Borghi di Liguria. A Boccadasse, tra gelati, gatti e pescatori


Add to Flipboard Magazine.

Il borgo genovese di Boccadasse è un regno di pescatori, trattorie, piccole gallerie d’arte, innamorati ben defilati nei giusti angoletti, famigliole al completo che consumano al sole il rito del gelato domenicale. E di quei molti gatti, finalmente indisturbati e ben pasciuti, che si aggirano con fiera noncuranza lungo i muretti o sonnecchiano tra le barche, mentre i pescatori aggiustano le reti. Infatti proprio qui, in una di queste piccole mansarde, nel 1960 Gino Paoli componeva La Gatta, storicamente la canzone-capostipite dei cantautori liguri. Del resto il borgo, di una bellezza semplicissima, si presta da sempre a ogni sorta di canti campanilistici e stornelli dialettali anche salaci, da intonare in gruppo nelle osterie con la tecnica vocale polifonica del Trallalero, dove non deve mancare il falsetto.

Una piccola insenatura, una spiaggetta, poche case color pastello molto addossate l’una all’altra secondo il consueto uso ligure. Tra erte crose, vicoli, brevi scalinate, piccoli poggi. La piazzetta Nettuno, le barche tirate in secco, la chiesetta marinara dedicata a Sant’Antonio da Padova, carica di ex voto variopinti e drammatici: quasi sempre un fragile legno in preda ai marosi – qui il Libeccio è spettacolare e cattivo – con pallide figurine di marinai nel panico e una provvidenziale Madonnina che sbuca dall’alto tra nuvolacce fosche. Sul retro, il Belvedere dedicato al genovese Edoardo Firpo: un poeta che, molto ispirato dal borgo, ci ha lasciato brevi e memorabili strofe in dialetto.

Boccadasse (5000 abitanti, cinque chilometri quadrati) si trova in pieno contesto cittadino, alla fine del lungomare di Corso Italia. Si discute se il nome abbia a che fare con “bocca d’asino”, per la forma dell’insenatura, o derivi piuttosto dal vecchio torrente Asse, che un tempo sfociava qui, dopo aver alimentato i lavatoi (treuggi) Due ipotesi non incompatibili. Dicono anche, ma forse è leggenda, che il borgo sia stato fondato intorno all’anno 1000 da un gruppo di naufraghi spagnoli scampati a una tempesta, che qui avrebbero trovato fortunoso riparo.

La chiesa parrocchiale di S.Antonio era stata edificata nel Settecento come semplice cappella, dagli stessi pescatori. Nel tempo arricchita, ampliata e poi restaurata, presenta una sola navata, con pavimento policromo in marmo. La festa patronale è il 13 giugno.

Dall’altra parte, dopo un po’ di salita, ci aspetta l’azzurra visione di Capo Santa Chiara, sovrastato dal castello Türcke del Coppedè, con grandiosa prospettiva sul Golfo Ligure.

GLC

 



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati