Archivio

News

Gli ultimi articoli pubblicati

La prima grande mostra personale di Evgeny Antufiev fuori dalla Russia

La prima grande mostra personale di Evgeny Antufiev fuori dalla Russia
Add to Flipboard Magazine.

La Collezione Maramotti di Reggio Emilia,  d’arte contemporanea è iniziata nel secondo dopoguerra dall’imprenditore Achille Maramotti (fondatore del marchio MAX MARA) e attualmente portata avanti dai figli. La collezione è ospitata nello storico stabilimento produttivo della casa di moda, alla periferia di Reggio Emilia, il cui edificio fu progettato nel 1957 dagli architetti Antonio Pastorini ed Eugenio Salvarani.
 La prossima mostra della Collezione  inaugurerà il 16 febbraio prossimo e rimarrà aperta al pubblico fino al 31 luglio 2013.

Si tratta della prima grande mostra personale di Evgeny Antufiev fuori dalla Russia, la prima in assoluto in Italia e in Europa, e nasce da un lavoro interamente site specific: l’artista è giovanissimo (nato nel 1986), è arrivato da qualche giorno a Reggio Emilia e rimarrà in residenza presso la Collezione fino all’opening, usandola come studio e laboratorio per produrre tutto quello che verrà esposto.
Antufiev è un artista che conoscono in pochi, ma è uno di quei giovanissimi da tenere d’occhio, a cui vale la pena dare un po’ di attenzione, dato il suo “scopritore” è stato Massimiliano Gioni (che lo ha invitato nel 2011 al New Museum per la mostra Ostalgia), direttore della prossima Biennale di Venezia.

MARAMOTTIEvgeny Antufiev
Twelve, wood, dolphin, knife, bowl, mask, crystal,
bones and marble – fusion. Exploring materials

In the wake of the general collapse of the space of myth, the knowledge of myth becomes the basis for creativity and the perception of reality.” (E. A.)

Evgeny Antufiev è alla sua prima mostra in Italia con un progetto realizzato per la Collezione Maramotti che è stato portato a termine durante un periodo di residenza a Reggio Emilia.

Antufiev mette costantemente in opera una varietà di materiali – stoffa, cristalli, meteoriti, ossa, capelli, denti, colla, pelle di serpente, insetti, marmo, legno – e di oggetti apparentemente privi di correlazione tra loro, ma che si fondono e si trasformano all’interno delle sue installazioni con un processo che richiama le operazioni alchemiche.
L’artista russo realizza tutto, deliberatamente, con le proprie mani: cuce, ricama, intaglia il legno, fa bollire ossa e teschi perchè, nel processo, la realizzazione del lavoro assume il valore di un rito. Antufiev ha finora mantenuto una stretta relazione con la cultura della sua terra d’origine – la Siberia – e con la pratica sciamanica che è lì tuttora molto vivida.

Con il progetto Twelve, wood, dolphin, knife, bowl, mask, crystal, bones and marble – fusion. Exploring materials

Evgeny Antufiev conduce lo spettatore in una esperienza percettiva di trasformazione in cui materiali, oggetti, forme – che solitamente associamo a funzioni fisiche – abbandonano la loro identità quotidiana per ri-entrare in una dimensione archetipica.

redazioneBonVivre

Articoli correlati

Lascia un commento

Read also x