Il festival canoro dei fiori…senza fiori


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Gli italiani hanno guardato il Festival di Sanremo e hanno fatto bene. Come “azionisti” abbiamo il diritto di controllare il nostro investimento. Il 62° è stato il Festival delle luci ed ombre, con Morandi e Celentano, le loro vite parallele, i loro 50 anni di carriera passati a regalarci alcune delle più belle canzoni italiane, dividendosi fan e consensi, 50 anni in cui il loro percorso spesso si è incrociato, come è accaduto in questa ultima settimana. Tornano in tv insieme, nel ruolo di intrattenitori: intrattengono ma non “contengono” le polemiche.

E’ il Festival dei monologhi, degli errori tecnici,delle parolacce di troppo, delle “farlalle” tatuate… Ricorderemo questo della più importante kermesse canora italiana? Pare di si.

Francesco Renga commentava ai microfoni di Radio 24: “ Noi cantanti siamo la cornice di Celentano…l’attesa è tutta lì..Direi che non contiamo una beata….”

Sì, perché c’erano anche le canzoni a Sanremo. Possono piacere o meno, resta il fatto che chi si esibisce sul palco dell’Ariston lo fa con passione, convinzione, mettendosi in gioco, firmando molto spesso il proprio brano, emozionandosi fino alle lacrime..perchè Sanremo è Sanremo. E’ il festival delle donne sul podio con, nell’ordine, Emma Marrone al primo posto, Arisa al secondo, Noemi al terzo. E’ l’edizione delle grandi presenze a livello internazionale. Nella serata omaggio alla canzone italiana i nostri duettano con artisti del calibro di Brian May, Al Jarreau, Josè Feliciano, Noa, Patti Smith…….

Salvatore De Pasquale, in arte Depsa, autore delle più belle canzoni sanremesi che ancora oggi sono brani di successo, si chiede: “ Nonostante l’impegno dei cantanti, fra venti, trent’anni quali di queste canzoni sarà ancora interpretata come è accaduto per Donne di Zucchero,Vita spericolata di Vasco e molte altre degli anni ottanta… Cosa resterà di queste ultime edizioni?”

Rosanna Fratello cantante a Sanremo per sette edizioni, aggiunge:” Riconsegniamo il festival alla canzone italiana, tutto il resto deve restare un contorno…e poi 5 sere di kermesse… ovvio che poi bisogna “ riempire”….” Il fatto è che il Festival non è più un evento musicale bensì televisivo. Per la sua sopravvivenza si deve puntare sugli ospiti, che si odino o si amino poco importa, la conferma sono gli indici di ascolto altissimi.

Un altro vincitore del Festival però c’è: Rocco Papaleo. E’ lui che risolve gli imbarazzi di conduttore e vallette, che improvvisa, che ironizza e diverte che comunica col pubbico in sala e quello a casa.

Tornando alle canzoni saranno gli italiani ad appropriarsene, a decretare i veri vincitori, ad ascoltare con più tempo testi e arrangiamenti, a riconsegnare il Festival alla canzone italiana.

C’è però una cosa che sicuramente non ricorderemo di questa edizione del concorso canoro: I fiori della Città di Sanremo. Scomparsi per sempre? Sul palco dell’Ariston nessuna traccia. Che l’abbiano presa alla larga? Fotosintesi clorofilliana e farfalle? Chissà…forse allora torneranno nella prossima edizione.

Emanuela Biancardi



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