La moda e la sua storia.


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jaimelondonboyQuando si può parlare di un vero e proprio inizio della storia della moda?  Possiamo indicare come “punto di partenza” il momento in cui gli abiti hanno smesso di svolgere la loro funzione d’uso per assumere dei significati “sociali”, relativi soprattutto alla divisione in classi. In questo senso le leggi Suntuarie ci sono di grande aiuto: si tratta di regole che servivano a limitare il lusso nella moda e ne abbiamo traccia, in Italia, fin dall’epoca romana.  Proprio il proliferare di questo tipo di disposizioni e la sempre effettiva vicinanza tra funzione d’uso e funzione estetica di un abito, rendevano la moda di questo periodo storico molto semplice, tanto da far sembrare quasi esagerato parlare di “moda”. Romani, Greci ed Etruschi usavano abiti disegnati seguendo le curve del corpo, attraverso drappeggi ed impercettibili cuciture: la particolarità di certe vesti, soprattutto tra gli Etruschi, più vezzosi ed eleganti degli altri, atteneva all’uso di monili e accessori piuttosto che a una vera e propria costruzione dell’abito. D’altra parte va detto che Greci, Etruschi e Romani solevano vestirsi quasi con i medesimi capi: quella che a Roma si chiamava tunica ad Atene diventava un chitone ma si trattava, comunque, di  una sorta di rettangolo di stoffa, fermato sulle maniche da fibule e in vita da una cintura. Si capisce subito che, per poter parlare di un vero e proprio stile e della nascita di una figura che assomigli ai nostri designer contemporanei, bisogna aspettare un po’: chiudere gli occhi e ritrovarsi a corte.

Un salto in avanti di “qualche decennio” e siamo a cospetto di Luigi XV: è la fioritura dello stile rococò. Da questo momento in poi inizia a delinearsi una vera e propria “moda”, così come siamo inclini ad intenderla oggi: cambiamenti nel vestiario che sottendono divisioni in classi, mutamenti del clima socio economico o più semplicemente l’estro di qualche noto stilista. La favorita del “nostro” Luigi, Madame de Pomapadour, è stata ritratta da Francois Boucher in tutto il suo splendore rococò: perfetta la sua “robe à la francaise” composta dalla grande gonna (jupe) e dalla pettorina (pièce d’estomac), decorata da una vistosissima “echelle”, ovvero una scala di fiocchi disposti in ordine di grandezza, l’uno sopra all’altro. La funzione dell’“echelle”, a dimostrazione che i capricci femminili sono ben più duraturi delle mode, non era solo estetica: la fila di fiocchi serviva anche a mettere in rilievo il seno, già sapientemente sollevato e messo in forma dal busto. Madame de Pompadour indossa quest’abito, ornato su tutta la superficie da merletti, fiocchi e ruches, con estrema eleganza, raccontandoci a suo modo come anche uno stile apparentemente esagerato come quello rococò possa, invece, risultare lineare ed armonioso. Parallelamente a questa raffinata esuberanza, alcune dame in cerca di comodità, vuoi per una sorta di “anglomania”, vuoi per la crescente curiosità verso il mondo borghese, iniziarono a sperimentare “variazioni sul tema” e ad indossare la cosìdetta “robe à l’anglaise”, il lato “semplice” dello stile rococò: pettorina sostituita da due pezzi di stoffa cuciti alla veste ad allacciati a mezzo di bottoni ed una comoda giacca (casaquin) per coprirsi. Elegante praticità che attende inconsapevole un’imminente Rivoluzione.

Fine prima parte



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