Archivio

News

Gli ultimi articoli pubblicati

Un’anima a colori

Un’anima a colori
Add to Flipboard Magazine.

Assorbiti dall’atmosfera tecnologica, perché siamo un po’ figli di “stelle terrestri” inclusi in una bolla digitale, con un click assestato vediamo il mondo arrivare nelle nostre case e ci sentiamo partecipi di gioie e sventure di un altro emisfero. Voliamo come navicelle che sfrecciano nel creato alla ricerca del dialogo con l’uomo ideale e troviamo l’altra faccia “umana”: quella aliena e complice, quella indagatrice ed erudita, quella blasfema e mistificatoria, quella moralista, integralista e tante altre che sono le maschere che accettiamo perché vogliamo che siano “vere” e funzionali alle nostre necessità. Siamo sempre meno socialmente comunicativi dal punto di vista fisico.

 

 

Preferiamo l’approccio virtuale perché più controllabile, manovrabile e cancellabile.

Proviamo, almeno per un attimo, a estraniarci dalla febbricitante brama tecnologica e rispondiamo a domande che suggeriscono risposte sul “peso” della solitudine dell’anima, sulla sua qualità vista come possibile rigeneratrice di quel contatto umano rivolto a se stessi e utile per non perdersi la bellezza del relazionarsi con gli altri.

In quest’universo parallelo dove si confonde il virtuale con il reale, non ci si priva di una parte della nostra anima? E, come direbbe Platone, non perdiamo anche “un frammento dell’anima del mondo”? Se rispondiamo “Sì” a questi quesiti, allora occorre prendere a insegnamento quel “compito dell’uomo, che è la cura dell’anima” e che fu così centrale per Socrate.

La solitudine positiva dell’anima è ben espressa in Schopenhauer, il quale sosteneva che “i veri grandi spiriti hanno il nido sulle alture deserte, come le aquile”.

Al di qua di questi illustri filosofi, serve una guida moderna e illuminata per orientarsi nei labirinti espressi dalla molteplice solitudine dell’anima.

Ci viene in soccorso Emanuele Borgna, psichiatra e scrittore, con “La solitudine dell’anima” (Edizione Feltrinelli – Euro 15).

Già autore di diversi saggi emozionali, con questo nuovo libro Borgna narcotizza quella fiera delle emotività digitali che ammaliano il mondo; costringe a frenarsi e a scuotersi di dosso quella patina di polvere codificata che ricopre la società, rendendola così insidiosa perché tanto permeante da dissimulare i suoi mali.

Questo libro induce alla riflessione che si fa ricca della saggezza che si sprigiona in ciascuno di noi; perché offre lo “stacco” introspettivo verso l’elevazione della nostra anima, per una volta affrancata da tanti condizionamenti.

Borgna viaggia attraverso i sentieri solitari dell’anima dell’uomo e si sofferma, nelle sue analisi, con poeti, filosofi e ricorre a opere cinematografiche.

Che bellezza trovare Leopardi, Rilke, Nietzsche ed Emily Dickinson, “prestati” alla psichiatria in una forma quanto mai utile per scandagliare la solitudine dell’anima nelle sue diverse forme.

Che incanto potersi guardare dentro in silenzio, trovandovi uno spazio virtuoso e contrastato che non è solo appannaggio delle confessioni religiose: si chiama “anima”, un’anima in solitudine che si può colorare mutando il suo grigio oblio.

Borgna affronta e illustra l’anima della solitudine negativa (quando diventa, in realtà, isolamento preda del dolore) e quella dello stato di grazia, ovvero in solitudine positiva (quando è creatrice perché frutto di meditazione). Tuttavia, esistono “correnti” che fluiscono dall’una all’altra condizione.

Lo scrittore descrive a titolo esemplificativo il film “Sussurri e grida” di Bergman, perché in esso sono rappresentati, anche grazie a una mirabile scelta dei colori, tutti gli strati di solitudine.

E pensare a delle ideali colorazioni dell’anima può aiutare a leggere questo libro, che per sua natura non può essere semplice.  L’“anima a colori” può arrivare anche dopo una tempesta perfetta. Cercare questa fonte di “ricarica”, pare cosa buona e giusta.

 

Danilo Stefani

redazioneBonVivre

Articoli correlati

Lascia un commento

Read also x