A B C…dei forestierismi


Add to Flipboard Magazine.

Non è obbligatorio parlare correttamente altre lingue anche se nell’era della globalizzazione sarebbe opportuno avere dimestichezza almeno con l’inglese,  ma è indispensabile invece conoscere le parole straniere che sono ormai entrate prepotentemente nel nostro lessico quotidiano e che hanno fatto incrementare del ben 4%, ossia 4mila termini su 100mila, i nuovi dizionari

Premesso questo, vanno prese in considerazione tre semplici regole: usare una certa terminologia solo quando se conosce con  precisione il significato,  prestare attenzione alla pronuncia e non concatenare mai troppi  “forestierismi”.  Le nuove parole vanno a riempire i vuoti lessicali della nostra lingua e servono a indicare nuovi concetti come ad esempio succede nell’informatica ma vi sono neologismi puramente dipendenti dalle tendenze del momento, come ad es.  drink, brunch, hamburger, hot dog, consommé, vol-au-vent, soufflé. Ovunque nel mondo queste parole sono usate abitualmente come capita per alcuni termini nostrani, ad es “pizza”.

 

Vi sono termini che definiscono un certo tipo di abbigliamento come tailleur, gilet, cashmere, jeans, smoking, frac, tight, decolleté ecc. ma attenzione a non usare termini come “smoking” o “tight” in Inghilterra perché non vi capirebbero. Infatti, lo smoking in inglese si chiama “dinner jacket” e il tight si chiama “morning coat”. Stranezze delle lingue…

Il gergo aeroportuale è comune a tutto il mondo: check in, gate, transit, ouverture, boarding card ecc. Anche  per la musica si utilizzano termini  precisi che usiamo abitualmente: pas de deux, ouverture, jazz, rock, pop, rap…

“O. K.” è il  termine super abusato per eccellenza.  Una sorta di vizio infettivo giovanile introdotto negli anni 60/70 che  ci ha definitivamente contagiato. E qui non c’è rimedio.

“V.I.P.” cioè “very important person” in Italia, ma solo in Italia, è un modo, direi  a questo punto, quasi volgare, di designare un individuo che anche per un solo minuto è apparso   in televisione. Nel mondo i “ very importan person” sono altri…

“Jet set” è, invece, una espressione usata negli anni in cui si supponeva che il meglio della mondanità internazionale viaggiasse in jet, ora il termine è assolutamente “out”.

Il termine“ Rendez-vous” lascia intendere un incontro, un appuntamento e consigliamo di usarlo con una certa ironia…

Il “meeting”, invece, si usa generalmente per designare una riunione di lavoro.

Ed infine, “know how”: parola usata per descrivere le nostre personali conoscenze tecniche che dovrebbero semplicemente servire a fare bene quello che facciamo. Ma, attenzione di questi tempi è l’espressione prediletta da chi di grandi conoscenze non abbonda e quindi tenta un ciarlare forbito…

 

Daniela Berti



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati