Mothia, le saline e la riserva delle “isole dello stagnone”


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Un patrimonio storico, naturalistico e ambientale davvero affascinante. Si trova sulla strada statale che da Trapani conduce a Marsala e costeggia la laguna che accoglie Mothia, le saline e la riserva delle “isole dello stagnone”. Uno spettacolo eccezionale dato dalle antiche saline, specchi d’acqua suddivisi da sottili strisce di terra che formano una scacchiera irregolare e multicolore; dai mulini a vento, memoria del tempo in cui essi erano gli strumenti principali per pompare acqua e macinare il sale. Una laguna marina di 2000 ettari, dal 1984 è Riserva Naturale Orientata, che si estende nel mare, nel tratto compreso tra Punta Alga e Capo S. Teodoro. La laguna comprende quattro isole: l’isola Longa, la più grande. Santa Maria, coperta di vegetazione. San Pantaleo ( isola di Mothia), la più importante, e Schola un isolotto caratterizzato da casolari scoperchiati che gli conferiscono un’aria di suggestiva decadenza, tutte di proprietà privata ad eccezione delle più piccole. La laguna presenta un susseguirsi di ambienti: paludi salmastre, saline, pozze d’acqua dolce, giuncheti, macchie sempre verdi. Tra le specie floreali più importanti troviamo il pino d’Aleppo, la palma nana, la canna di bambù, la Calenduia marittima, la salicornia (dal fusto carnoso), la Scilla Marittima, dai fiori bianchi stellati e il giglio marino.

 

Le isole sono anche popolate da molte specie di uccelli tra cui le allodole, cardellini, gazze, fratini e calandre. Le acque dello Stagnone, molto pescose, sono popolate da una fauna ricchissima, tra cui anemoni, fiocchi di mare, murici, da cui i Fenici ricavavano la porpora utilizzata per tingere i tessuti. E ancora, una quarantina di specie ittiche differenti tra cui spigole, orate, saraghi e sogliole. Il fondale è invece caratterizzato dalla presenza della Posidonia oceanica, pianta marina formata da un ciuffo di lunghe foglie verdi con al centro fiori riuniti in spighe. Questa pianta è uno degli elementi primordiali della vita nelle acque del Mediterraneo e svolge un ruolo molto simile a quello delle  foreste terrestri: habitat per le specie animali e vegetali, fonte di ossigeno e stabilizzatore dei fondali marini. Nel cuore della laguna si trova l’isola di Mothia, antica colonia fenicia dell’ VIII secolo a.C., che in  lingua  semitica significa “filanda”. Sull’isola, infatti,i fenici  producevano manufatti tessili e fu anche per questo un florido centro commerciale di collegamento verso le rotte della Spagna e dell’Italia centrale. Per la sua felice posizione geografica al centro del Mediterraneo divenne oggetto di interesse di Greci e Cartaginesi in lotta per il predominio della Sicilia, così che l’isola venne coinvolta e definitivamente distrutta nel 397 a.C. quando Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, la conquistò costringendo gli abitanti a fuggire dall’isola e a ripiegare nella vicina Lylibeo. Ancora oggi possiamo vedere perfettamente la strada lastricata di ben 1770 metri che fu costruita nel tratto di mare che collega l’isola alla costa siciliana, intorno alla seconda metà del VI sec. a.C.. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce numerosi reperti fenici e la statua del “Giovinetto con Tunica” rinvenuta nel 1979, tutti conservati nella villa Whitaker divenuta museo. In questo magnifico giardino mediterraneo si possono vistare le suggestive necropoli; i preziosi mosaici; il “Tophet” ossia l’area sacra dove si effettuavano sacrifici umani in onore di Baal e di Astante; il “Choton” un piccolo porto artificiale;la casa dei mosaici e numerosi altri rinvenimenti.

Daniela Russo



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