Monferrato: codesto vocabolo villereccio…


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“Monferrato: codesto vocabolo villereccio, seguitando
la conquista 
dei Ferrati marchesi, come l’ombra
il corpo, 
abbandonò per
sempre il fertile colle transpadano
per rimanere 
titolo di signoria alle terre fra il 
Tanaro e
il Po ed esser 
gridato su i campi di battaglia d’Oriente, sempre o nella vittoria, o nella sconfitta, onorato”.
G.Carducci


L’antica zona del Monferrato,dai confini non ben definiti, compresa tra la provincia di Torino, parzialmente quella di Alessandria – Monferrato Casalese e Monferrato Acquese – e Asti, è posta al centro di quel Piemonte meridionale, collinare e vignaiolo, tra il Po e le prime creste dell’Appennino Ligure. Il Monferrato non è solo un’espressione geografica ma una delle“piccole patrie”  piemontesi, nata dal connubio tra Storia e  Mito. “..una Toscana senza cipressi”, così veniva definita dal Carducci, questa zona, caratterizzata anche dall’edilizia tradizionale che impiega un tufo d’estrazione locale, un’arenaria a grana fine e compatta, dalle tenui tonalità color avorio antico, che insieme al “cotto”, costituiscono un’inconfondibile marchio visivo della “monferrinità”. Ancora di più lo sono le testimonianze del glorioso passato e dell’indomita fierezza degli abitanti, i scenografici e numerosi castelli, i palazzi, i santuari, le monumentali parrocchiali tardo-settecentesche che hanno forme grandiose e dominanti, e le opere del celebre pittore Guglielmo Caccia, che gremiscono le chiese monferrine. La fertilità della terra, la posizione geografica e l’abilità dell’uomo, hanno fatto si che questo territorio rappresentasse uno dei cuori pulsanti della civiltà enoica. Tra i vini più noti troviamo degli ottimi Barbera, Bonarda, Grignolino, Freisa e Malvasia. La zootecnia e l’agricoltura del Monferrato ci hanno fornito delle carni eccezionali e rinomatissime, oggi sono 24.000 le aziende con allevamenti, cioè il 10% del dato nazionale e producono 2.031.0000 ql di carne, vale a dire il 13% del prodotto italiano.

Curiosità:

Il secondo giovedì antecedente al Natale si svolge la Fiera di Carrù,che rappresenta il vero trionfo della razza bovina piemontese. E’ una tradizione antichissima, si hanno notizie che già dal lontano 1400 ma la prima fiera moderna fu istituita nel 1910 per volontà dell’Amministrazione comunale ed è diventata un tradizionale appuntamento commerciale e folcloristico.Sono ammessi esclusivamente bovini da macello di razza piemontese, suddivisi nelle varie categorie.Non solo sono i buoi che fanno la festa, ma la gente di Langa, il freddo intenso e le nebbie, quell’atmosfera di un rito antico. Per Info: tel.(0173) 75103. Anche in altre località viene organizzata la festa del Bue Grasso, a Moncalvo (At), per info tel 0141 917505; a Cavour (Cn)sempre nello stesso periodo ci sarà “La settimana della carne,per info tel. 011 6177277, dove sono previste visite agli allevamenti e le cascine del cavourese apriranno le loro porte per un’edizione speciale di Cascine aperte.



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