La Sicilia che ruba il cuore. E’ tempo di “festino”


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In questa caldissima estate è la Sicilia la regione che presenta maggiore flusso turistico, soprattutto determinato da vacanzieri italiani.  D’altra parte, questa magica e straordinaria isola offre la possibilità di vivere le vacanze coniugando molteplici aspetti; arte, cultura,natura e tradizioni sono una miscellanea straordinaria che conquista il cuore dei turisti senza lasciar spazio alla noia.  Le vive testimonianze della grande storia dell’isola  fanno di questa terra un susseguirsi di emozioni, preziosissimi reperti che risalgono sin dall’epoca della grecia antica,  si contrappongono ai colori della natura, del cielo e del mare, diventando teatro di un’atmosfera irreale, d’altri tempi  La Sicilia non lascia indifferenti i suoi visitatori, è una terra che stupisce sempre, caratterizzata dalle sue mille contraddizioni, come già si denota anche dalla morfologia del  territorio, acqua e fuoco, territori tanto floridi quanto aridi a distanza di pochi chilometri,  presenta tanta ricchezza sotto certi aspetti e tanta povertà sotto altri, tanta bellezza conservata nei secoli e tanta non curanza da parte di molti suoi abitanti che non esitano a distruggere e a sporcare, i siciliani detengono il primato per l’ospitalità che sanno offrire e per la generosità verso il prossimo, eppure il fenomeno mafioso sembra impossibile da debellare.

Insomma qui sembra essere tutto amore e odio nello stesso tempo, tutto e il contrario di tutto. Ogni angolo della Sicilia è poesia, da Messina alla mondana Taormina, dalla festaiola e allegra Catania alla mitica Siracusa, da Ragusa Ibla che pare un dipinto d’autore all’impareggiabile Scicli, all’imponente valle dei Templi di Agrigento alla ventosissima Trapani e la leggendaria Erice.

 

Palermo, avvolta da un fascino misterioso,  racconta il suo tumultuoso passato, ogni angolo è storia, ogni strada dell’antico centro parla delle molteplici dominazioni subite, dai Romani ai Bizantini, dagli Arabi ai Normanni, dagli Svevi ai Francesi, dagli Spagnoli agli Austriaci, dai Borboni a Giuseppe Garibaldi con i suoi mille volontari che danno vita di fatto all’unità d’Italia, tutti hanno lasciato l’inconfondibile traccia della loro permanenza con  attestazioni di grandissimo valore storico e architettonico.. Le testimonianze più recenti  risalgono al periodo successivo al nuovo Stato nazionale, tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, in un momento di grande sviluppo economico,artistico e culturale, avuto grazie all’intraprendenza della famiglia  Florio,  lungimiranti imprenditori, dei Ducrot e dei Whitaker,  proprio in quel periodo si edificavano  i due grandi teatri palermitani, il Politeama ed il Massimo, dopo pochi anni nasceva la breve stagione del Liberty per mezzo del famoso architetto Ernesto Basile. Dalle vie cittadine che arricchiscono la mente ci spostiamo al litorale palermitano che esalta i sensi, dove il blu del mare si contrappone ai colori delle rocce, i monti si stagliano con altezzosità nel cielo sempre limpido e terso, la vegetazione completa un quadro mozzafiato esaltato dai profumi dei gelsomini e dei pini marini.  Dalla riserva naturale di Capo Gallo, alla chiassosa Mondello, alla nascosta Barcarello, all’antico borgo marinaro di Sferracavallo sino all’esclusivo ed incomparabile Capo Zafferano, Sant’Elia, Santa Flavia è un pour pourrì di emozioni. Località con caratteristiche completamente differenti, tuttavia, sempre in primo piano risulta essere, come una prima donna,  quel mare che pare dipinto di blu cobalto  ed  i venti come per dispetto davanti a tanta bellezza sembrano disegnargli strane striature creando giochi di colore sempre diversi. Il vento che accompagna i mille profumi dati dalla vegetazione non si oppone  a diffondere  anche i vapori che fuori escono dalle cucine delle bravissime signore siciliane che sanno fare miracoli ai fornelli.  A proposito di cucina, la Sicilia è strepitosa anche per la sua gastronomia variegatissima, per strada incontriamo chioschetti dove abilissimi “picciotti” cucinano al momento il famoso pane con la “meusa” e le “stigghiola”, “pane e panelle”, arancini, sfincioni e altre mille leccornie che ristorano “la gola” dei passanti, pagando solo qualche euro si può assaporare anche del pesce e dei frutti di mare cucinati con semplicità e con maestria, passando da un verduriere si possono trovare patate bollite e verdure pronte per essere degustate li sul posto.

In questi chioschetti o friggitorie si riesce a mangiare in cinque persone pagando circa  € 12 o € 13 complessivamente, senza servizio al tavolo naturalmente,  invece pagando circa € 20,00 a persona si può mangiare un pasto completo ( dall’antipasto al dolce) anche a base di pesce in straordinarie  e tipiche trattorie. Così la Sicilia ospita villeggianti ricchi e poveri, c’è spazio per tutti, i meno abbienti hanno le medesime possibilità dei più agiati di accedere all’arte culinaria sicula, di assaporare le mille golosità che questo grande popolo siciliano mette a disposizione con gioia ed orgoglio a chiunque, a prescindere dallo stato economico. Con fierezza i siculi vivono ancora le proprie tradizioni e amano manifestare con irruenza e teatralità la devozione verso il Santo Patrono che nel caso di Palermo è la nota Santa Rosalia, chiamata più comunemente “ Santuzza”,  liberatrice di ogni male e grande consolatrice degli afflitti, si festeggia ogni 15 di Luglio da ben 382 anni. Chiamato“il festino” questo giorno ormai sacro ai palermitani, inizia con la solenne processione per le vie della città, capeggiata da un carro, costruito appositamente ogni anno, che porta la statua  e l’urna contenente le reliquie della Santa Patrona. Il carro rimane esposto sino al 15 di agosto ed il periodo dedicato a Santa Rosalia si conclude con la sera del Ferragosto, dove in ogni spiaggia non mancano certamente feste, falò e fuochi d’artificio, il bagno di mezzanotte è d’obbligo come del resto il pranzo “full time” del giorno dopo. Ecco. Vi abbiamo citato  solo qualche motivazione che spinge un massiccio flusso turistico verso la Sicilia, ancora alla portata di tutte le tasche, con la particolarità che  anche dopo averla visitata molte volte non si ha mai l’impressione di conoscerla, come del resto il cuore di un siciliano a volte sembra senza confini e con infinite sfaccettature.

 

 



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