La rosa


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.. e pensare che quello che cercavo si trova in un’unica rosa!..
(il piccolo principe di Saint Exupèry)

rosarossaGià 5.000 anni fa la rosa era coltivata dai Sumeri ma non è escluso che persino l’uomo preistorico avesse scoperto le ottime proprietà nutrizionali dei suoi frutti. Nell’antico Egitto le rose erano consacrate alla dea Iside e corone di “Rosa santa di Abissinia”, facevano parte dei tesori sepolti con i defunti. Gli antichi Greci l’apprezzavano tanto da essere decantata da Omero come simbolo della bellezza femminile e come ornamento degli scudi di Achille ed Ettore, era il fiore di Afrodite, dea dell’amore, e Saffo la chiamava “regina dei fiori”. Anche Erodoto (490 a.C.) ci parla di Rose ed in particolare di quelle del giardino di Re Mida il quale, esiliato in Macedonia, trasferì, in quelle terre, le piante dalla Frigia: era conosciuta anche una rosa che ripeteva la fioritura, cosa assai rara in quei tempi; pare si trattasse della R. damascena bifera. Nell’antica Roma per la rosa, vi era una vera passione anche se ad appannaggio dei soli ricchi che nei loro giardini le coltivavano e le usavano per ornare i banchetti. Famose erano le lugubri feste organizzate da Eliogabalo, imperatore romano nel 218 d.C. durante le quali cascate di petali venivano rovesciate sugli ospiti che, sotto il loro peso e, forse inebriati dal profumo e dal vino rimanevano soffocati. Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), noto naturalista del tempo descriveva già pochi anni d.C. le rose più apprezzate dai sui concittadini che venivano coltivate nei dintorni della capitale e vicino a Napoli ma, probabilmente, la produzione non era sufficiente a soddisfare le richieste poiché navi cariche di fiori arrivavano dal Nord Africa, dall’Egitto, da Cartagine e da Cirene.  Dall’impero romano bisogna arrivare fino al Medio Evo, per ritrovare in Europa un vivo interesse per la rosa, in particolare della Rosa gallica ‘Officinalis’ che a quel tempo veniva usata come pianta medicinale e per questo coltivata prima nei giardini dei conventi, e nei primi Orti Botanici come accadeva a Padova e Pisa, fondati nel 1540 e poi, grazie alla capacità dei suoi petali di conservare il profumo anche dopo l’essiccazione, in Francia, nella regione di Provins, per la produzione di profumo, acqua di Rose e della famosa Conserva di Rose di Provins. Dalle lontane terre dell’Islam, ai tempi delle crociate, vennero introdotte nel Vecchio Continente sicuramente altre Rose dal momento che queste erano considerate, dai persiani, le regine dei giardini. Un erudito persiano, Omar Khayyam, matematico e scienziato morto nel 1123 aveva scelto la rosa come simbolo della perfezione. Ma il fatto che suscitò maggior interesse in questo fiore fu, alla fine del ‘700 l’importazione, dal lontano oriente, delle rose Cinesi, coltivate da millenni nei giardini di quel lontano paese e, poi, all’inizio dell’800 della Rosa al profumo di tè (chiamata così perché i primi esemplari arrivavano in Europa viaggiando sulle navi cariche di foglie di tè). Queste rose avevano una caratteristica strabiliante: erano fiorite praticamente tutto l’anno. Proprio in quegli anni, precisamente nel 1799 Giuseppina moglie di Napoleone nel  castello della Malmaison collezionò tutte le piante che poté reperire in quei tempi e creò uno splendido roseto in cui si potevano contare centinaia di varietà provenienti dagli angoli più remoti della terra e fino ad allora praticamente sconosciute.

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