Cecità clandestina


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Cieca, ma vedente, quindi non completamente, cieca perché le palpebre si serrano quando vogliono loro, senza preavviso, per minuti, ore o giorni. Non è l’ennesima storia di falsi invalidi che indignano appena si affacciano alla cronaca ma la storia, verissima, di un disturbo tanto singolare quanto invalidante. Specialmente se sei una giornalista e quindi con gli occhi ci vivi ma ci lavori anche, perché hai bisogno di leggere, fare i numeri di telefono per intervistare i tuoi interlocutori e infine scrivere i tuoi pezzi. E se da un giorno all’altro il tuo corpo si ribella e non risponde più a comandi che diamo per scontato, come tenere gli occhi aperti, appunto, tutto diventa spaventoso. Il che può accadere a casa, ma anche per strada, per cui rischi non riuscire a tornare a casa o di colpire i passanti che pensano che tu sia ubriaca o drogata.

cecita clandestina

Il libro inizia con una diagnosi fatta dal neurologo, una diagnosi che è come uno schiaffo in pieno volto: ‘cecità funzionale’ un blefarospasmo impossibile da controllare, figlio della grande famiglia delle distonie oculari. E allora, cosa si fa? Non c’è una cura. Di quei mesi Paola parla poco volentieri così come della paura, dell’ansia che non la sveglia all’improvviso o non la fa proprio addormentare.

La storia implica tanti livelli diversi, una malattia insolita, ma anche il fatto che l’autrice forse per la prima volta perde completamente il controllo di ciò che le accade e la cosa non solo non le piace ma non ci è abituata. Gli occhi si aprono se mangia e quindi sgranocchia continuamente qualcosa se ha bisogno di tenerli aperti per qualche minuto, oppure si riaprono casualmente, ed è come se si accendesse la luce sul mondo, ma l’interruttore è troppo distante per te.

E’ un percorso ricco, complesso che si legge di un fiato, perché Paola ha una delle penne più felici che conosca nel panorama del giornalismo medico italiano, che descrive l’ansia in un modo così delicato che sembra una emozione che la accarezza, che descrive i suoi sentimenti con coraggio ma anche con l’ironia che la contraddistingue. Ma Cecità clandestina è soprattutto una analisi severa del rapporto medico paziente e di come molto spesso i medici sappiano curare la patologia ma sono capaci di curare la persona nella sua interezza, ascoltarla, accoglierla, fornire risposte ricevibili da quel particolare paziente. Una riflessione dura ma non una critica, per chi saprà coglierla una grande occasione di migliorare questo rapporto.

E’ un libro che si inscrive perfettamente nel filone della medicina narrativa e ne è esempio brillante e riuscito. Il finale? se lo rivelassi Paola non me lo perdonerebbe mai.

Paola Emilia Cicerone

Cecità Clandestina

M.M. Bulgarini Editore

Euro 13,00

Pp 94



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