

La collezione è riconosciuta come rarissimo complesso di strumenti “barocchi”, provenienti da un’unica e antica Cappella Musicale e in parte non sottoposti a modifiche per l’esecuzione moderna. Quasi tutti gli strumenti hanno cessato l’uso continuo alla fine del XVIII secolo, quando il violino non aveva ancora compiuto l’intero percorso evolutivo, quindi la maggior parte si presenta ancora allo stato originale. La raccolta dell’Istituto della Pietà si presenta, dunque, come una grande fonte di informazioni sugli strumenti ad arco di scuola veneziana e tedesca, della fine del XVIII secolo, da cui gli studiosi possono trarre preziose indicazioni e conoscenze. Gli strumenti sono presentati dopo una intensa campagna di studio, conservazione e restauro a cura del Museo del Violino, del Corso di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università di Pavia e di Cr.Forma.

Parallelamente documenti, immagini ed oggetti permetteranno di ripercorrere la storia dell’Ospedale della Pietà, luogo di accoglienza all’epoca modernissimo, unico in Europa, laboratorio di educazione ed emancipazione. In particolare le Figlie di Choro erano apprezzate coriste e musiciste. La mostra racconta, seppur per cenni, le loro suggestive vicende. Abbandonate neonate nella scafetta, luogo deputato ad accogliere i piccoli assistiti nell’Ospedale della Pietà, le Putte del Choro venivano selezionate per il loro talento musicale e istruite da celebri maestri come Francesco Gasparini e Antonio Vivaldi. Proprio pensando alle caratteristiche tecniche delle proprie allieve, Vivaldi sceglieva personalmente i violini per le Figlie di Choro come Zanetta, Marcolina e Susanna. Le Putte del Choro erano figure avvolte da un’aura di mistero, poiché durante i concerti si esibivano dalle cantorie, celate dal fittissimo intreccio in ferro battuto delle grate con cui erano decorate, che rendeva invisibile al pubblico il loro volto. Molte di loro divennero famose e acclamate interpreti, impressionando con la propria bravura cronisti e viaggiatori stranieri che ne elogiarono i virtuosismi. “Quello dei quattro ospedali dove vado più spesso e dove mi diverto di più – scriveva il letterato e viaggiatore Charles De Brosses nel 1739 – è l’ospedale della Pietà, questo è anche il primo per la perfezione dell’orchestra. Che rigore nell’esecuzione!”. Eco di quella perfetta armonia ha ispirato la mostra e risuonerà nelle sale del Museo del Violino.

La mostra I violini di Vivaldi e le Figlie di Choro è promossa dalla Fondazione Museo del Violino e dall’Istituto Provinciale per l’Infanzia Santa Maria della Pietà di Venezia, in collaborazione con il Distretto Culturale della Liuteria di Cremona e Michelangelo Foundation, con il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo.

*da confermare in base alle disposizioni governative sulla riapertura dei musei



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