La Dieta mediterranea patrimonio Unesco


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Il 15 di Novembre 2010 a Nairobi, si è riunita la quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’Unesco, per esprimersi in merito a 51 candidature che hanno per obbiettivo l’iscrizione alle liste del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.  Nella prestigiosa lista, l’Italia vantava già  due iscrizioni su 166, l’Opera dei Pupi siciliana e il Canto a tenore sardo, ora  è stata iscritta anche la dieta mediterranea, emblema di  uno stile di vita sano, equilibrato, espressione della cultura che i popoli mediterranei hanno saputo creare nel corso dei secoli.

La dieta mediterranea rappresenta un insieme di conoscenze, di tradizioni e di abilità, comprese in un ventaglio immenso di elementi e caratterizzato dal paesaggio, dalle culture, dalla trasformazione, dalla preparazione, al consumo del cibo.  Un modello nutrizionale semplice,  costituito da olio di oliva, cereali, frutta fresca, frutta secca,  verdure,  pesce, latticini e carne,  condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, nel rispetto delle tradizioni di ogni comunità.  La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e per la biodiversità,  garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle così diverse comunità del Mediterraneo. Come dicevamo, si tratta di uno stile di vita più che semplice alimentazione ma che congloba anche il costume, le tradizioni, i canti, le leggende e i riti.

 

 

Qualche suggerimento:

e’ consigliabile consumare giornalmente cereali integrali e tuberi: pane e pasta di frumento integrale, riso, mais, farro, avena, segale, orzo, grano saraceno, patate, ecc.;  legumi secchi e verdi: fagioli, piselli, ceci, lenticchie, fave, lupini, cicerchie, ecc.; frutta (a polpa e a guscio): mele, pere, arance, mandarini, albicocche, pesche, uva, fichi, angurie, meloni, lamponi, fragole, castagne, noci, nocciole, mandorle, pinoli, pistacchi, ecc.; verdure e ortaggi: rape, ravanelli, carote, insalate, spinaci, cicorie, crescione, porri, asparagi, finocchi, bietole, carciofi, broccoli, cavoli, ramolacci, ravanelli, pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cipolle, ecc.; condimenti: principalmente olio extravergine di oliva. In dosi minori burro, lardo e strutto; erbe aromatiche: basilico, timo, maggiorana, origano, aglio, ecc.; latte intero di vacca o capra e formaggi; vino in modeste quantità (1 bicchiere a pasto)

Da una a tre volte a settimana:  carne: prevalentemente bianca, quindi di volatili da cortile come pollo e tacchino. Inoltre coniglio, maiale e vitello; pesce: in prevalenza azzurro come acciughe, sardine, aringhe, aguglie, sgombri, spatole, ecc.; uova: utilizzate anche per produrre la pasta.

Da consumare minore frequenza invece i dolci.

I piatti unici sono i più rappresentativi ed equilibrati,  la pasta e fagioli,  ma anche la pasta e ceci, le lenticchie,  la pasta al sugo di carne con parmigiano e olio extravergine di oliva,  i minestroni di verdura e di legumi,  la pizza (pomodoro e mozzarella),

 

Una ricetta:

Mettere a bagno 250 grammi di fagioli  per tutta la notte (dose per 4 persone).

Il giorno dopo: cuocere i fagioli in acqua sufficiente (per circa 2 ore), in una pentola tritare insieme e soffriggerli con olio di oliva e a fuoco basso (qualche minuto) carota gialla, sedano, cipolla e peperoncino; mettere i fagioli cotti, di cui la metà schiacciati, nella pentola insieme a parte dell’acqua di cottura (la quantità di acqua deve essere sufficiente per 4 porzioni abbondanti); sempre nella stessa pentola cuocere quindi la pasta ( se pasta fatta in casa consigliamo  i “quadrucci”, diversamente  i “cannolicchi”), aggiungendo anche un poco di sale. Prima di servire in tavola insaporire il tutto con olio di oliva.

 



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