L’opera: San Giovanni Battista. Lo stato di conservazione e gli interventi previsti


Add to Flipboard Magazine.

SAN GIOVANNI BATTISTA (Caravaggio, da)

olio su tela, cm 132 x 98,5

giovanni battistaL’iconografia della composizione è tuttora motivo di dibattito, valido sia per il dipinto della Pinacoteca Capitolina sia per la versione Doria che la critica prevalente ritiene essere copia. Se l’opera della Collezione Pamphilj, nominata a partire dalla guida del 1787, viene costantemente interpretata come San Giovanni Battista, il dipinto capitolino, proveniente dalla Collezione Pio (già Mattei prima e Del Monte poi) viene descritto in antico come San Giovanni Battista(inventari e testamenti di Giovan Battista Mattei e del Cardinale Del Monte, 1616-1623-1627), come Pastor friso(Gaspare Celio, ca. 1620) e nuovamente come pastore – Coridone, dall’ Idillio IV di Teocrito nella vendita Del Monte del 5 maggio 1628. Successivamente la prevalente lettura di San Giovanni Battista si alternerà a quella di Giovane nudo.

E’ stata notata la scarsa attinenza dell’immagine rispetto a quella di “San Giovanni Battista, almeno nel senso tradizionale, e non tanto per la carenza di alcuni attributi iconografici certi, quali la ciotola e la croce, quanto proprio per un’atmosfera  di ambiguità e di forte coinvolgimento che il dipinto esercita sullo spettatore” (Varoli Piazza, 1990).

Il dipinto pervenne probabilmente nelle raccolte Pamphilj nel 1644, lasciato in eredità dal cardinale Mario Filonardi alla Camera Apostolica Vaticana e poi giunto nelle raccolte di Camillo Pamphilj. In antico entrambe le versioni sono state generalmente riferite a Caravaggio, fino alla guida de La Galleria del Campidoglio di Adolfo Venturi del 1890 che escluse il dipinto capitolino dagli originali della collezione e agli Studi su Michelangelo da Caravaggio di Lionello Venturi del 1910, che riconobbero nel dipinto Doria l’originale da cui era stata tratta la copia capitolina. La recente storiografia critica ha ribaltato l’attribuzione in occasione della riscoperta del San Giovanni Battista capitolino da parte del grande conoscitore Denis Mahon (1956).

 

LE INDAGINI SCIENTIFICHE E LA TECNICA ESECUTIVA

Uno studio tecnico e una campagna di analisi scientifiche, condotte in parallelo sulle due versioni, hanno confermato la derivazione della versione Doria da quella Capitolina (Identificazione di un Caravaggio, 1990), relegando la seconda versione nel campo complesso e quasi indistinto della replica-copia contemporanea.

Le indagini hanno evidenziato sotto la pittura la presenza di profili disegnati, alcuni incisi. Essi sono apparsi riconducibili al procedimento esecutivo del copista, dal momento che allora le conoscenze tecnico-stilistiche della pittura di Caravaggio escludevano il ricorso da parte del maestro lombardo allo strumento del disegno. In aggiunta a questi dati desunti dalla riflettografia IR, altri elementi tecnico-esecutivi – rilevati dalla radiografia e dall’analisi XRF – confermavano l’ipotesi della versione di derivazione: l’assenza di sovrapposizioni tra campiture (ad esempio del panneggio sull’incarnato o del corno dell’ariete sull’avambraccio) come anche di modifiche redazionali (pentimenti), presenti invece nel dipinto Mattei; l’impiego di differenti miscele di pigmenti per ottenere analoghi valori cromatici, rispetto all’originale capitolino.

La non completa sovrapponibilità delle due composizioni, coincidenti per ampie parti della figura ma non per il braccio destro e per alcuni elementi della vegetazione, lascia aperto il problema della tecnica impiegata nella replica dell’immagine, cui la presente campagna di analisi (imaging multispettrale ed esami chimico-fisici) tenterà di fornire nuove informazioni, insieme a una generale riconsiderazione e contestualizzazione dell’opera rispetto al Caravaggio e alla sua Schola.

 

 

STATO DI CONSERVAZIONE E INTERVENTO PREVISTO

 Allo stato attuale dei fatti, il dipinto non denota particolari problematiche conservative e non necessita di un intervento di restauro vero e proprio; pertanto verrà eseguito solo un intervento di manutenzione che comporterà la revisione delle parti costitutive del dipinto, dal telaio agli strati pittorici, una spolveratura e una probabile nuova verniciatura protettiva finale.

 

 

 

 

 



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati