Io vengo in bici!


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Tantissime persone in Italia si avvicinano, anzi spesso si riavvicinano a questo storico veicolo.

Sono migliaia, forse milioni gli italiani che usano la bici; chi la usa durante il tempo libero, chi come sport, chi come vero e proprio mezzo di trasporto per andare al lavoro, a scuola o all’università.

I prezzi folli per la benzina, le assicurazioni, la manutenzione di un’automobile, hanno creato i presupposti per tornare prepotentemente al sano e pulito veicolo a due ruote.

Se ci concentriamo sulle persone che hanno scelto la bici come alternativa alla macchina, scopriamo un mondo nel quale le comodità ciclistiche prendono il sopravvento sui tanti optional multi tecnologici delle auto.

Andare in bici vuol dire vestirsi in maniera diversa, significa uscire di casa senza la preoccupazione del traffico intasato, senza l’ombrello, ma con il k-way nello zaino o in borsa, ricordandosi le luci per la sera e una sciarpa in più. E’ un modo diverso e alternativo di vivere la giornata.

I tanti ciclisti che sfrecciano per le nostre città sono atleti che lavorano. Associazioni come Legambiente, la FIAB, e molte altre, si battono quotidianamente con i pubblici poteri per aiutare ed agevolare i ciclisti in tutta la nazione.

La bici attorno a sé dispone di un mercato in piena evoluzione, per moda, per passione, ma in questi ultimi anni per l’utilità riemersa di questo meraviglioso mezzo di trasporto. E’ anche per questo che le istituzioni non possono non prestare attenzione ad una realtà che esiste, è viva e coinvolge tantissimi cittadini. Non esiste purtroppo in Italia un numero preciso di ciclisti, ma chi vive le nostre strade, urbane e  non, sa che il movimento delle  due ruote è in pieno sviluppo, per l’immensa gioia di Madrenatura.

Sono troppe però le città italiane dove non esiste una vera e propria rete ciclabile. Spesso troviamo piste inadeguate, mancanza di spazi, pericoli frequenti e scarsa segnaletica. Non basta delimitare una pista con una  semplice linea gialla, non basta una pista di cento metri su una strada di quattro chilometri. Non è concepibile che un veicolo come la bicicletta,”strausato” dai cittadini, non abbia tutti i diritti e le agevolazioni che gli spettano. Come si fa a non aiutare un mezzo di trasporto che non inquina, non crea problemi al traffico, non fa rumore, promuove la tonicità del fisico e se si beve una birra in più non si rischia la patente. Come si fa a non approfittare di questa passione?

Come possono i poteri forti non agevolare la bici?

Qualcosa si sta facendo, ma non abbastanza, chi usa la bici lo sa bene. Attendiamo miglioramenti, la realtà ciclistica italiana li pretende. Chi dovrebbe migliorare strade, strutture e creare più sicurezza potrebbe farsi un giro in Olanda, in Germania, lì si che la bici viene rispettata e tutelata.

Questione di culture, è vero, ma se riuscissimo ad assorbire le cose positive dalle altre culture non credo che si offenderebbe qualcuno.

Perciò… W LA BICI! Chi la usa, chi l’ha usata e chi inizierà ad usarla. La bici è il passato, il presente ma soprattutto il futuro.

Francesco  Mazzetto



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