Il sorriso è uno degli principali elementi di attrazione del volto, una struttura anatomica e meccanica estremamente complessa. Basti pensare che solo le labbra sono azionate da 11 muscoli diversi e da una struttura di tessuti tridimensionale e dinamica. Parte del sorriso e della sua armonia dipende dalla salute e dalla regolarità delle strutture sottostanti: denti, ma anche gengive e ossa.
Migliorarlo? Non basta agire sulle labbra, il terzo inferiore richiede un approccio completo tra più specialisti, ne parla Pietro Lorenzetti, Direttore del Reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica della Clinica Villa Benedetta di Roma.
Professore quali sono gli elementi di un sorriso perfetto?
Direi l’armonia e la simmetria tra la parte esterna della bocca rappresentata dalle labbra, il sostegno interno della bocca e la regolarità dei denti. In questo senso spesso è necessaria una valutazione complessiva che si estende dal campo del chirurgo plastico e prevede una consulenza odontoiatrica, ortodontica e in alcuni casi maxillolabiale facciale. Spesso infatti mi capita di vedere belle labbra, ritoccate anche con gusto che poggiano su denti irregolari, affollati, di dimensioni inadeguate, opachi, non perfettamente bianchi.
Quindi la valutazione di un intervento estetico deve essere eseguito nelle varie dimensioni…
Esatto, nel terzo inferiore del volto la valutazione deve essere complessiva. Deve esistere un buon equilibrio tra il bianco dei denti che attrae lo sguardo e il rosso del vermiglio rappresentato dalle labbra. Non bisogna dimenticare che le ossa della bocca, le gengive e i denti rappresentano il sostegno dei tessuti e dei muscoli di questa parte del volto, determinandone il turgore e la tonicità, quegli aspetti che identificano la giovinezza di un volto. E che basta un dente mancante o mal posizionato per veder comparire all’esterno una depressione e una ruga profonda.
Quali sono gli elementi di attrazione di un volto?
Quelli più mobili che formano le espressioni quindi gli occhi e la bocca, ma soprattutto il loro equilibrio di forma e misura. Viene da sempre considerato canone di bellezza e di attrazione la simmetria tra i due lati del volto (destro e sinistro) e l’alternanza tra tratti infantili (bocca e occhi grandi, naso piccolo) e tratti maturi (zigomi alti, guance scavate, mascella delineata, sopracciglia alte). Questa combinazione di fattori deve essere tale che non solo il viso sia bello, ma che le sue espressioni siano gradevoli. Ci sono volti belli ma che si aprono con sorrisi troppo larghi, mostrano strutture ossee imperfette o dentature irregolari: in questo caso il chirurgo plastico può fare ben poco.
Come è fatto il labbro ideale?
Esistono dei parametri e delle proporzioni individuate già da Leonardo e ancora valide, ma il chirurgo non può agire su tutto, deve limitarsi a valorizzare il bello che c’è e possibilmente riequilibrare il troppo o il troppo poco. Una bocca molto grande e pronunciata con labbra molto piene può essere resa più naturale e gradevole solo con una dentatura regolarissima e dalle dimensioni contenute che si può ottenere ad esempio con l’applicazione di faccette di ceramica.
Labbra giovani ma sottili possono essere rese più evidenti con uno sbiancamento che ne faccia risaltare il vermiglio e con una piccola dose di acido ialuronico che ne riequilibri il volume.
A questo proposito va detto che è necessario conoscere l’anatomia del labbro e rispettarla: spesso vediamo bocche che possiamo definire ‘gonfiate’ che assumono l’aspetto ‘a papera’ o. peggio ‘a canotto’. Significa che non è stata valutata e rispettata l’anatomia tra prolabio e vermiglio, che le salienze (arco di cupido, colonne filtrali e tubercoli labiali) non sono state rispettate, che si è aumentato il volume del labbro superiore senza tenere in considerazione adeguata quello inferiore.
Ma allora quali sono le regole da seguire?
La mucosa deve essere estroflessa, specialmente nella donna nella quale è una caratteristica evolutiva, deve apparire turgida ma non tesa, l’intervento deve permettere l’esposizione dei denti nel sorriso e l’arco di cupido deve essere valorizzato senza però sovrapporsi alla mucosa. Deve esserci quindi un equilibrio tra la forma, la dimensione e la proiezione delle labbra e l’esposizione della dentatura. Il viso quindi quando le labbra vengono ritoccate, non deve essere gradevole solo di fronte ma anche di tre quarti e di profilo, posizioni che devono essere mostrate al paziente in modo che possa apprezzare anche l’intervento minimo ma risolutivo.
Più l’intervento è naturale più sono le possibilità che venga richiesto successivamente, a patto che sia effettuato con strumenti reversibili, come i filler riassorbibili.
Perché non scegliere un intervento definitivo?
Perché il volto è una struttura in perenne dinamismo e perchè si modifica sia la struttura cutanea, che tende a cedere con il tempo, sia la parte ossea che va incontro ad usura, determinando successivamente le depressioni del derma e delle pareti muscolari. La bocca ritoccata bella a 25 anni può non rispondere alle esigenze di una cinquantenne e non dimentichiamo che la sicurezza di questo genere di interventi, la qualità eccelsa dei materiali, devono essere la filosofia da seguire sempre. Le mode passano, ciò che è considerato bello oggi, domani è out e quindi indesiderabile. Ciò che valeva solo per tessuti e lunghezza delle gonne oggi vale anche per il ritocco estetico. Chi vorrebbe zigomi datati anni 90?
Pienezza e definizione quindi sono criteri estetici desiderati a tutte le età?
E ancor più quando il tempo lascia i suoi segni. Per questo oltre al volume dobbiamo effettuare una valutazione globale: la pienezza della mucosa, la perdita di definizione del vermiglio, ma anche la presenza di tessuto adiposo nelle zone circostanti, la presenza di righe profonde dinamiche (come i solchi naso-genieni) e rughe statiche dovute all’invecchiamento, al fumo o all’esposizione al sole, nonché lo stato generale della pelle. A partire da 45-50 anni la visione deve essere più globale e guardare alle antiestetiche rughette periorali, alla perdita di tonicità o al ripristino dei volumi di sostegno ad esempio dopo un dimagrimento. Quando la bocca si apre in un sorriso infatti coinvolge i muscoli di guance e zigomi che si proiettano verso l’alto e coinvolgono gli occhi. Non si sorride solo con la bocca. E un bel sorriso toglie molti anni al volto.
Che materiali usare?
Negli ultimi anni si è visto e provato di tutto, questo è un settore ricco e in crescita dove le aziende investono moltissimo: dai fili di goretex al silicone liquido (ormai bandito e che ha caus danni incommensurabili), dai filler permanenti (sconsigliati) all’uso di botulino (che personalmente non utilizzerei per questa parte del viso). Preferisco sostanze riassorbibili come i filler a base di acido ialuronico e al massimo il collagene. Voglio sicurezza e naturalezza. Poi intervengo con un filler a medio peso molecolare per i solchi naso-genieni (spesso presenti anche in giovane età) e consiglio una biorivitalizzaizione generale della cute per ridare luminosità alla pelle. Il contorno è fondamentale. Inutile fare la bocca di una ventenne sul volto di una donna di sessant’anni sciupata. E facciamo attenzione anche alle protesi dentarie che possono modificare moltissimo la parte estroflessa delle labbra. Dopo l’applicazione di ponti e protesi fisse o mobili spesso si ha una importante retrazione della mucosa labiale che accentua l’aspetto invecchiato del volto ed è sofferta dalle pazienti che già accettano con difficoltà la protesi. Per questo a mio parere questo momento terapeutico può essere affiancato da una consulenza di medicina estetica così come tutti gli interventi demolitivi della bocca che possono interferire con la socialità e con l’aspetto esteriore.
Camilla Bernardini