Giuni Russo, sirena immortale


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Era una cantante capace di interpretare qualunque canzone. E lo fece. Chissà ora, da dov’è, come accoglierebbe l’uscita di un suo nuovo cd-dvd. Voglio credere che le scapperebbe, da lassù, qualche termine pesante: il grande disappunto per non essere stata apprezzata appieno quando sul palco lei, Giuni Russo, dava il meglio di sé. Quando era capace di giocare con le note e con estrema semplicità il virtuosismo le usciva attraverso quel grande strumento che era la sua voce. Forse nessuna cantante italiana aveva osato tanto negli anni ottanta, al punto da essere giudicata, per estrema contraddizione, o troppo all’avanguardia o troppo demodè. Vi invito a ripensare al suo successo del 1982, “Un’estate al mare”, l’unico che catturò l’attenzione di tutti gli italiani e che ancora oggi risentiamo con piacere.

Catalogata come “canzonetta-tormentone estivo”, ci presentò questa voce dalle straordinarie possibilità, forse uniche al mondo. In un passaggio del brano risulta difficile distinguere ad esempio il verso dei gabbiani dalla voce di Giuni Russo. Un amalgama perfetto. Un vero crimine che un paese come l’Italia (cui lei era fiera di appartenere) non abbia valorizzato a dovere una delle sue artiste più grandi. Ora a lei sirena immortale, scomparsa prematuramente nel 2004, l’Italia chiede scusa e lo fa con la pubblicazione di un cofanetto, distribuito dalla Edel, dal titolo: “Giuni Russo – A casa di Ida Rubistein 2011”.  Otto arie da camera di Bellini, Donizetti e Verdi rivisitate in chiave jazz con collaborazioni di livello: Paolo Fresu, Uri Caine, Brian Auger e un duetto con l’amico Franco Battiato. Il dvd in allegato contiene un rarissimo documento video di 60 minuti, rimasto inedito fino ad ora al grande pubblico. Le riprese sono state effettuate durante la tournèe del 1991, realizzato per i Pomeriggi Musicali di Milano. Le arie proposte nel cd, composte oltre un secolo fa, tornano attualissime. Un viaggio nel passato, eppure così moderno! Non si può non restare affascinati ascoltando questo album, avendo l’impressione che quei brani siano stati scritti appositamente per lei, per essere affidati alla sua voce. L’inconfondibile voce di Giuni Russo vola ancora libera come una colomba. Il suo ritorno non può che farci piacere, ma ha il sapore di una triste vittoria.

 

Emanuela Biancardi



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