SORRENTO E IL MITO DELLE SIRENE


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Vedete là in mezzo all’azzurro del mare, Capri, Ischia e Procida e i mille prospetti che presenta il golfo che i vapori dell’aria ed i raggi del sole cangiano e lumeggiano in venti modi diversi nello spazio di un sol giorno. La più incantevole regione del mondo ci si spiega dinanzi allo sguardo (CHARLES DICKENS mentre osserva Sorrento….)

Come prodi e avventurosi marinai ammainiamo le vele, attracchiamo  alla volta di nuove terre da esplorare e di emozionanti storie da narrare. Eccoci giunti in un luogo di rara bellezza. Il nostro viaggio ci porta in una terra situata su uno spettacolare terrazzo a picco sul mare tra le curve di meravigliose coste peninsulari e il profondo blu del Mar Tirreno. Affacciata sul Golfo di Napoli  ecco all’orizzonte  Sorrento e l’”isola delle Sirene”, nel suggestivo territorio della Provincia di Napoli. Gli storici fanno risalire la fondazione  e l’origine della città ai greci. Infatti nel Museo “Correale” del centro sorrentino  sono custodite molte collezioni di reperti ellenici tra cu vasi, monete e terracotte che testimoniano l’importanza che le popolazioni italiote ivi insediatesi, ebbero per la cultura del centro campano.

E’ in questa spettacolare cornice infatti che, secondo la geniale fantasia del poeta greco Omero, avvenne il fatidico incontro tra il prode Ulisse e le temibili e bellissime sirene, evento che indurrà il valoroso eroe ad erigere un tempio dedicato alla dea Minerva. Nel canto dodicesimo dell’Odissea Omero scrisse:”Nessun passò di qua su negro legno che non udisse pria questa che noi dalle labbra mandiam, voce soave…”. E’ da questi versi e dagli scogli  della celeberrima  isola a sud della penisola sorrentina – Li Galli – che il mito si fonde con la letteratura e da cui nascono le fantasie più bizzarre di generazioni e generazioni di uomini che, nei secoli ed ancora oggi, sfidano le onde del mare e scrutano l’orizzonte in cerca delle fascinose sirene. Ma chi erano le sirene e qual’e’ la loro storia? E come mai Ulisse volle ringraziare la dea Minerva? Cosa accadde? Le sirene erano delle figure mitologiche metà donna e metà pesce. Nella  mitologia greca sono tante le versioni riguardanti la loro appartenenza  famigliare. Secondo alcune narrazioni le sirene sarebbero figlie di Acheloo e Mnemosine, secondo altre versioni, invece, sarebbero senza dubbio figlie di Calliope, una delle nove Muse, e Tersicore. Oppure che questi esseri marini possano esser nate semplicemente da tre gocce di sangue perse da Acheloo durante un combattimento. Incerta è anche la figura divina che le trasformò in mostri marini. Tra tutte, la versione più celebre e diffusa, racconta che queste mostruose ninfe furono trasformate in donne-pesce da Demetra per poter ritrovare Persefone, rapita da Plutone. Secondo la mitologia, Persefone regnò per sempre insieme a Plutone, detto anche Ade, Dio degli inferi. Questo rapimento rattristò non poco la dea dei raccolti e del grano, Demetra, che soffri molto per la perdita della cara figlia Persefone, e cosi decise di vendicarsi trasformando le predilette di Plutone, in esseri mostruosi a metà strada tra  donne ed enormi pesci. Per punirle più crudelmente volle privare quelle fanciulle degli attributi femminili, trasformando in pesce non il viso o il busto ma la parte inferiore del loro corpo, privandole per sempre dei piaceri dell’amplesso umano e dei piaceri della carne. Le sirene sarebbero considerate alla stregua di vere e proprie Ninfe marine. Possedevano una voce così ammaliante  che i marinai, ascoltandole, ne rimanevano incantati al punto tale da schiantarsi sugli scogli, in balia  non del tumultuoso mare ma bensì dal canto ammaliatore che risuonava malvagiamente nelle loro orecchie. I poveri naufraghi abbandonati poi al loro destino e senza più coscienza venivano sbranati e divorati da questi mostri malfidi. Secondo i numerosi racconti, molti perirono a causa del canto ingannevole delle sirene e tanti persero la vita. Solo Ulisse, di ritorno dalla guerra di Troia diretto ad Itaca, riuscì a superare la loro Isola, grazie al prezioso consiglio di una maga di Eea, nei pressi della costa italiana occidentale, figlia di Elioe  e della ninfa marina Perseide. Lei era la maga Circe. E fu proprio lei a suggerire a quello che poi diventò uno dei suoi grandi amori, ossia Ulisse, di turarsi  le orecchie con la cera, insieme ai suoi compagni di ventura, legandosi con vigore  all’albero della nave, per poter ascoltare il loro canto senza farsi sedurre. Ulisse scampò alla pericolosa melodia delle sirene riuscendo a superare incolume la loro baia. La leggenda racconta che il canto delle sirene potesse addirittura fermare i venti, rendendo i marinai che lo ascoltavano più saggi per via della onniscienza attribuite alle stesse sirene. Nel folto gruppo di queste mostri marini ammaliatori le  più temibili e celebri erano  Telete, Redne, Pisinoe e Leucosia, nomi molto spesso citati nella narrazione omerica. Giunti alla fine del nostro viaggio rialziamo lo sguardo scrutando l’orizzonte, salpiamo le ancore, sciogliamo gli ormeggi, issiamo le vele e prendiamo il largo alla scoperta di nuove e fantastiche  mete che scopriremo nel nostro prossimo e misterioso viaggio autunnale.

 

 



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