Confesso che una delle mie attività preferite è trovare i difetti ai film che vedo e condividere i libri che leggo. Quindi è con particolare piacere che vi parlo del libro del Professor Carlo Alberto Redi, eminente studioso, docente di Zoologia all’Università di Pavia e grande divulgatore. Ho avuto il piacere di conoscerlo durante uno degli incontri annuali che dedicava a giornalisti, magistrati e politici, quest’ultima categoria avvezza a parlare diffusamente di cose che non conosce affatto. L’Open Lab di Pavia ha portato per anni i giornalisti nei laboratori e nelle aule ad ascoltare relazioni di studiosi e premi Nobel, una esperienza straordinaria.
Parte delle ‘lezioni’ dell’open lab sono ora raccolte nel libro “Il biologo furioso”, edito da “i tipi” di Sironi. Redi ha di che essere furioso: la ricerca di base in Italia è definitivamente stroncata, mentre in Cina sono convinti di poter diventare la prima superpotenza mondiale e per questo stanno investendo nella ricerca e non a caso hanno inaugurato il progetto “Innovation 2020”, di fronte al quale i nostri laboratori strappano un sorriso amaro.
Il livello culturale medio è bassissimo e non esiste cultura scientifica specialmente per i nostri rappresentanti politici. Obama in piena crisi economica ha destinato alla ricerca il 2,6% del Pil nel 2009 con l’obiettivo di superare il 3%, mentre l’Italia sforna e forma laureati destinati ad essere precari a vita o a prendere la porta della frontiera per vivere.
Redi lamenta proprio il fatto che il mondo politico non si interfacci mai con il mondo scientifico e questo dà luogo a strani fenomeni come le discussioni su argomenti tecnici di cui i politici sanno ben poco. Il risultato è che i cittadini sono bombardati da notizie spesso fuorvianti e manipolate da aspetti emotivi, ma ben poco reali, come la creazione della vita artificiale, i cibridi, la clonazione umana o l’utilizzo di cellule staminali embrionali per la ricerca sino agli OGM. Il risultato è che, bombardati da notizie poco chiare e spesso “terroristiche” si applica arbitrariamente il ‘principio di precauzione’ ossia ci si schiera per il ‘no’ giusto per non incorrere in eventuali errori. Per chi volesse capire di più, dovrebbe leggere questo libro illuminante e soprattutto onesto, lineare, senza fronzoli, senza opinioni personali, solo fatti.
Naturalmente ognuno può conservare le proprie opinioni, come la mia che in qualche modo rifiuta gli OGM nel piatto. “Il biologo furioso” non è un libro che vuole fare proseliti ma solo offrire la chiarezza che spesso anche noi giornalisti non riusciamo a proporre. Allora se per l’informazione va bene il giornale, per la formazione è ancora necessario un bel libro.
Johanna Rossi Mason
Carlo Alberto Redi
Il biologo furioso
Sironi Editore 2011
18,00 euro
isbn 9788851801588