“Lezioni di restauro” di Vittorio Granchi protagonista della scuola fiorentina del restauro


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Il volume contiene le  “Lezioni di restauro” che Vittorio Granchi (Firenze 20 ottobre 1908 – 30 novembre 1992), uno dei protagonisti più noti e stimati della scuola fiorentina del restauro, tenne per decenni presso il Gabinetto Restauri  della Soprintendenza alle Gallerie di Firenze su incarico di Ugo Procacci e di Umberto Baldini. Le lezioni si articolano in una “Prima parte” e in una “Seconda parte”. La prima riguarda in special modo i dipinti su tavola, campo in cui Vittorio fu profondo conoscitore e specialista e ove ebbe modo di compiere con passione, dedizione e grandi capacità interventi memorabili come quello sul Crocifisso di Cimabue, in particolare dopo i gravissimi danni subiti in seguito all’alluvione del 1966. Nella seconda si descrive il restauro dei dipinti a olio su tavola e su tela attraverso molteplici esempi di interventi da lui effettuati su opere di grandi maestri.

Il ciclo delle “Lezioni di restauro” di Vittorio Granchi si configura, nel suo insieme, come un documento storico che ci consente di avere una visione complessiva, una sorta di “trattato”, sulle conoscenze e l’operatività della “Scuola fiorentina del restauro” alla metà del ‘900, ponendosi altresì, nella sua struttura generale, come il contributo didattico più articolato ed esteso giunto fino a noi, concepito da uno dei suoi più autorevoli esponenti. Significativamente il ciclo delle “Lezioni” è dato alle stampe a 30 anni dalla sua scomparsa.

Vittorio Granchi (Firenze 20 ottobre 1908 – 30 novembre 1992), nato in una famiglia dalle profonde tradizioni artistiche, si era formato nella bottega del padre Pasquale (1870-1931) e poi, negli anni ’20, all’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze sotto la guida di Luigi Cavalieri per la Decorazione Industriale e Giacomo Lolli per la Figura. La lunga carriera artistica, intrecciata con quella di restauratore, è stata segnata da riconoscimenti e da numerose esposizioni. Dipinti e disegni di Vittorio Granchi sono conservati alla Galleria d’Arte Moderna di palazzo Pitti, alla Galleria degli Uffizi, all’Accademia delle Arti del Disegno, presso varie Istituzioni fiorentine e collezioni private in Italia e all’estero. Vittorio Granchi emerge nel campo della conservazione delle opere d’arte dipinte, sia per le metodologie da lui messe a punto a fianco di restauratori di consolidata esperienza quali Augusto Vermehren e Gaetano Lo Vullo, sia per le specifiche e spesso innovative tecniche applicate nei suoi restauri. L’attività di Vittorio Granchi restauratore è attestata dai numerosi interventi da lui eseguiti sui dipinti dei maggiori musei fiorentini e in particolare della Galleria degli Uffizi, come è documentato dal lungo elenco dei restauri recentemente reso noto (2010). Questa sua attività è tutt’oggi oggetto di studi e aggiornamenti ed è stata, nel 2008, argomento di una tesi di laurea. Nel 1934 lo storico dell’arte Ugo Procacci lo chiamò a far parte del Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie fiorentine, ove prestò la sua opera per quarant’anni fino al 1973, conducendo singolarmente, o a capo di équipe, restauri oggi considerati storici, come quelli alle tavole vasariane nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e ai polittici del Beato Angelico e del Sassetta di Cortona gravemente danneggiati dalla guerra. Molte e risolutive decisioni conservative appartengono a quella drammatica circostanza che lo vide impegnato, assieme a Umberto Baldini e ai colleghi del Gabinetto Restauri, nel recupero delle opere danneggiate dall’ alluvione di Firenze del 1966, come il Crocifisso di Cimabue, in cui il Granchi, con una soluzione inedita e innovativa, separò il colore dal supporto ligneo consentendo il salvataggio di entrambi. Questo intervento, di recente definito da Marco Ciatti “..una rivoluzione copernicana nella tecnica di restauro”, rimane uno dei riferimenti della “Scuola Fiorentina” della quale Vittorio fu uno dei protagonisti. Per l’intervento sul Cimabue gli fu assegnato, nel 1991, il “Premio Alinari”. Muore nella sua città il 30 novembre del 1992.

I curatori:

Giorgio Bonsanti, Storico dell’arte, già direttore di Musei (Galleria Estense di Modena, Cappelle Medicee, San Marco e Galleria dell’Accademia a Firenze). Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (1988-2000). Ordinario di Storia e Tecniche del Restauro alle Università di Torino e Firenze (2000-2010). Già membro della Commissione Scientifica per la Tutela del Patrimonio Artistico della Presidenza della Repubblica Italiana (1998-2006). Dal 2005 membro della Commissione per la Conservazione del Museo del Louvre. Già Presidente della Commissione Interministeriale MIC-MIUR per l’insegnamento del restauro (2016-2021). Segretario Generale dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.

 

Andrea Granchi (Firenze 1947) svolge fin dagli anni Sessanta un’articolata attività come artista e docente. E’ stato, fino al 2012, titolare della cattedra di Pittura nelle Accademie di Belle Arti di Carrara e di Firenze. Fondatore assieme al padre Vittorio dello Studio Granchi, dopo la sua scomparsa ne ha proseguito l’attività nel campo del restauro assieme al figlio Giacomo collaborando con le Soprintendenze e varie Istituzioni museali su opere tutelate dallo Stato. E’ il presidente della Classe di Pittura dell’Accademia delle Arti del Disegno.

 

Giacomo Granchi (Firenze 1974) figlio di Andrea e nipote di Vittorio è oggi Restauratore di Beni Culturali e titolare unico, dal 2002, dello Studio Granchi in cui si è formato e con cui continua ad operare attivamente seguendo la forte tradizione familiare nel campo del restauro. E’ membro del Comitato Scientifico del nuovo Museo “Polo Culturale Pietro Aldi” di Saturnia di cui cura gli aspetti conservativi. Unisce all’attività di restauratore quella di musicista e ricercatore di manoscritti musicali vocali e strumentali inediti in particolare di epoca barocca. E’ accademico d’onore dell’Accademia delle Arti del Disegno.

 

Presenta il volume:

Eliana Billi

 Eliana Billi si è laureata in Storia dell’arte nel 1999 presso la Sapienza, università di Roma, dove ha poi conseguito il diploma della Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte medievale e moderna (2003) e il titolo di Dottore di ricerca (2007). Tra il 1993 e il 1997 ha frequentato l’Istituto Centrale del Restauro dove, nel 1998 ha conseguito la laurea magistrale in Restauro dei Beni Culturali, specializzandosi poi presso lo stesso Istituto nel 1998. Ha sempre coniugato la sua attività professionale di restauratrice con quella di studiosa, occupandosi di ricerca e di didattica sui temi della storia, della cultura e della tecnica del restauro e della conservazione di opere d’arte. Gran parte dei suoi studi riguardano la storia del restauro in Francia e in Italia nell’ambito del revival neomedievale del XIX secolo e la policromia della scultura lapidea medievale, analizzata in rapporto alla trattatistica tecnica di riferimento. Ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali ed è autrice di vari articoli su riviste scientifiche e di due monografie. Ha collaborato a lungo con la Scuola Normale Superiore di Pisa e l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, dove ha affiancato Michele Cordaro nel coordinamento di Master e corsi di Alta formazione post-laurea in Gestione e valorizzazione dei Beni culturali. Dal 2015 è Ricercatore in Museologia e Critica artistica e del restauro presso il Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo della Sapienza, università di Roma, dove è docente di Teoria e storia del restauro e di Storia delle Tecniche artistiche. Tra i 2015 e il 2017 ha diretto ed eseguito il restauro del murale l’Italia tra le Arti e le Scienze di Mario Sironi e ha curato la mostra “Sironi svelato. Il restauro del murale della Sapienza”.

 



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