Il corpo incantato


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Michael Onfray è uno dei più apprezzati filosofi francesi che nella sua ultima opera, Il corpo incantato, edito in Italia dai tipi di Ponte alle Grazie si cimenta nella scrittura di un manifesto di bioetica libertaria. Il che significa ribaltare l’attuale paradigma del principio di precauzione per ciò che attiene agli interventi sull’umano. Tale principio legale sostiene che in assenza di una condivisione sulla bontà e la liceità di un intervento è meglio astenersi dal metterlo in pratica, anche se si è visto che tale principio può essere aggirato quando le regole del marketing lo richiedono.

Onfray sostiene che ci siano troppi paletti all’utilizzo delle potenzialità del corpo umano e che essi siano stati posti strategicamente dalla religione che governa coscienze e corpi insieme, mortificando entrami. Si appella quindi ad una morale laicista ed estrema per ribadire il più ampio libero arbitrio, argomentando in maniera però troppo generalista per essere convincente. Strenuo oppositore dei Comitati di Bioetica non risparmia nessuno nella sua invettiva, ma la bioetica umana è tema da sussurrare più che da urlare e che spesso non ha risposta perchè i suoi interrogativi non hanno risposta certa. Pensiamo ad esempio alla possibilità di creare tramite la clonazione un individuo uguale a se stesso per curare il primo, oppure all’opportunità di tenere in vita artificialmente una donna incinta che in realtà staccata dalle macchine che permettono la vita biologica ma non quella cerebrale, per aspettare che partorisca e salvare almeno un bambino. Ma anche questioni di ancor maggiore attualità come proibire la sperimentazione animale su specie di affezione e limitarsi a quella su cavie (chissà perchè poi abbiano meno diritti) e allo stesso tempo limitare la possibilità di verificare sicurezza ed efficacia di farmaci nuovi su modelli che funzionino come l’organismo umano. Ecco qui tre quesiti apparentemente semplici che posti in una conversazione di un talk show alzerebbero lo share e i toni della conversazione senza addivenire ad una soluzione condivisa.

A mia volta, da persona che nella scienza vive 24 ore al giorno e che si sforza sia di capire che di studiare, molte delle questioni sollevate da Onfray non sono dirimibili. Per ciascuna situazione, dalle tecniche di procreazione assistita alla clonazione umana e all’utilizzo ad esempio di embrioni soprannumerari per la ricerca medica non esiste probabilmente una risposta certa e men che meno si può cancellare con un colpo di spugna il tessuto culturale in cui siamo immersi e che ci condiziona nelle valutazioni etiche. Ecco come allora Onfray fa un buon lavoro nel sollevare temi scottanti ma appare estremo nella proposizione di una genealogia faustiana, in cui tutto è possibile, un elogio all’artificialità contro la naturalità del dolore della sofferenza e dei limiti biologici. La sensazione che mi lascia la lettura (tra l’altro non facilissima per chi non abbia un background di studi filosofici) è che la bioetica sia più attuale e spendibile della filosofia.

Johann Rossi Mason

 

Autore: Michael Onfray

Il corpo incantato

Ponte alle Grazie

2012

21 Euro

pp. 332

 



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