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Letto per voi: La rivoluzione della lattuga

Letto per voi: La rivoluzione della lattuga
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La Terra non ha risorse infinite e questo principio comincia a prendere piede in tutte le civiltà così come la consapevolezza che la distribuzione del cibo sia estremamente squilibrato: spreco di risorse verso malnutrizione e fame. Il sistema va quindi riequilibrato per permettet la sopravvivenza alle civiltà future ma come? Le multinazionali sembrano non solo imporre la vendita di semi ma aver acquistato milioni di ettari di terra che fanno lavorare a contadini a basso costo con tecniche di agricoltura intensiva che dopo pochi anni lascia il deserto davanti a sé. Eppure in Africa l’agricoltura familiare riesce ancora, sia pure con grandi sacrifici, a sfamare il continente, col paradosso che i paesi poveri producono colture da destinare ai ricchi e non per la propria sussistenza. Ecco allora che il libro di Franca Roiatti è una sorpresa sia per la sua capacità di scrivere in maniera efficace sia per la prospettiva che assume. La giornalista ci racconta come in molte parti del mondo si sono affermate iniziative popolari per riappropriarsi della terra e farla produrre in maniera sana e rispettosa dell’ambiente. Esempi insospettabili che partono dalla crisi petrolifera di Cuba che diede luogo agli orti senza petrolio, alle fattorie sociali di Detroit che rischiava di diventare una città fantasma sino ai tetti coltivati di New York, giardini aerei insospettabili che oggi godono anche di supporti economici per il loro sviluppo. Si tratta di quella che l’autrice chiama ‘democrazia alimentare urbana’ e che spesso si nutre di inizative spontanee come coltivare una zona abbandonata e destinata al degrado, coinvolgere la comunità e dividere parte del ricavato gratuitamente mettendo in vendita nei mercatini locali il resto. Il tutto spesso con tecniche antiche che la grande industria, abituata a sfruttare, ha dimenticato: coltivazioni idroponiche o aeraponiche, niente chimica, utilizzo degli insetti e delle coccinelle per combattere i parassiti, rispetto per la biodiversità e coltivazioni che convivono per arricchire il terreno. Basti pensare che dieci società multinazionali detengono il 67% dei brevetti sulle sementi e controllano l89% delle forniture di pesticidi, colossi che si stanno spostando nei paesi in via di sviluppo dove la spina dorsale del commercio è ancora costituita da piccoli negozi a mercati. Frutta e verdura è poi destinata ad un casting: il mercato occidentale vuole che anche l’occhio vuole la sua parte e quindi carote, arance e pomodori devono avere la stessa forma e colore, la merce difforme diventa succo o spazzatura.

La gente vuole spendere poco ma non si chiede mai quanto costi produrre: un agricoltore mantovano vende a 10 centesimi quello che a lui costa 15 e sugli scaffali arriva magari a più di un euro. Il risultato? La chiusura delle aziende che non possono sottostare alle regole di un mercato al ribasso e quindi la diminuzione dell’offerta ci cibo a filiera corta. Occorre quindi, come ha sottolineato anche la FAO nel 2011: ‘riportare la natura nell’agricoltura’. Nel mondo ci sono almeno 800 milioni di contadini urbani che producono il 15% del cibo consumato: in poche decine di metri di giardino o in un sacco di plastica fanno crescere ciò che serve al sostentamento della famiglia: basta un cortile, un vaso in terrazzo per far crescere qualche pianta di pomodoro o peperoncino. Nella crisi del 90 di Cuba 800 coltivatori urbani permisero a 40mila persone di non morire di fame. Basta un’area dismessa in città per creare un orto urbano e poche decine di dollari per farla crescere e produrre, con un doppio vantaggio, produzione, solidarietà e socializzazione, come Chicago che incentiva la conversione di tetti in aree coltivate e Vancouver che si è data l’obiettivo di creare 2010 orti urbani entro il 2010. E mentre leggevo pensavo che nel piccolo giardino condominiale del mio palazzo si potrebbe produrre frutta e verdura quasi gratis per tutti i condomini in pochi mesi. Questo è uno dei libri più illuminanti degli ultimi anni e andrebbe distribuito ai Presidi di tutte le scuole italiane, tanto per cominciare.

 

 

Franca Roiatti

La rivoluzione della lattuga

Egea

2010

pp 204

prezzo euro 20,00

redazioneBonVivre

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