Lo psichiatra: le cattive notizie influiscono sulla salute mentale. In aumento gli attacchi di panico


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Siamo continuamente esposti alle ‘brutte notizie’: dagli omicidi familiari, alle guerre, i rapimenti di cooperanti all’estero, il sequestro di navi dai pirati, sino al naufragio della nave Concordia e alle nefaste news economiche che promettono lacrime e sangue. Le notizie buone, positive, confortanti sono inesistenti, sporadiche e relegate in coda ai tg o nei talk show pomeridiani. Troppo poche. “Una esposizione mediatica che raggiunge il cervello e lo induce ad avere principalmente due reazioni: una di indifferenza con la perdita di empatia e compassione, un metodo difensivo per mantenere l’equilibrio e passa attraverso ad un meccanismo di distacco, e un altro che ‘assorbe’ le negatività sviluppando ansia, insicurezza sino a depressione e attacchi di panico” è ciò che sostiene Giorgio Maria Bressa, Psichiatra a Roma e Docente di Psicobiologia del Comportamento presso l’Università Pontificio Ateneo Salesiano di Viterbo “ovviamente non voglio colpevolizzare il sistema dell’informazione ma questi in qualche modo ci offre quotidianamente una rappresentazione della realtà che tendiamo ad assumere. Si pensi che nel periodo in cui ci veniva detto che la recessione era passata, stavamo meglio, anche se non era vero e ci stavamo avvicinando al baratro del default. Ora è come se i conduttori ci dicessero: ‘vi auguriamo una pessima giornata’. Certo, abbiamo sempre la possibilità di cambiare canale o spegnere la televisione ma una civiltà interconnessa e altamente informata non può sottrarsi facilmente a questo blob di informazioni negative che impattano sulle condizioni già critiche di ciascuno. Si crea così un ‘umore collettivo’, sulla scorta del modello dell’inconscio ipotizzato da Jung che si instaura e si propaga proprio come un virus. Negli ultimi mesi abbiamoassistito ad un aumento verticale delle richieste di aiuto per disturbi d’ansia generalizzata e per i suoi eventi più acuti, gli attacchi di panico. La gente sente un continuo senso di perdita, di stress, paura per il futuro che appare poco certo. Riscontro continuamente sentimenti amari, di perdita di fiducia e di speranza che possono gettare le basi della depressione”.

Gli attacchi di panico si manifestano con una paura intensa senza una causa particolare e durante lo svolgimento di normali attività quotidiane: guidando o al lavoro, a casa o in qualsiasi altra situazione. L’attacco si manifesta con una respirazione accelerata, tremori, sudorazione profusa, nausea, palpitazioni dolore al petto e una sensazione di immobilità e morte imminente e perdita delle facoltà mentali. Il soggetto rimane paralizzato e in preda ai sintomi per alcuni minuti che possono sembrare una eternità e si rivolge al Pronto Soccorso convinto di aver avuto un attacco di cuore. Purtroppo ogni attacco aumenta la paura del successivo innescando una reazione a catena di ansia anticipatoria. Le donne sono i soggetti più colpiti e il disturbo presenta caratteristiche di familiarità. “La causa biologica” spiega lo psichiatra “sembra essere una alterazione dei meccanismi di allarme del cervello che scattano anche in assenza di uno stimolo reale e che scatena una reazione di difesa o di fuga con il lungo corollario di sintomi determinati dall’attivazione del Sistema Nervoso Autonomo, che controlla i meccanismi della respirazione, della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca e della sudorazione. Se a volte il disturbo (DAP) compare a seguito di un evento stressante, spesso è assolutamente estemporaneo e interessa soggetti con una buona salute psicologica. Gli attacchi innescano una serie di problemi: l’evitamento delle situazioni in cui si sono verificati gli attacchi (le persone quindi smettono di guidare, di prendere la metro e spesso di andare al lavoro) e la comorbidità con problemi come la claustrofobia (paura degli ambienti chiusi) o l’agorafobia (timore degli spazi aperti). Se non trattato il DAP porta ad un ritiro graduale dalla vita sociale e un decadimento della qualità di vita, situazioni che ho descritto nel libro Mi sentivo svenireda poco ripubblicato per IPOC (Italian Path of Culture) in cui sono riportate numerosi casi emblematici”.

Una situazione già molto seria, quella della salute mentale, ubiquitaria sia nel mondo che nelle varie classi sociali ma che è scarsamente trattata nelle fasce più disagiate, aggiungendo criticità al problema principale. Un americano su due soffre di depressione, ansia o altre malattie mentali almeno una volta nella vita e uno su 17 presenta un disturbo mentale grave. Purtroppo nelle fasce povere della popolazione solo il 32% riceve un trattamento e meno del 12% un aiuto adeguato. Disturbi che quando non vengono trattati costano 100 miliardi di dollari l’anno in termini di perdita di produttività, chiave di lettura che il Professor Bressa contesta: “la valutazione della perdita economica conferma che il sistema tiene conto solo dell’aspetto produttivo e tiene scarsamente in considerazione le ricadute sul benessere dei pazienti e dei loro familiari che spesso sono letteralmente abbandonati dalle istituzioni anche per meri motivi di budget. La salute mentale dovrebbe essere considerata un diritto. Destinare maggiori risorse a questo settore avrebbe ripercussioni positive su molti settori della vita sociale, ad esempio potenziando e sviluppando la psichiatria pubblica che non riesce a dare risposte a condizioni considerate più lievi, con le quali apparentemente si può convivere”. Sintomi degli attacchi di panico secondo il DSM IV. La diagnosi viene effettuata in presenza di almeno 4 sintomi che si manifestino improvvisamente e raggiungano la massima intensità in un periodo di 10 minuti:

  • · Palpitazioni o aumento della frequenza cardiaca
  • · Sudorazione
  • · Tremori
  • · Respiro affannoso o difficoltà a respirare
  • · Sensazione di soffocamento
  • · Dolore o senso di oppressione al petto
  • · Nausea o dolori addominali
  • · Capogiri, vertigini, svenimento o senso di instabilità
  • · Senso di irrelatà o estraneazione rispetto a se stessi (derealizzazione)
  • · Paura di perdere il controllo o impazzire
  • · Timore di essere in procinto di morire
  • · Parestesie agli arti (formicolio o intorpidimento)
  • · Brividi di freddo o vampate di calore

 



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