Pisa e la Belle Époque, cronache di anni spensierati


Add to Flipboard Magazine.

così riferisce un cronistaFirenze – “Sfogliare quella carta fragile, impressa dal piombo tipografico, sentire quell’odore di antico, rileggere quelle prose anch’esse ingiallite, quelle cronache di altri tempi, è come fare un viaggio nel tempo, aprire una finestra in un mondo che non c’è più, ma del quale ti senti ancora figlio, o almeno nipote”. Lo ha sottolineato Marco Carraresi, consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, presentando in palazzo Bastogi il libro “Così riferisce un cronista, per il solito bene informato…” (Edizioni Ets) di Alessandro Panajia, guida sapiente nei giornali pisani tra Otto e Novecento. Su quelle vecchie pagine rivive la storia e la cronaca di Pisa nella spensieratezza della Belle Époque, con i suoi circoli ed i suoi salotti frequentati da esponenti della casa regnante, da nobili, dalla ricca borghesia ebraica, da artisti come Pietro Mascagni, Trilussa, Giacomo Puccini, Arturo Toscanini.
“È il volto insolito di una città, che vive un suo nuovo Rinascimento – ha sottolineato il sindaco di Pisa Marco Filippeschi – Sono le cronache delle corti patrizie, sullo sfondo di una città che si avvia a diventare la terza città industriale della penisola. Periodo troppo a lungo trascurato dagli storici, non solo accademici”.
“La memoria di una città è affidata soprattutto agli storici ed alle istituzioni” ha sottolineato il prefetto Paolo Padoin, ricordando che nel palazzo sede della Prefettura morì ‘la bella Rosin’, compagna di Vittorio Emanuele II. “Lo struscio sul lungarno – ha aggiunto – animato da sbandati, studenti, giovinastri, ricorda l’attuale movida”.
Feste, balli, serate tra amici, la presenza della casa reale, con il suo ‘gossip’ ottocentesco, sono il cuore delle cronache di allora. “I cronisti erano professionisti, avvocati, tutti legati alle famiglie nobili – ha ricordato il giornalista Antonio Lovascio – Il libro è dedicato a Pisa, ma non solo. Pisa era una città già allora aperta sulla Toscana e sul mondo”.
A coordinare gli interventi è stato Marco Mori, dirigente scolastico, che ha lavorato fianco a fianco con l’autore.



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati