Mamme cattivissime


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Ho sempre stimato Badinter come una delle sociologhe più brillanti e una profonda conoscitrice delle dinamiche di genere. Il suo punto forte comunque, è di certo l’analisi della maternità e non si smentisce in questo saggio edito da Corbaccio che ne ridisegna i confini alla luce dei cambiamenti sociali degli ultimi anni.

Se nel dopoguerra le donne avevano iniziato a fare i loro passi nel mondo del lavoro, negli anni ottanta e novanta la crisi economica ha riportato molte a casa, perchè più fragili, meno istruite. Solo le più ricche e preparate sono riuscite a rimanere in sella, mentre le altre hanno scelto più o meno volontariamente di fare il lavoro per cui si ritiene siano geneticamente determinate ossia prendersi cura della famiglia e allevare la prole. Nonostante i tentativi di suddivisione del lavoro, il carico è sempre più oneroso per le donne: quelle che scelgono la carriera comunque sono pagate meno e devono inoltre sobbarcarsi i costi umani ed economici del lavoro familiare. Il tutto dividendosi tra aspettative legittime, quella di una realizzazione professionale e quella di procreare e avere una famiglia a cui dedicarsi. Insomma, il destino di un giocoliere instancabile. Nel frattempo le moderne tecniche di procreazione assistita creano nuovi dilemmi, sia pure sussurrati, come la possibilità di rimandare la maternità sino al momento in cui la carriera sarà ormai consolidata grazie alla congelazione degli ovociti o anche oltre tempo massimo con la fertilizzazione in vitro. Mentre, dall’altro lato della techne si percepisce un forte ritorno alla Natura, alle sue regole e ai suoi ritmi e proprio nel momento della crisi, economica e sociale, le donne tornano al centro, tornano a casa, per tenere le fila di un sistema che altrimenti andrebbe allo sbando.

Ci si appella, ora, all’istinto materno, quello che sino a poche decine di anni fa era un meccanismo naturale, sul quale non ci ponevano troppe domande. La riproduzione, afferma la studiosa “era un istinto, un dovere religioso e allo stesso tempo un tributo alla sopravvivenza della specie”. Ma nella realtà il desiderio di un figlio non è né costante né universale e oggi le donne non solo lo sanno ma rivendicano il diritto di non desiderare bambini. Ciononostante li fanno, talora controvoglia, per compiacere gli altri, perchè si devono fare. Le motivazioni sono piuttosto confuse e non sempre ben definite. Le donne sono chiamate a scegliere tra la maternità e la libertà. Ma se scelgono loro stesse e la loro ambizione non avranno vita facile perchè la società non perdona. Ecco le ‘mamme cattivissime’ del titolo, quelle che, funambole cercano un continuo compromesso tra le loro ambizioni. Ed ecco che si fronteggiano le ‘tradizionali’ che di figli ne hanno addirittura tre, con le ‘postmoderne’ senza figli. Non si amano, le due categorie, si giudicano, spesso senza nemmeno sapere perchè. La società ci induce a scelte delle quali non sempre ci rendiamo conto. Badinter svela le pressioni sociali delle donne con l’acume che le è da sempre riconosciuto.

 

Jrm

Letto per voi:  “Mamme cattivissime” di Elisabeth Badinter

Corbaccio

2011

Euro 16,00

Pagine 178



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