Il finocchio selvatico


Add to Flipboard Magazine.

Fa parte della famiglia delle Ombrelliferae ed è una pianta erbacea perenne originaria delle regioni mediterranee. In Italia è diffusa particolarmente lungo le zone costiere, fino ai 1.000 metri di altitudine e predilige i luoghi aridi e sassosi Ha fusti eretti, ramificati, alti fino a 150 cm ed ha un profumo molto più intenso del finocchio coltivato.

Pur essendo di buon valore ornamentale, ogni sua parte è commestibile: seme, radice, stelo e foglia. Finissime, ben disegnate e deliziosamente aromatiche le foglie del finocchio, simili a sottili filamenti di un bel verde lucente esse si scuriscono con l’autunno ma il loro gusto resta gradevole e delicato. I gambi e le foglie vanno raccolti giovani, i semi a maturazione avvenuta, le radici vanno estratte in autunno. I semi sono ottimi in cucina e si accompagnano bene a tutte le carni grasse, in particolare al maiale, rendendole più digeribili. Si usano inoltre per aromatizzare l’acqua in cui si lessano le castagne e per profumare le olive nere e i fichi secchi. Il finocchio insieme ad aice, carvi, e cummine fa parte delle quattro semenze calde, ossia semi digestivi che fin dall’antichità si utilizzavan in preparazioni digestive. Un tempo pane e finocchio veniva adoperato per accompagnare i vini difettosi e da qui il termine “infinocchiare” ossia confondere, imbrogliare.

 

 



Devi essere registrato per inviare un commento Entra o registrati