L’Italia del Cuore, l’Italia da salvare


Add to Flipboard Magazine.

Anche in questa ottava edizione “I Luoghi del Cuore” del FAI sta raccogliendo l’appello degli italiani per il salvataggio di tanti monumenti d’arte e natura d’Italia, conosciuti e meno conosciuti. Una classifica nata dal cuore della gente che racconta tante storie minori ma preziosissime, del nostro Paese. Una classifica che cambia ogni giorno grazie ai voti dal web, dall’app FAI e alle migliaia di voti cartacei raccolti dai 271 comitati che si sono attivati per questa edizione del censimento. Ne emerge la mappa di un’Italia insolita, scritta dalle emozioni, dalla memoria, dalle necessità di chi la vive ogni giorno.

Ha già raccolto circa 11.500 voti l’Area Archeologica di Capo Colonna, a sud della città di Crotone (KR). Realizzato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria, il Parco si estende lungo 30 ettari di terreno dedicato agli scavi e altri 20 ettari di bosco adibiti a macchia mediterranea. Qui si conservano le tracce dell’Heraion Lakinion, il maestoso santuario dedicato alla dea Hera Lacinia, realizzato nel V secolo in stile dorico, ancora oggi una delle aree sacre più note del Mediterraneo. Alla fine degli anni Ottanta, un secolo dopo il primo ciclo di scavi effettuati nel XIX secolo, è stata portata alla luce la Via Sacra e gli edifici che raccontano la vita quotidiana nel santuario: l’albergo per pellegrini più facoltosi, gli alloggi dei sacerdoti, un balneum termale e i depositi votivi in cui sono stati trovati oggetti d’oro e di bronzo. Da allora le ricerche non si sono mai interrotte regalando sempre nuove sorprese: risale alla fine del 2014 la scoperta di un foro romano, una delle più importanti novità archeologiche per la ricostruzione della storia della Magna Grecia. La vasta estensione dell’area archeologica a ingresso gratuito ha reso difficile negli anni la sua gestione: i cittadini e il comitato attivo per la raccolta firme denunciano lo scarso decoro dei percorsi espositivi e l’inaccessibilità di alcune aree. Già nel 2015 il FAI era intervenuto insieme alla Soprintendenza per bloccare la realizzazione di un’area di parcheggio adiacente al perimetro del tempio, che avrebbe deturpato la zona e impedito nuove campagne di scavo. I lavori di ricerca archeologica hanno quindi potuto riprendere, manca tuttavia ancora un piano di valorizzazione del Parco.

ponte-romano

Al secondo posto della classifica attuale con oltre 10.000 voti mantiene la sua posizione di luogo tra i più votati dell’ottava edizione del censimento, l’Antico Ponte Romano sull’Ofanto. Ci troviamo a Canosa di Puglia e precisamente sul ponte del fiume Ofanto che unisce la provincia di Barletta Adria Trani – di cui il comune di Canosa fa parte – con quella di Foggia per fare un salto nella storia più antica della penisola. Il ponte costruito tra il I e II sec. d.C. lungo il tracciato della via Traiana per volere dello stesso imperatore è stato per secoli un importantissimo snodo viario, utilizzato anche in epoca medievale lungo il percorso della Via Francigena. Formato da cinque archi di pietra sorretti da grandi pilastri, la sua architettura attuale è frutto di diverse modifiche realizzate nel tempo, la più importante delle quali – a testimonianza dell’utilizzo del ponte anche in epoche più recenti – attuata dai Borboni a seguito del terremoto del 1731. Oggi il ponte, tutelato dall’Associazione Ponte Romano che si occupa della sua valorizzazione con attività di pulizia e controllo, è un luogo simbolo dell’identità del territorio particolarmente amato dalla popolazione che dal 2010 si è attivata in occasione delle diverse edizioni del censimento, chiedendo che ne sia garantita la tutela e incentivata la fruizione attraverso la creazione di aree attrezzate dedicate all’attività ludica e sportiva.

forte-san-felice

Risaliamo la penisola e arriviamo in Veneto per trovare un altro luogo legato all’acqua: è il Forte San Felice a Chioggia, in provincia di Venezia che all’oggi ha raccolto circa 10.000 voti. Sorto su un isolotto emerso nell’area nord dell’antica Clodia Minor, dove già si trovava una torre lignea che segnalava l’ingresso alla laguna, il forte è costituito da una cinta rinascimentale con bastioni, restaurata e parzialmente ricostruita nella prima metà dell’Ottocento. L’accesso via terra è consentito da un pontile in acciaio e legno, completamente ricostruito nel 2012. All’interno del forte si apre un’immensa piazzaforte di circa 30.000 metri quadrati dove sorge l’edificio più antico del complesso, il Castello della Luppa, risalente al 1385 e oggi in cattivo stato di conservazione. Via mare si accede al Forte dal portale monumentale del Tirali, realizzato nel Settecento in laterizi e pietra d’Istria e oggi pericolante, entrando nella sua storia militare: la casermetta francese, quasi completamente crollata, le antiche polveriere in buono stato di conservazione. Il complesso fu presidiato dalla Marina Militare come base delle operazioni belliche durate la Prima e la Seconda Guerra Mondiale: una memoria raccontata dai numerosi bunker che vi sono ancora conservati. Oggi la Marina Militare ha cessato l’utilizzo militare lasciando la struttura in stato di abbandono. È stata la cittadinanza a mobilitarsi già dal 2014 per la sua tutela attraverso “I Luoghi del Cuore” riuscendo a raggiungere la 15° posizione della classifica nazionale. A seguito dell’importante esposizione mediatica, l’immenso complesso è stato più volte aperto al pubblico, in via del tutto eccezionale e con l’autorizzazione della Marina Militare, tuttora proprietaria del bene, riscuotendo un notevole successo di pubblico. Il luogo necessita tuttavia di numerosi interventi a causa dello stato di degrado delle strutture. Per questo il comitato che sta raccogliendo le firme in occasione dell’ottava edizione del censimento ha un obiettivo preciso: mantenere alta l’attenzione mediatica sul Forte perché gli enti competenti mettano in atto una campagna di recupero di questo importante esempio di architettura militare.

grotte

Restiamo in Veneto per scoprire un luogo dove l’acqua diventa spettacolo straordinario: le Grotte del Caglieron a Fregona in provincia di Treviso, sostenute oggi da oltre 9.000 voti. Situato in località Breda di Fregona, il complesso è costituito da una serie di cavità – alcune di origine artificiale – scavate attorno a una profonda forra naturale incisa dal torrente Caglieron. Le numerose cascate, alte parecchi metri e le grandi concrezioni calcaree sulle pareti che chiudono in parte la volta, danno all’insieme l’aspetto di una suggestiva grotta naturale. Tuttavia non è solo la natura ad aver disegnato l’architettura del luogo: sulle pareti della grotta si aprono grandi cavità artificiali, che raccontano la storia secolare dell’estrazione dell’arenaria, la tipica “pietra dolza”, il materiale da costruzione che ancora oggi si può osservare nei palazzi più antichi di Vittorio Veneto. La “pietra dolza” (pietra tenera) veniva estratta attraverso l’utilizzo di grossi scalpelli con i quali sono state scavate le cavità dalla forma suggestiva: i blocchi di arenaria venivano infatti staccati con l’avvertenza di lasciare delle colonne inclinate a sostegno della volta. Dato il notevole contenuto di calcare delle acque nel corso dei secoli si sono formate cortine, stalattiti e stalagmiti delle più varie forme e colori. In questo habitat particolare è stata riscontrata la presenza del Niphargus, un piccolo crostaceo attualmente oggetto di studio nel laboratorio sotterraneo di Biospeleologia di Villa Papadopoli a Vittorio Veneto. Per la sua bellezza naturale e per la sua lunga storia le Grotte del Caglieron sono particolarmente apprezzate dalla cittadinanza che le vive tutto l’anno: in estate come suggestivo scenario per rappresentazioni teatrali, mentre in inverno le cascate di ghiacci offrono uno straordinario spettacolo naturale. Il comitato che si è attivato per la raccolta firme in occasione dell’ottava edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” chiede un progetto di tutela delle grotte attraverso un piano di interventi di manutenzione ambientale e un piano di valorizzazione destinato ad aumentarne i visitatori.

tonnara-san-vito

Dal Veneto alla Sicilia per ritrovare un luogo legato al mare. È la Tonnara di San Vito lo Capo, in provincia di Trapani, nota anche come Tonnara del Secco perché da secoli sorge in prossimità di una zona marina dal fondale basso, oggi destinataria di circa 9.500 voti. Fu Ferdinando di Borbone a dare l’avvio all’attività della tonnara concedendo l’autorizzazione alla pesca nel 1412. Una tradizione rimasta invariata fino al 1872 quando il complesso fu acquistato dal Cavaliere Vito Foderà che iniziò la costruzione dello stabilimento per la lavorazione dei tonni, incrementando notevolmente la produzione. Dopo la morte di Foderà, la Tonnara passò di mano in mano finché venne acquistata dai fratelli Plaja nel 1929: dopo alcuni anni di crescita la famiglia fu costretta a chiudere nel 1965 a seguito di un sensibile calo nella produzione. Oggi la Tonnara, bene di proprietà di una società privata ma vincolato per la sua notevole valenza storica e culturale, è abbandonata, non visitabile e pericolante. La cittadinanza, particolarmente affezionata a questo luogo simbolo della storia locale, vorrebbe fosse recuperata, valorizzata e destinata allo svolgimento di attività culturali.

convento-san-nicola

san-micheleLa classica non si chiude qui: tra i primi 10 luoghi più votati ritroviamo il Convento di San Nicola – S. Maria della Consolazione di Almenno San Salvatore in provincia di Bergamo e il Castello e Parco di Sammezzano a Reggello (FI) che con la Chiesa di San Michele Arcangelo di Pegazzano (SP) avevano dominato i primi posti della classifica estiva .

masso-delle-fanciulle

Sono invece due le novità della top ten dei luoghi più votati: il Masso della Fanciulle in provincia di Pisa e la Ditta Guenzati – dal 1768 il negozio più antico di Milano specializzato in accessori per abbigliamento e tessuti anglosassoni – due storie molto diverse tra loro, ma fortemente legate alla geografia del territorio che li ospitano e del quale conservano una memoria che viene da lontano, ma che oggi viene ritenuta ancora preziosa.

guenzati2

In questo video qui sotto potrete vedere invece sono le meraviglie salvate. Il bello è di tutti, aiutiamo  il FAI a recuperare luoghi e capolavori unici al mondo



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati