A Milano sfila la moda. ll passato ritorna in passerella, trionfa la voglia di benessere


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Dal 22 Febbraio Milano impazzisce nel caos dell’evento più determinante per il fashion system e per tutto il mondo che gli ruota intorno. Protagonista di questa edizione di  Milano Moda Donna sono le collezioni per l’Autunno Inverno 2017 2018 che sfilano incessantemente fino a lunedì 27 Febbraio.  Ma questa volta ci sarà qualche cosa che identifichi il tempo in cui viviamo? Secondo Giorgio Armani no, il Re della moda racconta con molta obbiettività « Dobbiamo trovare oggi un nuovo modo di vestire che faccia dire alla gente, tra quarant’anni, ‘allora ci si vestiva così’». E’ la notazione che Giorgio Armani consegna a fine sfilata a conclusione della passerella di Emporio Armani.  «Serve una formula di vestire nuova – afferma lo stilista – anche se certamente è una scelta rischiosa perché puoi decidere di fare una collezione troppo avantgarde o troppo giovane, per un pubblico che non ha tutto questo potere di acquisto, ma io vedo che non c’è una moda di ‘adesso’, nulla che identifichi il tempo in cui viviamo. È tutto un riportare a galla il passato che è anche bellissimo, ma la ricerca da fare deve essere imperniata su “qual è il modo di vestire di adesso?”   Invito  tutto il mondo del fashion  ad essere più inventivi e determinati, dobbiamo rischiare di più».

Questo non significa ovviamente che non siano state presentate delle belle collezioni, tutt’altro, il passato ritorna forse nel ricordo di momenti storici più felici, come se fosse un rituale per riviverli, un auspicio insomma.  Così partendo proprio da Emporio Armani che dalla primavera estate 2018 ingloberà le linee Armani Collezioni e Armani Jeans e quindi i brand di riferimento saranno  Giorgio Armani, Emporio Armani e A/X Armani Exchange,   che porta in scena  una collezione in cui le gambe non si vedono mentre vediamo le donne andare in giro con lo stivaletto e mezze nude. «La mia scelta è un pò drastica, anche penalizzante – spiega Armani –  ma la donna ne esce in maniera diversa.  Una silhouette “lunga” con un “vestito lungo”, con un recupero di una femminilità e movimento di vestiti che non sono rigidi e secchi.

 

Genny in bianco e oro come nella migliore tradizione della maison, tra echi Art Déco e anni Novanta. La collezione che Sara Cavazza porta in scena a Milano Moda Donna per il prossimo inverno,  punta su alcuni elementi precisi. Innanzitutto  le spalle  tornano ad essere importanti, quindi la silhouette allungata viene particolarmente sottolineata da jumpsuit . Su ogni capo un dettaglio di luce, grazie alla applicazione di cristalli Swarovski o all’utilizzo del lamé, o ai ricami filo lurex che ricreano movimento sui tessuti. Le linee dell’architettura Déco ispirano la struttura degli abiti, soprattutto capospalla e pellicce che rivelano intarsi e ricami di paillettes. Torna la logomania con la G di Genny in pietre e Swarovski che arricchisce il fianco dei capi.

 

Sulla passerella di Fendi sfila l’abilità e la sapienza artigianale tutta italiana. Quello che Karl Lagerfel, direttore creativo della maison, e Silvia Venturini Fendi immaginano è una donna che sembra passeggiare per le vie di Roma, mentre indossa capi dai motivi geometrici, declinati su molteplici tessuti: dalla maglieria intagliata alle pellicce intarsiate, passando per la seta con stampa di foglie d’acanto. I colori sono quelli tipici dell’autunno, dal rosso carminio della ceralacca al cammello, dal blu cobalto al blu petrolio, dal bianco optical al rosa corallo più delicato. La vita stretta è definita da ‘X’ applicate, gli orli sono valorizzati da impunture marcate e inserti in tulle incorniciano colletti e polsini. I capi in feltro di cachemire, vernice, scacchi principe di Galles e lana in fantasia spigata, sono caratterizzati dalla doppia spalla, che cade da un livello strutturato creando nuovi volumi. L’effetto si diffonde ovunque, intrecciandosi e sovrapponendosi ai tessuti sartoriali, al logo Fendi dalla ‘doppia F’, agli strati delle camicie di cotone e alle morbide gonne dalla linea ad A.  Il gioco continua con trasparenze su abiti con ruches in tulle impreziosite da cristalli, su vestiti a maniche lunghe decorati da margherite ricamate e motivi floreali in organza. Completano la collezione stivali cuissard rossi con nervature elasticizzate. La sfilata segna il debutto della nuova box bag ‘Run Away’ con doppio manico, in due tonalità di nappa e intarsio in pitone, mentre le Baguette, le Peekaboo e le Kan I sono impreziosite da intarsi in pitone, dal logo dalla ‘doppia F’ stampato, dai patchwork in velluto, da inserti in visone e frange in pelle.

 

Sensuali ma grintose sono le donne di Ermanno Scervino che punta tutto sul dialogo tra maschile e femminile per una collezione dalla chiara ispirazione militare. In passerella cappotti e parka oversize, decorati come uniformi, con intarsi di pelliccia. Il tailleur si rinnova e diventa capo icona, in Principe di Galles, in macramè, in velluto e anche nella versione con revers dall’effetto smoking. Se i capispalla sono d’ispirazione maschile, gli abiti e le gonne sono ultra femminili con pizzi, ricami e trasparenze. Gli accessori diventano protagonisti: ecco i cuissards e le francesine illuminate dalle borchie, ma anche ultra sexy tacchi a stiletto.

 

Un ritorno alle origini anche per la linea Sportmax che recupera le espressioni tipiche del suo dna sportswear, ovvero la vitalità delle linee pulite sottolineata da materiali tecnici.  Ma un nuovo spirito elettrico emerge dalla collezione. Nero profondo, bianco brillante, blu regimental e arancio sono i colori dominanti, mentre il motivo principe di stagione è costituito da un esercito di parole che sgorga come un blocco digitale dallo schermo di un computer, correndo tra maglie, sciarpe, camicie di nylon e abiti con pieghe verticali frontali.  I cappotti con cappuccio sono realizzati in maxi-velluto a coste di lana e sostenuti da strati di nylon trapuntato. Nylon croccante e PVC high-tech sottolineano il concetto di velocità della stagione, mentre georgette di seta trasparente fluttuano su felpe sportive, aggiungendo uno strato morbido e traslucido. Giacche double-face di lana mostrano l’interno in nylon sportivo. La maglieria prevede pullover con maniche trapuntate e maglioni bicolore a grandi coste con colletti rimovibili. Le gonne sono lunghe e dritte, oppure corte. I pantaloni sono a vita alta con caviglie in maglia a coste, gli abiti fluidi e ondeggianti, con zip frontali, cappucci in crepe de chine o nubi di georgette di seta a mascherare un gioco di parole. Le tute in nylon e seta e le felpe Sportmax completano l’idea di sporty utility.

 

Blumarine festeggia i suoi primi 40 anni con una sfilata che è un vero e proprio tributo ai capi icona della maison guidata da Anna Molinari. Ad aprire il defilè la top model Bianca Balti. Oggi come quando tutto iniziò, il focus è su artigianalità e sul gusto dell’eleganza, preziosa ma leggera.  Abiti al ginocchio con scollature profonde e bordo in visone rasato, le pellicce intarsiate, gli abiti lunghi in chiffon o raso sono illuminati da paillettes iridescenti, ricami di rose, ginestre, e applicazioni. «E’ una collezione molto leggere e leggiadra – racconta Anna Molinari – c’è il grigio, ma anche abiti rosso fuoco perché noi donne dobbiamo mandare un messaggio di positività.»

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Recuperare materiali, riciclarli e indossarli  è la nuova provocazione di Jeremy Scott per Moschino che apre una finestra, ironica come sempre, sul consumismo esasperato e sui suoi scarti. Lui invece li trasforma in couture. La collezione portata in scena per il prossimo inverno si apre con una serie di look in stile ‘Cardboard Couture’: silhouette create con ciò che generalmente strappiamo e buttiamo via quando arrivano i nostri acquisti online, il packaging, adesivi con scritte ‘Fragile’, timbri ‘This Way Up’ e avvisi ‘Do Not Crush’, insieme a profili di nastro adesivo ed etichette da spedizione. Tutto ciò diventa l’equivalente dei tessuti couture sui pezzi speciali consegnati da Scott. Le opere spaziano dai capi in cartone al completo superchic, dalla gonna con le frange di giornali ritagliati ai pezzi più audaci in carta millebolle opaca. Il cappotto di cammello è creato con feltro da imballaggio e dettagli di nastro adesivo.

 

 

Linee che si sciolgono e avvolgono offrendo l’idea di rilassatezza da camera. Lucio Vanotti annulla il confine tra il divano e la strada, continuando a ridurre e sottrarre. Il privato diventa pubblico con i cappotti che avvolgono come vestaglie o accappatoi, i blazer hanno il tatto di pesanti coperte. Il tessuto si libera per drappeggiarsi intorno al corpo; le asimmetrie catturano gesti e movimenti spontanei. Capi effetto nudo esprimono lo spirito femminile del relax casalingo. La svagatezza da camera prosegue nelle borse che ricordano cuscini, nella scelta poetica dei piedi nudi. I materiali sono lane corpose o pettinate, cotoni camiceria, viscose, sete, georgette, reti effetto nudo, in una palette di bianco, beige, carne, rosa, grigio e nero con tocchi di blu. Motivi di griglie razionali creano ritmo.

 

Una nuova estetica quella portata da Krizia in passerella a Milano Moda Donna. Pur conservando uno sguardo composto sul suo passato storico Zhu ChongYun, direttore creativo della maison milanese acquisita nel 2014 da Shenzhen Marisflog Fashion, al timone della quale società c’è proprio ChongYun, la collezione è mascolina e contemporanea, in armonia con il passato. Attinge con gusto a immagini e idee provenienti dall’archivio Krizia: stampe animali, tocchi metallici e volumi poderosi, tutti rilavorati in maniera sottile. Silhouette morbide e comode in tessuti lussuosi e accessori intelligenti sono protagonisti di una collezione che include tutto quello che è sempre stato amato di Krizia in una chiave inedita. I materiali rimangono fedeli al dna Krizia. L’iconico lurex metallico appare trasversalmente in tutta la collezione, intrecciato nei jacquard a stampa di giaguaro, nelle applicazioni di pizzo macramè e nei rivestimenti brillanti degli altrimenti stoici cappotti. Il velluto jacquard in blu e rosso – realizzato con le tecniche normalmente dedicate ai tappeti – offre un effetto tridimensionale a capi molto strutturati e resistenti; questo contrasta con proposte più sobrie di cappotti e giacche in twill di lana vergine e Glen plaid. Un intrigante tessuto fil-coupé è stato tagliato a mano per attenuare il disegno del giaguaro in agguato che si snoda furtivo sugli abiti lunghi. Dolcevita in jersey di seta diventano una seconda pelle, stampati con motivi animali rivisitati, e perfettamente abbinati a strati con abiti di lana e pantaloni ampi. Un’idea di pieghe stratificate portata alla sua logica conclusione, risultante in tessuti spiegazzati ad arte e ravvivati dallo scintillio metallico della seta grigio-blu. La classica piega Krizia è presente in tutta la collezione: raccolta sugli orli di pantaloni corti e ampi; accennata fuori da gonne origami o applicata graziosamente attraverso un ricamo grafico su un abito altrimenti essenziale. Un bomber in satin duchesse dalla struttura intricata con cinghie che permettono di portarlo anche in spalla.

 

Miuccia Prada porta in scena per il prossimo inverno una riflessione sul ruolo della donna rispetto alle sua capacità di sedurre e di essere forte e padrona di se stessa. Ci sono i simboli del femminismo come il parka, ma anche piume e paillettes. Reggiseno in vista come un memento sui potenziali di seduzione attuali ancora oggi.

 

Severa e sensuale la donna Versace disegnata da Donatella Versace, che parte dalla consapevolezza del corpo. Per il prossimo inverno i colori sono vividi, le trasparenze audaci.

 

E’ Evelina Mameli, interpretata dalla storica mannequin italiana  Benedetta Barzini, a calcare la scena di Antonio Marras a Milano Moda Donna. Di lei, prima donna cattedratica (docente di Botanica) in Italia, nonché madre di Italo Calvino, c’è tutta la passione per i fiori e per il ballo ma anche la forza di una donna intelligente e determinata  che ha girato il mondo. Ci sono tulle, che ricordano fiori e giardini disordinati e la mariposa, il fiore nazionale di Cuba dal nome di farfalla. Abiti fluidi e svasati che accarezzano il corpo oppure da principessa  con la vita segnata con il corpino piccolo e la gonna. E poi incroci, drappeggi, fiocchi, balze, ruches e plissè. I colori rassicuranti come il nero, l’antracite, l’ecrù e il cammello sono interrotti con la luce del rosso granato, il giallo mimosa, il verde salvia, il rosa cipria e l’anice.  L’ispirazione arriva anche dall’armadio maschile con capi rigorosi dai colli importanti, dai tagli sartoriali. Tra gessati, bacchettati, quadri grandi, microcheck, galles incastrati alla duchesse, al taffettà, al cady e al velluto. E poi abiti in tessuti trasparenti che prendano il volo al primo soffio di ventoTessuti riempiti da fiori che incorniciano volti, ibiscus, petali ingranditi e fiorellini che fanno fatica  a trovare un ordine.

 

Un bisogno di natura che ci fa ricercare l’outdoor anche tra le quattro mura. Un bisogno di vita all’aperto, anche in città. Tod’s, che interpreta un bisogno moderno di evasione dalla frenesia dei ritmi quotidiani, presenta una collezione invernale pensata per stare fuori anche quando si è dentro casa, rassicurati dalla morbidezza della pelle, tra dettagli e lavorazioni artigianali.  I colori dominanti sono il nero, il marrone, il bianco, cui si aggiungono via via dettagli di rosso e di blu.  Sembra uscito  dal guardaroba maschile il cappotto che è realizzato con materiali preziosi. Il piumino è pensato anche per la città, over nelle proporzioni con maniche intercambiabili nelle pelle e nel colore. Il mocassino ‘Double T’ si presenta con una trama di losanghe in pelle metalassé, colorata dalla palette di stagione. Quando diventa l’allacciatura della ghetta la chiusura ‘double T’ è il dettaglio che firma gli stivali da cavallo. L’eleganza della più classica tracolla Charlotte viene rivisitata in modo grafico che incrocia pelli e colori con un richiamo alle selle dei fantini.

 

Bon ton unito a trasparenze e stampe animalier in passerella da Lorenzo Serafini per Philosophy per il prossimo autunno inverno. Contrasti bianco e nero e cenni di colore tra il turchese e il rosa nella palette.

 

 

La donna Elisabetta Franchi del prossimo inverno cammina su tacchi vertiginosi tra le vie di una vivace Parigi di fine anni ’40 al ritmo di note argentine. L’ispirazione nasce dal carisma di Evita Perón, a quei tempi la moda iniziava a farsi strada tra i locali fumosi e i bistrot, dove culture e stili diversi si incontravano, creando atmosfere dal sapore esotico e misterioso. La stilista immagina una donna che veste un mix and match di linee maschili e super femminili, in un gioco di abbinamenti di fantasie diverse. Protagonista il gessato per giacche e pantaloni dal taglio maschile che cadono fluidi sulle gambe definendo il punto vita, accostato agli intriganti decori orientali dell’epoca. Ramage floreali e aironi spiccano su abiti e accessori impreziositi da ricami pieni di luce. Gonne super attillate si allungano fin sotto il ginocchio ed esaltano le forme. Gli abiti lunghi sono illuminati da paillettes, camicie fluide dalle ampie maniche e maxi coat in eco pelliccia. Si gioca su contrasti e decisi accostamenti cromatici in una combinazione di fantasie e nuance. Protagonisti i delicati avena, vaniglia, rosa antico e giada abbinati al nero, misterioso e sensuale, con qualche tocco di smoky blue. In occasione del lancio della nuova linea ‘Ef La mia Bambina’, i capi iconici della collezione sfilano in passerella reinterpretati in versione petit.

 

 

Hogan perde la H, anzi, la trasforma: il celebre logo del marchio di casa Tod’s dice addio al suo impatto grafico di grande riconoscibilità per trasformarsi in una cucitura ton sur ton.  Non presenta l’abbigliamento insieme alle calzature ma lascia spazio solo alle scarpe, andando poi a inserire via via in negozio piccole capsule collection. Per il prossimo inverno le maxi platform mettono i lacci da trekking e si scaldano di montone, così come le slip on e i nuovi hiking boots, ideali per inverni rigidi.

 

La collezione di Bottega Veneta autunno/inverno 2017-2018 è un omaggio alla quotidianità femminile.  Ad aprire la sfilata di Bottega Veneta è Eva Herzigova che ha indossato un look da vera combattente, composto da un maglioncino verde militare a collo alto e spalline bombate, guanti in pelle a righe, pantalone maschile e stivali di pelle rosso scuro. Allure forte e deciso, per chi ogni giorno deve affrontare di tutto. I colori usati per questa collezione hanno sicuramente un ruolo fondamentale, soprattutto per via dei giochi color block che caratterizzano le giacche corte e  lunghe e calde mantelle, da abbinare a pantaloni bianchi e neri dal taglio a sigaretta. Splendide le pellicce a pelo corto con maxi revers e i checked coat dal sapore british. Le bluse a righe si abbinano alle gonne a tubino con doppia fila di bottoni, mentre i tailleur maschili presentano giacche stile smoking e si abbinano a sandali alti di pelle black. I trench di Bottega Veneta esaltano la silhouette femminile mentre i tailleur si ispirano allo stile di un tempo ma sono rivisitati con cromie inaspettate, come il giallo senape. Belli anche quelli in leather e le proposte crema con bordi delle tasche sfumati. Ci sono inoltre dei completi con applicazioni nere, che creano un effetto gioiello ricercato e delle splendide maxi pellicce, da indossare con cintura in vita. Per il tardo pomeriggio gli abiti diventano più lunghi e sfiorano le ginocchia, proposti in nuance pastello delicate, come rosa antico, celeste cielo e giallo chiarissimo. Belle le longuette con righe a contrasto e i vestiti da sera in seta declinati nelle tonalità preziose dell’oro, del platino e del bronzo. Il mood per quanto riguarda gli accessori è decisamente retrò: i collant sono velati e neri con micro pois all over. Tra le scarpe autunno/inverno 2017-2018 spiccano le deliziose stringate in suede colorata. Le borse si portano a mano, anche quando la tracolla è lunga e si alternano tra medi e piccole, fino a diventare minuscoli scrigni per i look da sera.

 



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