Dal blind tasting alle aste di bottiglie pregiate: per Sofitel è il mese del vino nel mondo


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Il piacere del vino che passa prima per il suo profumo, con gli occhi rigorosamente bendati, il divertimento di un’asta dove acquistare pregiate bottiglie, degustazioni associate a pregiate essenze per ambienti: sono solo alcuni degli eventi organizzati in tutto il mondo dalla catena alberghiera francese Sofitel che anche quest’anno ripropone i “Sofitel Wine Days”, oltre un mese di appuntamenti dedicati all’approfondimento delle conoscenze sul mondo del vino, declinate a tutte le latitudini, alla scoperta dell’”arte di vivere”. E almeno in questa occasione non si giocherà la partita Italia-Francia per la supremazia nel settore, ma piuttosto verrà messo in scena un connubio Francia e Italia, in un incontro confronto fino al 27 ottobre.

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Dall’Australia all’india agli Stati Uniti, il numero di consumatori di vino nel mondo aumenta ogni anno. A rivelarlo, lo studio commissionato da Sofitel, il quale mostra come il 34% del campione intervistato su scala globale definisce se stesso un neofita nell’apprezzamento del vino ma sarebbe disposto a conoscere meglio la produzione francese, mentre il 45% degli intervistati ha espresso il desiderio di rafforzare la propria cultura in materia.

La ricerca, svolta con la collaborazione del French Institute of Public Opinion (IFOP) è divisa in due parti: “Image and Imaginary of Wine in 2015” e “Wine Consumption in 2016”. Il campione adottato rappresenta sette Paesi, Australia, Brasile, Cina, Francia, India, Russia e Stati Uniti e il quadro analizzato ha riguardato prevalentemente le caratteristiche del consumo del vino in questi Paesi.

Ma oltre al semplice consumo del vino, sempre più prendono piede anche esperienze sensoriali, ludiche o di intrattenimento che ruotano proprio intorno a questo mondo.

“Negli ultimi anni il mondo del vino è stato sdoganato ed è diventato una moda”, spiega Livia Belardelli, somelier  che con la sua agenzia di eventi e consulenze Food and Wine Coach ha organizzato le serate in tema ospitate al Sofitel Hotel di Villa Borghese, a Roma, “Ma ora ci vuole un’ulteriore innovazione, che renda l’esperienza della degustazione più interessante e fruibile. L’utente medio non è un tecnico quindi vuole imparare ma associare anche del divertimento, in questo modo si sente più coinvolto”.

Ecco perché l’idea del “blind tasting”, ovvero la degustazione dei vini al buio: persone che non si conoscono vengono bendate prima di entrare nella sala dove ad attenderli al tavolo ci sono già i calici con i diversi vini.

“Togliere il senso della vista rende la persone più disinibite, dicono quello che pensano anche a proposito dei vini che assaporano. E i commenti che sento confermano questa tendenza: c’è chi scambia un vino francese per uno laziale e viceversa, o addirittura un bianco con un rosso”.

E per il futuro? “Vorrei sviluppare un format itinerante, che possa essere declinato in diversi ambienti, sull’onda di questo gioco sensoriale così coinvolgente”, conclude la somelier.

Elis Helena Viettone

 

 



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