Glauco Mauri e Roberto Sturno, a seguito del successo di ben due stagioni nelle maggiori città della penisola, portano al Teatro Sala Umberto, dall’8 al 22 marzo, il formidabile intrigo teatrale di Anthony Shaffer: Sleuth, letteralmente “segugio”, “investigatore”. L’inganno è il titolo italiano dello spettacolo prodotto dalla Compagnia Mauri Sturno. Le scene sono di Giuliano Spinelli, i costumi di Simona Morresi, le musiche di Germano Mazzocchetti, la regia di Glauco Mauri
L’autore non ha mai dato una spiegazione circa la scelta di Sleuth come titolo, ma l’idea più affascinante è che “sleuth” sia lo spettatore stesso, che investigando deve scoprire, nascosti nei tanti inganni, i sentimenti che si agitano nell’animo dei due protagonisti.. Definito subito dalla critica “thriller-psicologico”, ebbe un tale successo che fu, per ben due volte, adattato per il cinema. Nel 1972 con la regia di Joseph L. Mankiewicz con Laurence Olivier, nel ruolo dello scrittore Andrew Wyke, e Michael Caine nel ruolo del giovane Milo Tindle; lo stesso Caine sarà diretto nel 2007 da Kenneth Branagh nel ruolo di Wyke, con Jude Law (Tindle), e la sceneggiatura firmata da Harold Pinter.
La storia si basa su un gioco di inganni, di orgoglio, di vendetta, di due uomini per il possesso di una donna, ma non solo. Un gioco di investigazione, di doppi, di cinico umorismo, sul filo del mistero, della falsità, delle bugie. Un gioco all’ultimo sangue tra un famoso e ricco scrittore di gialli, chiuso nella sua casa dai mille trabocchetti, e l’amante della sua frivola moglie. Un gioco per la vittoria della mente più astuta. Andrew Wyke e Milo Tindle sono diversi. Milo ha fatto della sua difficile esistenza una lotta con il desiderio di rivincita sociale; Andrew della sua ne ha fatto invece un continuo gioco di fantasia per sfuggire alla stupida noia della vita. Ma alla fine finiranno per scambiarsi i ruoli: ognuno sarà vittima e carnefice.